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Il Comitato Pro Ospedale del Reventino fa riflettere su un modello ormai accantonato di sanità virtuosa

Il presidente del Comitato Pro Ospedale del Reventino, Antonio Maida, ha diramato un comunicato stampa in cui mette in evidenza la ricchezza dei rapporti umani e lo straordinario spirito di servizio che hanno sempre contraddistinto gli operatori medici e paramedici della struttura ospedaliera che ha sede a Soveria Mannelli.

Attraverso la descrizione di due casi emblematici, un’ostetrica e un pediatra che non esitano, seppure ormai in pensione, di prestare all’occorrenza la propria opera di volontari, il presidente Maida riesce a dare risalto a quella percezione della professione medica come vera e propria missione di cui gli operatori dell’Ospedale del Reventino non hanno mai difettato.

Ecco il testo integrale del comunicato stampa:

<< La tradizione che vuole che l’ospedale di Soveria sia da sempre percepito come una famiglia dagli operatori che negli anni vi hanno prestato servizio continua anche oggi, in una fase di precarietà dovuta agli effetti della spending review. Fatti in tal senso se ne potrebbero narrare a decine, ma oggi vogliamo dare merito a un’operatrice da tempo in pensione che mette a disposizione la sua professionalità in modo completamente gratuito.

Lei è Luisa Tomaino, già ostetrica presso la struttura, una di quelle che è passata alla storia del suo reparto unitamente alla divisone di ginecologia. Saltuariamente compie venti chilometri per raggiungere l’ospedale dove svolge il corso pre-parto alle gestanti del comprensorio. Un servizio che altrimenti non potrebbe essere svolto per la mancanza di personale.

Lei invece viene in ospedale e compie il percorso nascita in modo del tutto gratuito, interagendo con le future mamme istruendole nel loro percorso di gestanti, quando queste sarebbero dovute trasmigrare in altre strutture con le difficoltà del caso.

Un volontariato che questa donna ha nel sangue, visto che è la sorella di Padre Paolino Tomaino, missionario in Africa, conosciuto in tutto il lametino, che si prodiga in Uganda per costruire scuole, chiese e alleviare le sofferenze di chi ha avuto meno fortuna. Lei ci ha detto che ogni volta che sarà chiamata a dare il suo contributo non esiterà a farlo.

E non è il solo caso, basta pensare al dott. Leonardo Sirianni, già pediatra della struttura oggi in pensione e sindaco della città, che ogni qualvolta serve non esita a prestare la sua opera. Basta pensare a un caso non troppo recente quando insieme ai sanitari dell’ospedale ha salvato un bimbo con gravi problemi respiratori e in condizioni più che critiche. Fatti, questi, che dimostrano come nel passato l’ospedale si è guadagnato una certa notorietà anche e soprattutto per la percezione che gli operatori ne hanno avuto.

Non lontano l’incidente avvenuto ai convogli della linea montana delle Ferrovie della Calabria, quando in seguito a uno scontro frontale tra motrici, giunsero al Pronto Soccorso decine di ambulanze e auto private con feriti e contusi. In quell’occasione tutti i medici e paramedici che non erano in servizio raggiunsero l’ospedale per contribuire all’emergenza.

L’ospedale di Soveria è anche questo! >>

Sì! L’ospedale del Reventino è sempre stato anche questo, oltre che un luogo di cura privilegiato da pazienti provenienti da tutta la Calabria, per la professionalità degli operatori e per la qualità delle prestazioni. Ci chiediamo per quale malinteso senso dell’organizzazione e dell’ottimizzazione delle risorse sanitarie non può più essere tale!

di Raffaele Cardamone

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