Nei giorni scorsi, in un contesto di particolare bellezza quale quello di Villaggio Mancuso di Taverna nella incantevole realtà della Sila Piccola catanzarese, presso la Sala Convegni “A. Garcea” di Parco Monaco, alla presenza di un qualificato e importante pubblico è stato presentato il volume: Storia di un Territorio. Il Reventino Savuto, di Franco Emilio Carlino, mandatoriccese di nascita e rossanese di adozione, Socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e Componente del Comitato Scientifico dell’Università Popolare di Rossano.
I lavori con una variazione al programma hanno avuto inizio con l’esecuzione di un brano in dialetto dedicato al Reventino eseguito alla chitarra da Francesco Talarico. Sono poi proseguiti seguendo la scaletta i saluti della casa Editrice Pellegrini di Cosenza, di Giovanni Renda, Prefatore del volume, di Mario Migliarese, presidente dell’Associazione ‘U *hocularu, autore della nota sulla fotografia, dello stesso Francesco Talarico vicepresidente dell’Associazione ‘U *hocularu, autore della Postfazione e di Salvatore Tozzo, ricercatore di storia locale e Referente organizzativo del Convegno, i quali hanno apprezzato notevolmente il lavoro fatto da Carlino.
Si è proseguito con la presentazione del Volume da parte di Giuseppe Musolino, autore di Storia locale che entrando nel merito dei contenuti del volume ne ha tracciato un profilo molto interessante assegnando al volume la collocazione del saggio storico-antropologico di un territorio. Questa, disserta Musolino, ritengo sia probabilmente la chiave di lettura più corretta di questo lavoro sul quale ha posto l’attenzione Franco Emilio Carlino. “Lo dice egli stesso nell’Introduzione quando racconta di essere stato colpito dalla ‘scoperta’ condivisa dagli amici Migliarese e Talarico della comune origine sciglianese dei loro comuni di origine, vale a dire Mandatoriccio e Petronà”.
La lingua, dunque, e le tradizioni – continua Musolino – sono il legame che ci uniscono. Da un’accurata analisi della struttura del lavoro di Franco Carlino “Il libro è articolato in quelli che potremmo definire 27 quadri storici, ciascuno dei quali è focalizzato su un comune o, in alcuni casi, su un’entità trasversale che prescinde dalle divisioni territoriali. Il modello dell’esposizione cui sembra ispirarsi l’Autore, è quello dei grandi libri di divulgazione geografica editi dal Seicento all’Ottocento, dai quali trae e cita molto materiale. Questo è in punto molto importante da evidenziare. La struttura di quelle opere, così come quella del Nostro, non è quella tipica di un libro di viaggi con indicazioni di percorrenze e di luoghi dove mangiare o dormire, sperimentati e consigliati. Franco non ha in mente questo schema. Egli ha attinto a una bibliografia e sitografia molto articolate lasciando ai rispettivi autori, sempre rigorosamente indicati, la responsabilità della corrispondenza dei dati alla realtà. Il fatto di trattarsi di un’opera basata essenzialmente sule fonti ha due implicazioni. La prima è che non si può pensare di utilizzarne i contenuti come prova dirimente su questa o quella faccenda dibattuta degli storici locali. Non è questo che ha inteso fare il prof. Carlino. Il suo scopo è stato quello di mettere insieme e presentare le diverse realtà così come le hanno collocate le opere precedenti. La seconda è legata alla prima. Se le risultanze del meticoloso lavoro di sintesi fatto da Carlino sulle fonti lasciano scontento qualcuno, vuol dire che è costui che deve ancora lavorare per fare emergere la sua versione dei fatti. Dovrebbe invece, costui ringraziarlo per aver svolto il ruolo di cartina al tornasole, di saggiatore: se qualcosa non li convince, bisogna che LORO si mettano al lavoro! Il volume è invece utile, per non dire indispensabile, per trovare raccolte insieme le “biografie” essenziali di tanti luoghi che altrimenti sarebbe assai difficoltoso, lungo e dispendioso (di tempo e denaro) acquisire direttamente attraverso specifiche ricerche. […] L’organizzazione del testo per ogni scheda segue uno schema abbastanza regolare e sistematico. Si inizia con i riferimenti alle origini dei luoghi, o meglio, alle prime tracce che se ne trovano nelle opere degli autori più rappresentativi, sempre puntualmente indicati. Vengono fornite indicazioni sul numero degli abitanti e sul loro appellativo, sull’estensione del territorio, ecc. Si prosegue con la descrizione della struttura e l’articolazione dei nuclei abitati che compongono il comune, sui principali edifici religiosi e civili, sulle risorse economiche, sulle vicende amministrative che ne hanno determinato l’assetto.
Ne sortisce un mix molto equilibrato e gradevole tra linguaggio classico dei brani degli antichi autori, cucito e raccontato con le parole dell’Autore stesso in maniera mirabile. Per avviarmi alla conclusione, voglio parlare adesso di qualcosa di cui raramente si parla in occasione delle presentazioni di libri. Invece qui voglio proprio soffermarmi sulle qualità della scrittura e del libro come prodotto editoriale. Ho molto apprezzato lo stile narrativo di Franco Carlino. Mi piace il suo uso delle frasi piuttosto brevi, l’efficace uso delle incisive, la precisione nell’uso del corsivo, i link a pagine internet sempre funzionanti. Oltre a ciò è doveroso sottolineare la poderosa sezione bibliografica che si sviluppa sia nei puntuali riferimenti nelle note a piè di pagina sia nelle pagine finali dove il lettore può trovare le indicazioni per eventuali approfondimenti. La sitografia contiene i link alle pagine internet consultate dall’Autore, ormai a tutti gli effetti da considerare un’estensione obbligatoria della bibliografia. Tre sono gli indici inclusi da Carlino nel suo lavoro. Il primo è l’Indice dei nomi. Non è un semplice elenco di nomi con l’elenco dei numeri di pagine in cui si possono trovare, ma un vero e proprio indice ragionato, con la specificazione che segue il nome e che suggerisce al lettore se quelle pagine sono effettivamente di suo interesse. Il secondo è l’Indice dei Luoghi, archivi, chiese, palazzi, monumenti, istituzioni, etc con alcune voci ordinate anche per categoria. Qui troviamo raggruppati toponimi, i nomi dei villaggi, dei corsi d’acqua, dei monti, ecc. Il terzo è l’Indice delle cose notabili per alcune voci strutturato anche per categoria. Si tratta di un qualcosa di intermedio tra un glossario e una mini-enciclopedia dove il lettore che non è molto pratico dei termini usati nei libri di storia, può trovare aiuto per comprendere appieno il significato di quello che legge”. Infine, il volume è corredato da un interessante apparato fotografico che impreziosisce l’opera.
I lavori hanno avuto termine con le conclusioni dell’Autore che dopo aver ringraziato tutti per la sentita e attenta partecipazione, gli amici relatori e il reparto Carabinieri Biodiversità di Catanzaro per la gentile concessione dei locali e il suo Comandante Col. Cucci, si è brevemente soffermato sulle ragioni che lo hanno convinto a realizzare il volume, ossia l’aspirazione di dare il proprio contributo allo studio del meraviglioso territorio del Reventino-Savuto e alle sue Comunità al quale il volume è dedicato per la loro ricchezza ambientale che fa da cornice a una cultura millenaria, ricca di storia, arte, architettura, archeologia e tradizione.