Ma in questo nuovo inizio non poteva mancare il ricordo e un vero e proprio tributo nei confronti appunto di Rosario Arcuri, che ci ha lasciati nel 2004.
Quelli più avanti negli anni non possono non ricordare questa figura di giornalista sui generis che confezionava il suo giornale con la professionalità di un grande artigiano, quando la tecnologia informatica del desk top publishing era pura fantascienza e le pagine da stampare venivano composte manualmente sotto forma di menabò da passare poi al linotipista per la composizione dei caratteri di piombo e la successiva stampa.
Inoltre, Rosario Arcuri era anche capace di occuparsi direttamente della distribuzione del suo giornale, soprattutto nella forma degli abbonamenti che tutti sottoscrivevano più che volentieri.
Ricordo anche il suo impegno come direttore, da giornalista professionista, di Radio Soveria Uno, una delle prime radio libere della Calabria, con la quale ho avuto l’opportunità di collaborare a lungo.
Ma apprendo, dalla sua biografia pubblicata dal fratello Federico, che fu anche l’ideatore e promotore, oltre che conduttore, dei mitici “Sabati soveritani” che nei mesi di agosto degli anni sessanta ravvivavano il paese in un modo incredibile, con spettacoli musicali o di altro genere, e che sono senz’altro definibili come antesignani delle più moderne manifestazioni estive, da “Essere a Soveria” a “Soveria+”.
Il legame di Rosario Arcuri con il nostro territorio è scontato: è nato a Castagna di Carlopoli e ha compiuto i primi studi a Soveria Mannelli. Ma è un legame che si è protratto nel tempo, anche quando si è trasferito con la sua famiglia a Nicastro, per esempio collaborando con L’Eco della Sila, una testata locale diretta da Nandino Leo a Soveria Mannelli o più tardi, come già detto, con Radio Soveria Uno.
Rosario Arcuri, in definitiva, è un personaggio del nostro territorio che non deve essere dimenticato, perché ha lasciato tracce indelebili nella memoria di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, ma soprattutto perché è riuscito a creare, praticamente dal nulla, qualcosa di impensabile per quei tempi: una rivista di successo, molto letta e molto amata, realizzando così il suo sogno e fornendo un esempio virtuoso a tutti coloro che vorrebbero realizzare qualcosa di innovativo, anche alla nostra latitudine, e non trovano magari il coraggio per farlo.