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Decollatura – Quell’estate del 1943 al mare con il treno delle Ferrovie Calabro-Lucane

di Giovanni Petronio

A Decollatura negli anni  ’30 e ’40 andare al mare o alla colonia per la maggioranza delle persone residenti nell’area del Reventino era una cosa che non si faceva abitualmente o che, in ogni caso, poteva essere fatta eccezionalmente.

In foto Catanzaro Marina, anni ’40, archivio personale

D’estate le comunità delle aree rurali erano molto impegnate a coltivare la terra e avevano poco tempo da dedicare alla società del consumo. Il boom economico infatti “scoppiò” alla fine degli anni ’50 e determinò anche un aumento della domanda di beni e consumi.

Lo sviluppo economico dell’Italia fu legato all’abbandono dell’agricoltura che, spesso, risultava essere di autoconsumo e un avvicinamento alla produzione industriale su vasta scala. La vita delle genti dell’epoca era molto semplice e ripetitiva: nascita-lavoro in campagna-casa-chiesa-matrimonio-figli, il divertimento non era né conclamato né conosciuto. I giovani di Decollatura, ma non solo, quando avevano un pomeriggio libero o una domenica, per rinfrescarsi dalla calura estiva preferivano tuffarsi nelle acque dei torrenti dei fiumi. Acque all’epoca incontaminate e purissime; spesso frequentate solo da maschi che facevano il bagno nudi e di conseguenze mai le ragazze.

Solo ai bagni alle Terme di Caronte (che sorgono alle pendici del gruppo montano del Reventino nel comune di Lamezia Terme ) andavano anche le ragazze!  Quando andava bene i giovani si spostavano verso il mare a Catanzaro Lido, o meglio Catanzaro Marina, grazie ai treni delle Ferrovie Calabro-Lucane, come faceva la signora Ida che mi racconta: “Io e la mia famiglia prendevamo il treno per andare al mare perché io ne avevo bisogno! Glielo disse a mio papà un medico di Catanzaro. Salivamo sul treno a carboni nella stazione di Cerrisi, fermata Decollatura, che era sempre strapieno di gente. Decollatura all’epoca era una zona molto frequentata! Non c’erano quasi mai posti e spesso eravamo costretti a stare in piedi per tutta la durata del viaggio che era di due ore solo per arrivare a Catanzaro e di almeno altri 50 minuti da Catanzaro Città a Catanzaro Marina.

Il treno è stato ed è importante, vero? “Io sono consapevole che senza questo mezzo saremmo finiti male e non avremmo avuto un futuro. A quell’epoca non c’erano le macchine quindi tutti viaggiavamo con il treno; ma era bello, perché si conosceva gente, si parlava. Oggi vedo tutte queste macchine per la strada, una volta non era così! Oggi sembra che la gente si senta talmente importante da non poter utilizzare più la Calabro-Lucana! Si sentono importanti con le macchine…!

Cosa ricorda di quel periodo? “Anche se in quel periodo infuriava la guerra io cercavo di essere felice, volevo provare ad esserlo! Ricordo bene che quando il treno faceva le curve io mi muovevo a destra e sinistra, seguendole idealmente e, mi prendevano tutti in giro. Riuscimmo ad andare un poco al mare anche alla fine dell’estate del 1943, sarà stato verso il 20 settembre, e quello che non dimenticherò sono le case bombardate, gli edifici distrutti, crateri enormi sulla spiaggia dove erano cadute le bombe e tanta sofferenza. C’era un magazzino dove si rifugiavano le persone durante i bombardamenti che, mi pare, venne distrutto. Delle immagini che non dimenticherò mai! In quell’estate molti furono anche gli sfollati che erano scappati e si erano rifugiati a Decollatura!”

C’è qualche episodio che ricorda particolarmente? “In uno di quei viaggi nell’estate dell’armistizio, appena arrivati alla stazione di Catanzaro Marina con la famiglia e un altro gruppo di Cerrisi, i carabinieri quasi quasi ci presero in ostaggio e ci portarono in Caserma! All’epoca spesso sequestravano il contenuto dei pacchi o delle borse delle persone ma, a noi non accadde perché io riuscii a nasconderla! Dentro c’era tanta roba da mangiare che c’eravamo portati da casa”

Una volta arrivati al mare cosa facevate? Beh io ero piccola, avevo 10 anni, e giocavo con mia sorella e altri parenti che venivano da Cerrisi. Non sapevo nuotare ma, era bello rilassarsi su quelle spiagge. Alcuni paesani si facevano delle tende e stavano per qualche giorno sulla spiaggia; noi dopo la guerra abbiamo anche preso la casa e stavamo 15 giorni. Erano tipo case in comunità, prendevamo un appartamento anche tre-quattro famiglie insieme, per risparmiare! Mica avevamo soldi!

La testimonianza della signora Ida da un valore aggiunto a quelle estati che sembrano essere così lontane dal tempo e dallo spazio che, senza le Calabro-Lucane non sarebbero di certo state tali.

Senza il treno difficilmente i giovani e le genti dell’epoca avrebbero visto il mare, (diversi anziani dell’epoca non ebbero infatti questo piacere), o si sarebbero potuti spostare per passare qualche ora in spensieratezza.

I treni delle Calabro-Lucane non furono, e non sono, un bene accessorio ma, costituiscono una rete di comunicazione fondamentale ancora oggi, che deve essere salvaguardata e protetta.

L’ultima foto è tratta da: http://www.icharta.com/it/c-014187-1940-ca-catanzaro-lora-del-bagno-al-lido-cartolina-postale-animata-fg-nv.html.

 

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