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Reportage nel futuro di internet ma con il pensiero rivolto al fondatore Rosario Arcuri

Rosario Arcuri, reportageFederico Arcuri, attuale direttore di reportage e fratello dell’ideatore e fondatore della storica rivista, Rosario Arcuri, annuncia dalle stesse pagine del sito www.reportageonline.it che, dopo 53 anni di esistenza cartacea, ha avuto inizio una nuova avventura in internet per la testata giornalistica.

Ma in questo nuovo inizio non poteva mancare il ricordo e un vero e proprio tributo nei confronti appunto di Rosario Arcuri, che ci ha lasciati nel 2004.

Quelli più avanti negli anni non possono non ricordare questa figura di giornalista sui generis che confezionava il suo giornale con la professionalità di un grande artigiano, quando la tecnologia informatica del desk top publishing era pura fantascienza e le pagine da stampare venivano composte manualmente sotto forma di menabò da passare poi al linotipista per la composizione dei caratteri di piombo e la successiva stampa.

Inoltre, Rosario Arcuri era anche capace di occuparsi direttamente della distribuzione del suo giornale, soprattutto nella forma degli abbonamenti che tutti sottoscrivevano più che volentieri.

Personalmente, ricordo che mio padre, quasi suo coetaneo, non faceva mai mancare reportage in casa e devo ammettere che, a cominciare dal nome dal sapore un po’ esotico per finire allo stile piuttosto all’avanguardia per i suoi tempi, finiva sempre per interessarmi e prendere il posto, almeno per qualche frangente, delle amate pagine di Topolino e degli altri fumetti dell’epoca.

Ricordo anche il suo impegno come direttore, da giornalista professionista, di Radio Soveria Uno, una delle prime radio libere della Calabria, con la quale ho avuto l’opportunità di collaborare a lungo.

Ma apprendo, dalla sua biografia pubblicata dal fratello Federico, che fu anche l’ideatore e promotore, oltre che conduttore, dei mitici “Sabati soveritani” che nei mesi di agosto degli anni sessanta ravvivavano il paese in un modo incredibile, con spettacoli musicali o di altro genere, e che sono senz’altro definibili come antesignani delle più moderne manifestazioni estive, da “Essere a Soveria” a “Soveria+”.

Il legame di Rosario Arcuri con il nostro territorio è scontato: è nato a Castagna di Carlopoli e ha compiuto i primi studi a Soveria Mannelli. Ma è un legame che si è protratto nel tempo, anche quando si è trasferito con la sua famiglia a Nicastro, per esempio collaborando con L’Eco della Sila, una testata locale diretta da Nandino Leo a Soveria Mannelli o più tardi, come già detto, con Radio Soveria Uno.

Suo padre, Giosuè Arcuri, è tra l’altro l’autore del romanzo “Ed ora non rubo più” (Gastaldi Editore, Milano, 1955), ambientato in questi luoghi e da essi evidentemente ispirato, cui ilReventino.it sta dedicando la giusta attenzione, a sessant’anni dalla sua pubblicazione, riproponendone alcune pagine e valorizzandone personaggi, descrizioni ed episodi narrati, che ben si prestano a un confronto tra l’attuale modo di vivere e quello dei nostri predecessori.

Rosario Arcuri, in definitiva, è un personaggio del nostro territorio che non deve essere dimenticato, perché ha lasciato tracce indelebili nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, ma soprattutto perché è riuscito a creare, praticamente dal nulla, qualcosa di impensabile per quei tempi: una rivista di successo, molto letta e molto amata, realizzando così il suo sogno e fornendo un esempio virtuoso a tutti coloro che vorrebbero realizzare qualcosa di innovativo, anche alla nostra latitudine, e non trovano magari il coraggio per farlo.

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