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Tour di Pasquale Tridico nei luoghi del Reventino: sanità, mobilità e scuola, le chiavi dello sviluppo

Uno dei tre candidati alla presidenza della Regione Calabria, Pasquale Tridico (centrosinistra), contrapposto a Roberto Occhiuto (centrodestra) e Francesco Toscano (DSP), ha avuto la sensibilità di visitare, in un tour su strade secondarie e piene di curve, molti paesi dell’area interna del Reventino, l’ex Comunità montana dei monti Reventino-Tiriolo-Mancuso.

Tridico, percorrendo la vecchia Strada statale 19 delle Calabrie, che si distende su un antico tracciato borbonico, è partito da Tiriolo per raggiungere via via San Pietro Apostolo, Serrastretta, Carlopoli, Panettieri, Soveria Mannelli e Decollatura.

Pasquale Tridico

Lungo il percorso, oltre a verificare di persona le condizioni della viabilità, ha avuto modo di constatare qual è lo stato attuale delle Ferrovie della Calabria, su un tratto ancora chiuso per lavori di manutenzione e ammodernamento iniziati il 15 luglio 2023 e non ancora conclusi dopo più di due anni. Si tratta di lavori in parte finanziati dal Pnrr e sicuramente indispensabili, ma portati avanti con troppa lentezza se paragonati a quelli effettuati a tempi di record in altre parti d’Italia e del mondo.

Si è poi recato presso l’ospedale montano di Soveria Mannelli, emblema di una sanità pubblica allo sfascio, che non sfrutta le strutture e le potenzialità che ha già a disposizione. Si costruiscono nuovi ospedali, ma questo non giustifica che non debbano funzionare quelli esistenti come quello del Reventino, dal passato importante e riconosciuto da tutti, che garantiva buone cure e sostenibilità anche finanziaria.

Soprattutto, a Soveria Mannelli, come aveva già fatto negli altri centri toccati dal suo tour, si è fermato a parlare con la gente, perché, come gli ha ricordato qualcuno dal pubblico, «il calabrese vuole essere parlato» e, se lo diceva uno come Corrado Alvaro, allora bisogna crederci. Ma anche ad ascoltare, giovani e adulti, anziani, tutti e con attenzione.

Tridico con il sindaco Michele Chiodo

Qui, presentato dal sindaco Michele Chiodo, che ha ricordato i nodi cruciali che costituiscono un freno allo sviluppo possibile di questo territorio, ha argomentato con calma e senza polemizzare più di tanto con i suoi avversari. Solo ha evidenziato l’inopportunità a suo avviso di dare le dimissioni per ricandidarsi nell’istante successivo. «Sono venuto in vacanza e mi sono ritrovato candidato» è la sua considerazione a margine, visto il precipitare degli eventi che lo hanno costretto a una decisione subitanea, ma pur sempre conseguenza diretta di un impegno profondamente sincero per la sua regione.

Ha capito, Tridico, che lo spopolamento di questi luoghi non è tanto una questione di mancanza di lavoro, che in parte c’è, in parte si può inventare e in parte può essere ormai svolto a distanza perché la tecnologia lo consente, ma di mancanza di servizi essenziali: sanità, mobilità e scuola gli elementi che condizionano la permanenza di giovani e famiglie che fanno nascere altrove i loro figli, mentre qui le nascite sono sempre più rare.

La sanità è un fattore determinante, perché in molti luoghi della Calabria «si ha paura di ammalarsi». La sua ricetta è far rimanere o tornare i medici calabresi con i giusti incentivi: professionisti disposti a riprendersi la loro vita permanentemente nella propria terra, mentre i pur bravi medici cubani prima o poi se ne andranno.

Il pubblico

E poi ci vuole una nuova politica industriale per un comparto da anni in pieno declino, formando competenze adeguate e trattenendo così giovani e meno giovani, offrendo loro concrete opportunità di lavoro. «Basta chiudere fabbriche per aprire bar e ristoranti» dichiara con veemenza e non gli si può dare torto, visto che non ci si può illudere, dati alla mano, che una regione possa vivere solo di turismo.

Tanti altri i temi trattati: dall’immancabile ponte sullo Stretto «che devasta l’ambiente e non serve a nessuno» al reddito di dignità che invece «serve a non sentirsi esclusi», fermo restando – come gli viene fatto notare dal pubblico – che dovrà essere solo per chi è davvero povero e privo di adeguati strumenti per inserirsi nel mercato del lavoro, magari aiutandolo con politiche attive a ricostruirsi una vita anche lavorativa.

Dialogo con i giovani

E cita, non per caso, due “cervelli” che si occupano molto di aree interne e che reputa ingiustamente finora inascoltati: Domenico Cersosimo e Francesco Aiello, entrambi docenti all’Unical e il secondo originario di Carlopoli. Si può immaginare che intenderebbe valorizzarne le elaborazioni teoriche sulle quali una seria riflessione porterebbe solo del bene a questi territori.

Concluso il tour, resta l’impressione che esiste quanto meno una visione strategica e un forte interesse per dei luoghi elettoralmente poco significativi, visto che, nei sette centri visitati, si contano appena 15mila abitanti, che però erano quasi il doppio solo un ventennio fa.

Raffaele Cardamone

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