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Il premio San Giovannino 2019 a Giuseppe Antoci l’ex presidente del Parco dei Nebrodi

SOVERIA MANNELLI – Si terrà sabato 15 giugno alle ore 18, presso la Chiesa arcipretale di San Giovanni Battista a Soveria Mannelli la cerimonia di consegna del premio San Giovannino 2019 a Giuseppe Antoci. L’onorificenza, istituita dalla parrocchia della cittadina presilana e giunta alla seconda edizione, viene annualmente assegnata a personalità della società civile che con il loro agire siano stati “testimoni della giustizia e della verità”. Lo scorso anno, come i nostri lettori ricorderanno, venne assegnata a Gaetano Saffioti, testimone di giustizia della Piana di Gioia Tauro.

Giuseppe Antoci è l’ex Presidente del Parco dei Nebrodi, in Sicilia, noto in tutto il mondo per essere riuscito ad ostacolare la cosiddetta “mafia dei pascoli” che, grazie al silenzio e alla paura di amministratori e cittadini, riusciva a drenare dalla casse dell’Unione Europea centinaia di migliaia di euro. Un business che, si calcola, abbia prodotto in soli dieci anni più di tre miliardi di euro che Cosa Nostra ha reimpiegato in attività criminose.

Il sistema era semplice e perfettamente collaudato. Le famiglie mafiose della zona compresa tra le province di Enna, Caltanissetta, Siracusa e Palermo, spingevano gli amministratori locali a pubblicare bandi con i quali venivano ceduti in affitto terreni pubblici a destinazione agricola per poche migliaia di euro. Vista l’esiguità della somma non era necessario produrre la certificazione antimafia che veniva invece richiesta per importi superiori a 150 mila euro. Al contempo i mafiosi dissuadevano, terrorizzandoli, gli allevatori onesti dal partecipare alle gare, aggiudicandosi così facilmente i terreni grazie ai quali partecipavano a bandi europei ottenendo i contributi destinati agli agricoltori e agli allevatori.

Appena nominato Presidente del Parco, Antoci si accorge di questo losco sistema e applica un protocollo – che diventerà poi legge dello Stato – che prevede la produzione della certificazione antimafia anche per importi di piccola entità. Così facendo riesce a porre i mafiosi fuori gioco.

Ma la mafia non ama farsi mettere i piedi in testa, così nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2016 Antoci è vittima di un attentato avvenuto sui Nebrodi, lungo la strada tra Cesarò e San Fratello, in provincia di Messina. L’auto blindata sulla quale viaggia viene investita da una raffica di proiettili. Si salva grazie alla prontezza degli uomini della scorta e alla tempestività di una jeep del commissariato di Polizia di Sant’Agata di Militello giunta sul luogo.

L’attentato avrebbe potuto trasformarsi in una strage.

Antoci non si lascia tuttavia intimorire continuando la sua coraggiosa azione di contrasto alle mafie.

Quella di Antoci rimane però una presenza scomoda, così nel febbraio 2018 qualcuno chiede e ottiene che il suo incarico da Presidente venga interrotto con sei mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale.

La vicenda di Antoci ha riscosso grande attenzione e ammirazione da parte di intellettuali, uomini di governo e attivisti.

Lo scrittore siciliano Andrea Camilleri lo ha definito “un eroe dei nostri tempi”. Nel novembre 2016 il presidente Mattarella gli ha conferito il titolo di Ufficiale dell’ordine al Merito della Repubblica Italiana.

L’8 novembre dello scorso anno il «Financial Times» gli ha dedicato un lungo servizio così come la trasmissione Rai “I nuovi eroi”.

Antoci ha raccontato la sua vicenda al giornalista Nuccio Anselmo in un libro dal titolo “La mafia dei pascoli” edito nello scorso mese di gennaio dall’editore Rubbettino.

di Antonio Cavallaro

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