Site icon ilReventino.it

Edicola o Icona votiva (Tiriolo). Dalla cultura grecanica alle nuove tecnologie… in una foto di Antonio Renda

La terza immagine che ci regala il fotografo Antonio Renda è un’Edicola, meglio conosciuta come Icona Votiva (nel nostro dialetto “cona” o “conicella”, quando è più piccola), che si trova a Tiriolo in località San Giovanni.

Tutti oggi usiamo le “icone”, quelle virtuali che apriamo, spostiamo, trasciniamo sugli schermi di computer, tablet e smartphone… ma non tutti forse conoscono l’etimologia della parola che deriva dal greco eikon, come spesso avviene attraverso il latino icon.

Il significato originario della parola “icona” ci proviene dal mondo bizantino, che è stato una delle innumerevoli fonti di contaminazione che caratterizzano la Calabria, ed è quello di immagine sacra dipinta, che era oggetto di devozione da parte dei cristiani orientali.

Nel linguaggio di oggi (senza riferimenti alle icone bizantine) è invece un qualunque segno visivo funzionale alla rappresentazione della realtà esterna. Un significato che è stato poi mutuato nel gergo dell’informatica e delle nuove tecnologie della comunicazione per indicare quei simboli che ci permettono di interagire in modo intuitivo con un qualunque dispositivo elettronico.

A commento della sua immagine, o icona che dir si voglia, Antonio Renda ci ha detto:

<<  Edicole o Icone votive: solo un modo per porre l’attenzione su uno dei nostri simboli identitari, che un tempo avevano una precisa funzione “sociale”; sono state un punto di riferimento, di protezione, di arrivo per chi torna… Oggi è l’ennesimo simbolo della nostra cultura in fase di lento disfacimento.  >>

Non resta che aggiungere che la fotografia è uno dei modi per far conoscere il nostro territorio e i tesori che esso contiene, anche al fine di salvaguardarli da quel lento disfacimento che non può e non deve essere un processo irrefrenabile e irreversibile.

Raffaele Cardamone

Più in basso, La foto realizzata da Antonio Renda e, a seguire, la sua Biografia…

Foto di Antonio Renda (Fototeca della Calabria)

Biografia di Antonio Renda

Antonio Renda è un fotografo e un documentarista. E’ nato a Catanzaro nel 1964. Ha compiuto studi universitari di filosofia e antropologia. Professionista dal 1991. Specializzato in fotografia di architettura, arte e turismo. Il suo archivio conta oltre 100.000 immagini sulla Calabria.
Ha collaborato alla realizzazione di numerosi prodotti editoriali con le maggiori case editrici calabresi: Rubbettino, Abramo, Iiriti, e nazionali come Silvana Editoriale, Electa-Mondadori e ha pubblicato sulle riviste: Oasis, Bell’Italia, A tavola, Terre del vino, Qui Touring, Abitare, Informatore Agrario; ha inoltre curato la fotografia per le Riviste: Calabria Rurale, Calabria è, Catanzaro Arberia.

Collabora da molti anni con le maggiori istituzioni calabresi e con case editrici, e autori vari. Per l’Assessorato alla Cultura e al Turismo della Provincia di Catanzaro ha curato i cataloghi per le edizioni della mostra di arte contemporanea “Intersezioni” (ed. Electa) e per la mostre realizzate al Museo MARCA di Catanzaro fin dalla sua fondazione.

Ha inoltre realizzato le immagini per le due edizioni del catalogo del “Museo Storico Militare” di Catanzaro (ed. Rubbettino), i calendari e i cataloghi del “Parco della Biodiversità” di Catanzaro.
Per la mostra “Intersezioni” e il Museo MARCA ha realizzato inoltre i video sugli artisti e le relative mostre.

È responsabile della “Fototeca della Calabria”, associazione che si occupa della divulgazione della cultura e dell’immagine della Calabria, con una particolare attenzione agli scrittori ed artisti calabresi.
Ha inoltre realizzato, negli ultimi anni, numerosi cortometraggi su vari aspetti della cultura calabrese: il mediometraggio “Nella terra di Melusina”, ispirato ad un racconto di Corrado Alvaro, e i cortometraggi “I carbonai di Serra San Bruno”, “Bovari”, “L’ultimo Mugnaio”, “I Palmenti Di Ferruzzano”.

Un’opera fondamentale della sua produzione è il volume fotografico: “Differenze di Vedute – Il paesaggio nella provincia di Catanzaro” (ed. Rubbettino).

Exit mobile version