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Sul treno bianco dell’Unitalsi diretto a Lourdes, anche i volontari e i “loro ragazzi” del Reventino

Anche quest’anno partirà un treno bianco per Lourdes della sottosezione Unitalsi di Lamezia Terme. E anche quest’anno il gruppo dei volontari del Reventino accompagnerà alcuni dei disabili di cui si prende sempre cura, con costanza e abnegazione.

Il treno bianco è composto da 14 vagoni: alcuni dei quali “barellati” (per gli ammalati più gravi) o “attrezzati” (per i disabili in carrozzella), il vagone mensa, quello segreteria, la cappella e tutti gli altri per i pellegrini. Partirà dalla stazione di Lamezia Terme alle 11:22 di domenica 10 giugno e arriverà a Lourdes alle 14:30 di lunedì 11.

Il volontario Unitalsi Francesco Bonaddio, convinto com’è che “il male si vince solo facendo del bene” è in prima linea anche quest’anno, animato sempre dallo stesso spirito di servizio nei confronti di quelli che gli piace definire “i suoi ragazzi”. Ad affiancarlo ci saranno la dama dell’Unitalsi Carla Porto Bonacci e la pellegrina Fortunata Ferraro.

Abbiamo chiesto al volontario Francesco di raccontarci il significato profondo di questa sua esperienza, che si rinnova ogni anno:

<< Da anni partecipo ai treni bianchi e ogni volta è una forte emozione: tra Lourdes e gli ammalati si crea un rapporto speciale. Il fascino seducente di un pellegrinaggio è che in esso si fa esperienza dei ritmi fondamentali che scandiscono il cammino della vita. Il tempo e gli spazi di un pellegrinaggio, che per un verso sono così diversi da quelli ordinari, per un altro verso sono decisivi per comprendere il senso di ogni giorno che ci è dato vivere.

Il pellegrinaggio, proprio nella sua eccezionalità, è una “esperienza spirituale” rivelatrice e paradigmatica del senso complessivo e degli elementi costitutivi dell’esperienza umana del cristiano. L’esperienza del volontario aiuta anche ad affrontare i momenti più difficili della propria vita. Ed è anche vero che chi ha sofferto personalmente capisce più in profondità e vive più intensamente il suo servizio a chi soffre.

L’incontro con Maria è un incontro unico, è un incontro con una mamma che ci ha sempre amato e che ci amerà sempre. L’acqua e la grotta rappresentano un momento di profonda emozione. Ogni volta che alzo lo sguardo verso di Lei, mi sento amato, protetto, compreso.

Le divise che indossiamo, tra il bianco delle dame e il blu dei barellieri, indicano che siamo a Lourdes per servire chi è meno fortunato di noi. I nostri disabili sorridono perché sanno di essere al centro dell’attenzione. Lourdes è la testimonianza concreta dell’amore di Cristo per gli uomini: “Dio anticipa gratuitamente i propri doni ma questi non diventano nostri senza che noi lo vogliamo.” La Madonna ci chiama e ci sceglie per andare da Lei, per portare a Lourdes gli ultimi, i dimenticati dalla società. I nostri ragazzi sono “le perle del Cielo” e servendo loro si serve Gesù. >>

Francesco Bonaddio ci tiene particolarmente a sciorinare tutti i nomi dei suoi “ragazzi del Reventino”, le “perle di Gesù” che accompagnerà in questo viaggio che sarà di certo straordinario per entrambi:

<< Maria Pascuzzi, Michelangelo Pascuzzi, Teresa Bitonti (al suo primo viaggio), Gabriele Prestia (accompagnato dalla mamma Maria Pascuzzi, al suo primo viaggio), Giovanna Caligiuri, Francesco Bova (accompagnato dalla sorella Silvana, al loro primo viaggio), tutti di Soveria Mannelli; Luisito Pascuzzi e Domenico Lucente di Decollatura. >>

Inoltre vuole indirizzare un grande ringraziamento e un segno di infinita riconoscenza al presidente della sottosezione Unitalsi di Lamezia Terme, Carlo Mercuri, e al parroco di Soveria Mannelli, don Roberto Tomaino, per il loro sostegno; ma anche un pensiero e un’esortazione rivolti ai tanti soci dell’Unitalsi sparsi in tutt’Italia:

<< Siete uomini e donne, mamme e papà, tanti giovani, che, mossi dall’amore per Cristo e sull’esempio del buon samaritano, di fronte alla sofferenza non voltate la faccia. Andate avanti con questa virtù. Cercate sempre di essere sguardo che accoglie, mano che solleva e accompagna, parola di conforto, abbraccio di tenerezza. >>

E così una piccola parte di Reventino si trasferirà per qualche giorno a Lourdes, una delle sue parti migliori, fatta da un gruppo di persone che soffrono e da altre che provano in tutti i modi ad alleviare le loro sofferenze.  È auspicabile che questo gruppo, al suo ritorno, riesca a riportarsi simbolicamente dietro una piccola parte di Lourdes per donare o conservare il sorriso sulle facce dei disabili e degli ammalati, perché, a dirla ancora con le parole del volontario Francesco: “Il sorriso è il principio dell’amore e il mondo è più luminoso quando la sofferenza sorride!

di Raffaele Cardamone

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