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Sersale, presentazione del libro “Storia di Ghiandina che non voleva crescere”

Per scrivere bene, pensare bene e interagire bene, la prima regola è leggere tanto. Anche in tempi di pandemia, l’Istituto comprensivo “Giuseppe Bianco” di Sersale non rinuncia alla promozione della lettura tra le nuove generazioni in un Paese in cui un cittadino su due non apre neppure un libro all’anno.

Venerdì prossimo, 5 giugno 2020, in videoconferenza dalle ore 17, i discenti delle ultime classi della scuola primaria di Sersale e della sede staccata di Zagarise incontreranno le autrici del libro “Storia di Ghiandina che non voleva crescere”: Carmela Mantegna e Maria Brutto, anche dirigente scolastico della stessa comunità educante di Sersale. Ci sarà anche l’editore Nino Bozzi di Livorno per presentazione del libro pensato anche per allenare alle prove Invalsi.

La manifestazione culturale rientra nell’ area progettuale del Piano triennale dell’offerta formativa e persegue, anche se in Dad, le finalità del progetto regionale di lettura nelle scuole Gutenberg, non a caso figura tra i relatori Rosetta Falbo, referente Gutenberg XVIII ragazzi.

Scrive la preside Maria Brutto sul sito della scuola: “La finalità è quella di educare gli alunni ad acquisire consapevolezza circa il ruolo del libro e della lettura nella personale esperienza quotidiana, nonché nella loro crescita culturale. La letteratura per l’infanzia e per i ragazzi offre quegli spunti utili e indispensabili alla formazione integrale della persona e contribuisce ad avviare quel processo di avvicinamento al libro e alla lettura che inizia in tenera età e prosegue nell’adolescenza. Inoltre, è indispensabile sin dall’infanzia porre l’attenzione verso un nuovo problema, che è l’analfabetismo nella popolazione giovanile e adulta”.

L’intreccio del libro, anche con pagine di comprensione del testo, è poco banale: Ghiandina, terrorizzata dal crescere, esorta sua madre, la grande Quercia, a chiamare in aiuto Quercus che, con la sua saggezza, accompagnerà Ghiandina in un percorso di consapevolezza e autonomia.

Ce n’è abbastanza per far capire ai tanti discenti coinvolti che leggere non è mai sinonimo di noia.

di Enzo Bubbo

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