Site icon ilReventino.it

I Sileraioi. Il mistero dei guerrieri della Sila

di Domenico Canino –

La Sila, la montagna calabrese, era abitata da un misterioso popolo: i Sileraioi. Poco si sa della storia antica della Sila, si sa che i Romani sfruttavano a fondo le foreste con le societates picarii (società di commercio della pece), e che Cicerone cita, nella sua opera Brutus, riportando un fatto di sangue avvenuto tra boscaioli in Sila nel 138 a.C. proprio per il commercio della pece. Nessun altro popolo oltre i Brettii è citato come abitante del grande bosco.

Ma una preziosa moneta venduta all’asta nei giorni scorsi a Roma presso la casa d’aste Bertolami racconta un’altra storia: quella dei Sileraioi.

Siamo nel 357 a.C. in epoca di colonie greche. I Brettii non sono ancora comparsi. C’erano tanti popoli italici, Enotri, Lucani, etc. Ma in Sila c’erano i SILERAIOI, e sul rovescio della moneta è scritto chiaramente il luogo da dove provenivano: SILA
Queste monete vennero coniate in Sicilia dai tiranni di Siracusa, che le usavano per pagare i mercenari. Ed i Sileraioi erano tra questi mercenari guerrieri. 
Non abbiamo nessuna fonte che ci parla di questo popolo di guerrieri della Sila. Sono un mistero. Speriamo che i nuovi scavi della Soprintendenza in Sila a Cecita riportino alla luce altre monete e reperti di questo misterioso popolo.

I Sileraioi erano i guerrieri provenienti dalla Sila. I guerrieri della foresta appaiono nelle monete di maniera siciliana ritratti nella posizione di “attacking warrior”, cioè guerriero che attacca, con il gonnellino corto, la lancia in resta e lo scudo di foggia italica, tondeggiante e con il braccio infilato dentro la fibbia. E sopra e sotto la lancia la scritta in greco SILA.

Il dritto reca la scritta Sileraioi con il simbolo del toro con la testa umana, che rappresenta in genere il mito della potenza di un fiume, di un corso d’acqua, come in moltissime altre monete greche dello stesso periodo. Dunque nel 357 a.C. esisteva già il toponimo SILA, mentre la lingua latina non esisteva ancora.

Domenico Canino – Architetto appassionato di storia e di culture preistoriche in generale e calabresi in particolare; leggo e comprendo il sumero e, più vado indietro nel tempo, più mi appassiono; il mio approccio alla storia è galileiano: la storia si fa con i reperti e non con le favole ed i miti.

Exit mobile version