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Soveria Mannelli: Per disegnare l’ospedale del futuro, un documento congiunto Asp-Comitato

Nella sala riunioni dell’ospedale di Soveria Mannelli, al termine dell’incontro tra i rappresentanti dell’Asp Catanzaro e del Comitato pro ospedale del Reventino, la soddisfazione era palpabile e si poteva facilmente leggere sul volto di tutti i partecipanti. In particolare di Antonio Maida e Alessandro Sirianni, rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato, che hanno potuto finalmente vedere «i primi frutti di un lavoro portato avanti da dodici lunghissimi anni di lotta e di proposte».

Evidentemente il metodo che il commissario alla Sanità calabrese Saverio Cotticelli ha voluto sperimentare, suggerendo di mettere nero su bianco una proposta organica per l’ospedale di Soveria Mannelli, concordata tra addetti ai lavori e cittadini, ha funzionato a dovere. Ovviamente, nell’incontro precedente, che si era tenuto presso la cittadella regionale, Cotticelli, oltre a promuovere questo metodo nuovo, che ha rappresentato per il territorio del Reventino una vera e propria rivoluzione copernicana, ha anche fissato le sue condizioni, chiedendo che si tenesse conto di due fattori essenziali: mantenere i servizi ospedalieri e garantire la sostenibilità economica.

Nel corso dell’incontro, l’Asp Catanzaro è stata rappresentata da Antonio Gallucci, direttore sanitario Pou, Domenico Tomaino, direttore sanitario del presidio ospedaliero, e Irene Torchia, responsabile del personale paramedico, ai quali si sono aggiunti il primario della chirurgia, Manfredo Tedesco, e l’oncologa Peppina Molinaro. A presenziare, anche il sindaco della città Leonardo Sirianni.

Antonio Gallucci ha subito tenuto a precisare che l’ospedale «non dovrà perdere nessuno dei servizi attuali, così come dettato dalle prerogative inserite nel decreto Scura e riguardanti le zona marginali». Alessandro Sirianni ha spiegato «i limiti strumentali che non consentono una piena fruibilità dei servizi» e individuato un altro punto debole nella «carenza di figure specialistiche», mentre Maida si è soffermato sul Pronto soccorso e sull’esigenza di «metterlo nelle condizioni di garantire il servizio al territorio, senza il quale l’ospedale non sarebbe tale». Leonardo Sirianni, ha fatto presente come «l’amministrazione ha prodotto una delibera unitaria, volta a sostenere la struttura, richiamando a un senso di responsabilità verso quest’area montana». Manfredo Tedesco ha puntualizzato come il «Day surgery [la “chirurgia di giorno”] ha di fatto decongestionato l’ospedale di Lamezia Terme», mentre «la specialistica potrebbe funzionare meglio se implementata di consulenze capaci di attrarre utenza, caratterizzare l’offerta chirurgica e fornire il giusto supporto al Pronto soccorso». L’oncologa Molinaro ha affermato che «in questo territorio c’è una forte domanda in questo senso» e che «l’ambulatorio potrebbe essere più completo se venisse messo nelle condizioni di effettuare terapie suppletive». Irene Torchia ha ricordato l’importanza della «motivazione degli operatori che è capace di dare una connotazione positiva a tutta la struttura».

Le parti si sono quindi messe subito al lavoro per redigere un “documento di indirizzo unitario” incentrato su ciò che dovrà essere l’ospedale nei prossimi anni, con la certezza che, qualora si trovasse un accordo che tenga nel dovuto conto i paletti posti dal commissario, le indicazioni in esso contenute potranno essere inserite a pieno titolo nel nuovo Piano di riorganizzazione ospedaliera per la Calabria, che si sta redigendo e che supererà il vecchio decreto dell’ex commissario Scura tuttora in vigore.

di Raffaele Cardamone

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