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Scarso rispetto per l’area del fiume Amato adottata dagli alunni dell’IC Rodari: Lezione non recepita dai cittadini?

I nostri ragazzi hanno provato a insegnarci a rispettare l’ambiente, ma a quanto pare si è trattato di una lezione difficile da recepire almeno da parte di alcuni cittadini di Soveria Mannelli.

A distanza di una settimana dalla conclusione di un progetto di educazione ambientale portato avanti, durante tutto l’anno scolastico, dall’Istituto Comprensivo Rodari di Soveria Mannelli e Carlopoli, i suoi preziosi risultati sono stati messi in discussione da qualche persona evidentemente insensibile alle problematiche legate all’ambiente e alla qualità della vita.

Il progetto “Micro e Macro nella Biocomplessità”, promosso dall’Arma dei Carabinieri (Reparto Biodiversità) e indirizzato alle Scuole, aveva in effetti permesso ai ragazzi dell’IC Rodari di prendersi cura di un tratto del fiume Amato e di un’area pic-nic ad esso adiacente, nel territorio comunale di Soveria Mannelli, ripulendoli e abbellendoli con la messa a dimora di una siepe a protezione dell’argine.

Oggi però è già possibile vedere qualche rifiuto (soprattutto bottiglie e bicchieri di plastica) abbandonato nell’area o addirittura gettato sull’argine del fiume. Ma, cosa ancora più grave, si è dovuto assistere allo sradicamento di alcune delle piantine che – crescendo – avrebbero dovuto costituire una siepe in prossimità dell’argine del fiume, con una funzione pratica (sostenere con le radici il terreno evitando possibili smottamenti) e anche con una funzione estetica (rendere ancora più bello un angolo che è di tutti e come tale dovrebbe essere rispettato ancora più di una proprietà privata).

Purtroppo, l’effetto NIMBY (Not In My Back Yard), che si traduce letteralmente “non nel mio giardino” è visibile anche in queste piccole cose: non esitiamo a sporcare e a prelevare indebitamente delle piante da un terreno pubblico, ma se qualcuno facesse la stessa cosa nel giardino davanti casa nostra, saremmo i primi a indignarci e magari ad andare da Carabinieri per denunciare il furto delle piantine.

Se è così – e speriamo che sia così solo per un numero molto esiguo di cittadini – i ragazzi non ci avrebbero insegnato nulla, nonostante i loro grandi sforzi e il loro notevole impegno. Ma così per fortuna non è, perché la legittima arrabbiatura che ha scatenato questo apparentemente piccolo episodio è già un segnale positivo di come la lezione dei ragazzi sia stata forse recepita dalla maggioranza dei cittadini che, d’ora in poi, sorveglieranno e proteggeranno con ancora maggiore attenzione i luoghi pubblici, soprattutto quelli in cui l’ambiente risulta essere ancora pressoché incontaminato, per conservalo il più possibile come tale.

Per la cronaca, le piante sottratte sono state prontamente sostituite e la siepe ripristinata da chi aveva già partecipato attivamente al progetto: un segnale anche questo positivo, che neutralizza la negatività di un atto inspiegabile e decisamente censurabile.

di Raffaele Cardamone

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