«Lo sciopero di oggi non è un semplice giorno senza lezioni: è un atto politico e umano. Siamo consapevoli che il nostro gesto non cambierà da solo le sorti della guerra, ma crediamo che ogni voce conti». È il messaggio degli studenti del Liceo scientifico “Luigi Costanzo” di Decollatura che hanno deciso di disertare le aule in segno di solidarietà con il popolo palestinese.
Giovani che hanno dimostrato di avere una coscienza civica alta, a dispetto di chi li vorrebbe succubi della rete e dei social. Hanno manifestato davanti alla loro scuola facendo volantinaggio, come in altri tempi, ed esponendo manifesti lodevoli per arguzia e partecipazione al dramma palestinese.
Uno in particolare ha destato l’attenzione per la sensibilità con cui il concetto dell’insipienza dei governi di tutto l’Occidente nei confronti del genocidio compiuto da Israele in Palestina è espresso con parole semplici ed efficaci: «In silenzio ci si sta quando i bambini dormono, non quando vengono uccisi».
«I ragazzi hanno dato una lezione di civiltà a quella società civile ormai disillusa e cinica che ha smesso di credere e difendere i propri diritti. Bravi ragazzi!» ha detto di loro Giuseppe Pascuzzi, presidente del Consiglio d’Istituto in rappresentanza dei genitori.

E in effetti, anche dalle parole del volantino che hanno distribuito si percepisce una maturità e una conoscenza dei fatti che sembravano scomparse con le ultime lotte studentesche più importanti che risalgono ormai al secolo scorso: «Siamo giovani, ma non siamo ciechi. Vediamo che mentre in Palestina si muore per fame e bombe, i governi europei continuano a fornire armi e sostegno politico a chi assedia Gaza» scrivono senza mezzi termini, con la schiettezza tipica della loro età.
Non è mai inutile, sembrano poi voler ribadire, manifestare liberamente le proprie idee. E lo dicono esplicitamente in coda al volantino: «a chi sostiene che il nostro sciopero non impatta sulle questioni di politica internazionale rispondiamo che impatta sulle nostre coscienze!»
Raffaele Cardamone