Soveria Mannelli, 6 settembre 2025 – Questa quinta edizione dell’Università d’Estate sull’Intelligence ha mostrato come l’Intelligence possa diventare non solo un sapere operativo, ma un metodo per orientarsi nel flusso del tempo. In un mondo – riporta una nota pervenuta in redazione – dove tutto scorre più in fretta, il valore non risiede nell’accumulare informazioni, ma nel generare comprensione. Da Soveria Mannelli parte il messaggio che l’Intelligence italiana, se capace di trasformare complessità in conoscenza e conoscenza in decisione, può contribuire a guidare la democrazia nelle sue sfide più decisive.
L’intervento di Luigi Fiorentino capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio, e di Antonio Uricchio presidente dell’ANVUR, ha affrontato il nesso tra Intelligence e Pubblica Amministrazione. In questa prospettiva, l’Intelligence non è solo strumento operativo dei Servizi, ma metodo di governo che permea l’intera architettura istituzionale, dalla valutazione delle politiche pubbliche alla gestione dell’informazione governativa.
La riflessione su comunicazione e Intelligence, condotta da Paolo Messa, fondatore della rivista Formiche, e Alessandro Ferrara, direttore di Gnosis, ha messo in luce il paradosso contemporaneo: in un’epoca di sovrabbondanza informativa, l’Intelligence diventa capacità di discernimento nel flusso ipertrofico di dati pubblici. La sfida non è più proteggere il segreto, ma decodificare la complessità dell’infosfera globale, trasformando l’Intelligence da scienza del nascosto in bene comune democratico.
Gianluigi Greco e Giuseppe Rao, rispettivamente coordinatore del Comitato sull’Intelligenza Artificiale e consigliere della Presidenza del Consiglio, hanno esplorato l’intersezione tra Intelligence umana e artificiale. L’intelligenza artificiale non rappresenta una minaccia esistenziale per l’Intelligence tradizionale, ma un moltiplicatore di capacità che richiede nuove competenze interpretative e nuovi quadri normativi. La governance dell’IA diventa così terreno di confronto strategico tra potenze globali.
Durante la tre giorni sono stati annunciati i vincitori della seconda edizione del Premio di Tesi “Carlo Mosca”: Claudio Stanzione del CASD per la ricerca sull’intelligenza artificiale applicata ai sistemi di difesa, Giulio Rossolini della Scuola Superiore Sant’Anna per gli studi sulla sicurezza dell’IA, Stefano Accomello dell’Università Cusano per l’analisi dello strumento militare italiano. Due menzioni d’onore sono state assegnate a Immacolata Canonico de La Sapienza e Alessandro Ludovico Veltri dell’Università della Calabria. Il Premio, intitolato al Prefetto Mosca, figura di riferimento per l’Intelligence italiana scomparsa nel 2021, conferma l’impegno della SOCINT nel promuovere una cultura dell’Intelligence come disciplina scientifica rigorosa. La cerimonia di premiazione si terrà il 10 settembre presso il Senato della Repubblica, nell’ambito del convegno Studiare l’Intelligence: un’eredità di pensiero, promosso con la senatrice Simona Malpezzi, che vedrà tra gli altri la partecipazione di Lorenzo Guerini e Bruno Frattasi, con la relazione conclusiva di Gianni Letta. Durante l’evento sarà presentato il secondo volume di Studiare Intelligence (Licosia), curato da Andrea Canzilla, i cui proventi contribuiranno a sostenere le future edizioni del Premio.
L’Università d’Estate, diretta da Paolo Boccardelli, Mario Caligiuri e Paolo Messa, rappresenta un modello formativo che risponde alla sfida del presente: formare individui capaci di analizzare criticamente la complessità e trasformarla in conoscenza utile. Il comitato scientifico, composto da Antonio Uricchio, Paolo Pedone, Marco Valentini, Domenico Talia, Gian Luca Foresti, Luciano Romito, Alberto Pagani e Maria Gabriella Pasqualini, garantisce l’eccellenza accademica dell’iniziativa.
L’evento ha confermato la vocazione interdisciplinare dell’iniziativa attraverso la dimensione estetica e culturale. La tradizione dell’Università d’Estate di integrare arte e Intelligence, inaugurata con la mostra Le Luci delle Ombre di Savina Tarsitano nella quarta edizione, testimonia una visione che supera la percezione dell’Intelligence come “luogo inevitabilmente oscuro dello Stato” per trasformarla in strumento di comprensione culturale. Come osservato da Mario Caligiuri, “intelligence e arte sono destinate a incontrarsi nel territorio del futuro: l’intelligence interpretando il presente per intuire le incerte direzioni dell’avvenire e l’arte descrivendo non ciò che il mondo è ma ciò che il mondo diventerà”. Questo approccio colloca l’Intelligence italiana in una prospettiva che unisce rigore analitico e sensibilità estetica, confermando la capacità di trasformare la necessità operativa in patrimonio culturale.