Alla presenza di una folta platea, promossa dal comune di Soveria Mannelli, si è svolta presso l’auditorium “Critelli” della Casa Editrice Rubbettino la cerimonia di consegna della XIX edizione del “Premio Calabriambiente”. Il riconoscimento, fa parte delle iniziative di “Essere a Soveria” (1988) e fu ideato nel 1991 dall’allora sindaco Mario Caligiuri e da Francesco Bevilacqua, avvocato, scrittore e ambientalista.
La tradizione, ripresa quest’anno dal sindaco Leonardo Sirianni, vede assegnato il premio all’archeologo e presidente del Fondo Ambiente Italiano prof. Andrea Carandini ed il FAI, con la motivazione: per il contributo dato alla tutela ed alla gestione dei beni ambientali e culturali italiani. Sono intervenuti: Florindo Rubettino, editore, Leonardo Sirianni, sindaco, Anna Lia Paravati, presidente regionale del FAI, Francesco Bevilacqua, scrittore, Mario Caligiuri, Fondazione “Italia Domani”, Gino Mirocle Crisci, Rettore Università della Calabria e il premiato Andrea Carandini.
Introducendo i lavori. Rubettino, ha posto l’accento sulla figura di Carandini, archeologo il cui ultimo libro “Paesaggi di idee” porta il suo bagaglio “metodologico, scientifico e morale che riafferma l’importanza del pluralismo dei valori, la diffidenza verso le idee uniche, le utopie sociali perfette e in qualche modo recuperando quella idea dell’umanità come “legno storto”!
L’editore, spiega, poi le motivazioni del premio al professor e al FAI; per l’attività che questa istituzione nata per difendere il patrimonio naturalistico, paesaggistico, artistico e storico. “La cultura è l’arma segreta dei nostri territori” – conclude Rubbettino – lo fa da sempre in continuità con l’idea per la valorizzazione e crescita del territorio e per far vivere i territori e riscoprire i valori e l’identità”. Sirianni, esordisce affermando che dopo 5 anni ritorna “Calabriambiente”, il premio è stato assegnato a Carandini e FAI per il contributo data alla tutela e alla gestione dei beni ambientali, e ricorda che di recente il FAI ha acquistato il suo primo bene in Calabria: il bosco monumentale di Fallistro ed il Casino Mollo in Sila. Segue l’intervento della presidente Paravati, che spiega come la visione di Carandini sta caratterizzando ciò che fa il FAI. “Un esempio virtuoso di gestione – aggiunge – dei beni ambientali e culturali soprattutto dal punto di vista economico nonché modello di impegno civile e di sostegno per le istituzioni “. Orgogliosa che il riconoscimento al professore arrivi dalla terra di Calabria.
Bevilacqua, cita alcuni luoghi e tesori della Calabria, esaltando le bellezze della regione “ricca di tanti semi e scrigni preziosi. Una terra -ha aggiunto- come una medaglia a doppia faccia: la bellezza e la bruttezza, quest’ultima orrore delle scelte compiute dagli anni cinquanta ad oggi”.
Caligiuri, ha parlato di Soveria Mannelli, uno spaccato di Calabria, che con la sua frenesia di crescita, di cultura, e a seguito delle numerose iniziative messe in atto negli anni oggi guarda con fiducia al futuro, supportata anche dal contributo di numerose personalità dell’economia, cultura, industria ecc. (Tremonti, Sgarbi, Rubbini, Mogol, Gerardo Sacco, Brai ex ministro ecc.) tutte personalità il cui contributo è volto per dare una svolta al paese del Reventino. A questi ha detto Caligiuri si aggiunge la disponibilità del professor Carandini per “discutere di un uso sapiente del territorio e attraverso il FAI trovare idee per valorizzare alcune attività artigianali del luogo molto apprezzate. Puntare su una Città a totale autonomia energetica con le fonti alternative sommando l’idea del Comune più informatizzato d’Italia. Recupero dell’identità- ha concluso Caligiuri – che non sia un non luogo, ma dove aleggi lo spirito dei luoghi, tema dell’università d’estate a Soveria”.
Il rettore Crisci, toscano ma calabrese di adozione, sottolinea come il vero problema della Calabria è culturale, evidenziando che i calabresi hanno dimenticato come si agisce e si lavora sul territorio (smottamenti, alluvioni, erosioni ecc.). Fra gli enormi problemi della regione, il rettore, mette al primo posto “la conoscenza” qualità che i calabresi non hanno perché non conoscono la storia, l’archeologia e li esorta a scoprire il loro patrimonio culturale. Il geologo Crisci, lancia una provocazione per difendere il patrimonio che abbiamo “il rischio sismico”. Il rettore, all’indomani del recente terremoto di Amatrice e dintorni, visto che la Calabria è un territorio sismico 20 volte di più, auspica una maggiore attenzione al problema e invita l’opinione pubblica calabrese a svegliarsi per la difesa dei beni culturali e soprattutto per la difesa dei centri storici. Si dice molto preoccupato per il modo cui si costruisce in assenza di regole antisismiche, le cui conseguenze di un prossimo terremoto in Calabria potrebbero essere spaventose (numerose scosse registrate ultimamente). “Abbiamo ancora tempo – conclude il Rettore – per difendere i nostri centri storici ma questo si sta consumando. Non faccio gli struzzi! Diamoci una mossa!
Carandini nel suo appassionato intervento parte da lontano e cita l’homo sapiens e concorda col Papa che “non esiste una natura scissa dalla cultura e non esiste una cultura scissa dall’uomo. La natura è tutto un sistema – aggiunge – e quando l’uomo smette di pensare al sistema è logico che crea degli enormi problemi. Quindi bisogna ripensare le cose in modo sistematico e ritrovare quell’equilibrio fra natura e cultura che la violenza dell’uomo ha fatto”. All’analisi di chi sono le colpe di questo scempio se dell’imperialismo, capitalismo, industrializzazione ecc. per il professor il problema è “come governare e autogovernarci per limitare i danni sapendo che la struttura di base del sistema non è eliminabile!”. Il consiglio di Carandini è che l’uomo deve imparare a fare il meglio nella sua straordinaria imperfezione che è costitutiva dell’essere. “Non siamo diavoli – conclude – ma non siamo nemmeno angeli. Siamo diavoli e angeli.”