Bianchi – L’arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano, monsignor Giovanni Checchinato, ha avuto l’opportunità di poter visionare il Museo delle Pergamene in occasione della visita pastorale svolta a Bianchi per la riapertura al culto, dopo i lavori di restauro, della chiesa San Giacomo Apostolo cui hanno partecipato oltre numerosi parroci, sindaci del Roventino – Savuto e Pina Sturino, delegata dalla presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro. E’ quanto riporta una nota pervenuta in redazione.
Qualche giorno prima, il direttore scientifico del Museo delle Pergamene “L. Elvio Accattatis”, professor Mario Francisco Benvenuto, docente Unical, conversando col sindaco Pasquale Taverna, vice sindaco Rino Pascuzzo e la dottoressa Giulia Barreca, responsabile della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria, in visita al Museo, ha invitato il parroco don Giuseppe Trotta a far conoscere il fiore all’occhiello di Bianchi all’Arcivescovo.
A breve giro di telefonate, il segretario del Vescovo, don Pasqualino, ha comunicato la disponibilità dell’alto prelato. Il Museo delle Pergamene del ‘400-500 “L. Elvio Accattatis” custodisce l’ingente patrimonio documentale della famiglia, donato gratuitamente al comune dal compianto cavaliere Luigi Elvio Accattatis assieme alla moglie Carmela Mele. Nato nel 1984 come “Centro di Studi Paleografici di Bianchi” grazie alla disponibilità e lungimiranza del sindaco Pasquale Taverna, nel 2004 divenne “Museo delle Pergamene”, dedicato per l’appunto al benefattore a Luigi Elvio Accattatis, per volontà e avvedutezza del sindaco Aurelio Rocca. Nel 1986 la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria, ha dichiarato di notevole interesse storico il fondo documentale, che testimonia come nel corso della storia di Bianchi e del territorio circostante, gli Accattatis hanno ricoperto le più rilevanti cariche politiche, amministrative ed ecclesiastiche e sono stati uomini di scienza e di cultura. A Bianchi ad accogliere l’arcivescovo Checchinato c’erano il sindaco Pasquale Taverna, il vice sindaco Rino Pascuzzo, con delega alla Cultura, l’assessore Erika Moraca e il direttore scientifico della struttura museale Mario Francisco Benvenuto; presenti anche don Giuseppe Trotta, parroco di Bianchi e Colosimi e don Giuseppe Mancuso, parroco di Pedivigliano.
L’arcivescovo è rimasto molto colpito ed espresso apprezzamento per la ricchezza dei contenuti del museo, dalla tenuta del luogo, le cui luci soffuse e climatizzazione ne consentono una appropriata conservazione e un piacevole approccio. Il professore Benvenuto ha spiegato che le pergamene rappresentano frammenti di storia di una regione, la Calabria, che costituendo l’estremo meridionale della penisola italica, è ed è stato un territorio di transito verso la Sicilia e verso il Mediterraneo, una regione strategicamente fondamentale per i diversi imperi che nei secoli l’hanno governata. Nella mostra permanente – aggiunge – sono esposte una parte dei 300, tra documenti e pergamene antiche, che abbracciano ben quattro secoli dell’umanità (1450-1850 ca.), e che tracciano, la micro e macro storia sociale, politica, economica e pregiosa della Regione e le relazioni tra i cittadini calabresi (atti di compravendita, cessioni, donazioni, ecc.), e tra questi e il Sacro Romano Impero (Privilegi di Carlo V, 1536), il regno di Spagna di re Filippo II e il Regno di Napoli e delle due Sicilie dei viceré Ferdinando IV, Alfonso D’Aragona e Don César Dávalos, da cui si evincono i diritti e i doveri dei cittadini del vice regno. Sono di grande interesse storico-religioso anche le bolle ecclesiastiche dei Papi Clemente XVIII e Benedetto XIII, tra molte altre. Al prezioso valore storico-documentale della mostra si aggiunge l’architettura stessa dei documenti: dalle pergamene in cartapecora, ovvero in pelle ovina come materiale scrittoio alla carta extrafine, sigilli e timbri di ceralacca.