«In Calabria, non bastano solo i nuovi commissari, serve un progetto per la sanità regionale. Serve più personale e necessita una riorganizzazione e provvedere alla nomina dei responsabili dei presidi ospedalieri e dei dipartimenti» lo rileva il Il segretario della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, Francesco Esposito, tra l’altro impegnato con un’intensa attività ed una costante presenza nel territorio del Reventino (per di più originario di Conflenti, svolge la professione di medico nel suo paese di cui è stato anche sindaco nel mandato legislativo tra il 2006-2011, inoltre attualmente è anche presidente del Gal Due Mari che ha sede a Soveria Mannelli) ha inteso diramare una nota per rilevare la situazione della sanità che si verifica in Calabria.
Parte la “giostra degli incarichi commissariali” nella sanità calabrese e, come consuetudine, si ripetono errori in assenza di una programmazione del personale e una politica di rilancio di uno degli snodi strategici della nostra Regione. Questa la preoccupata riflessione del segretario nazionale di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu, Francesco Esposito, in occasione delle nuove nomine dei commissari nelle varie aziende Ospedaliere e sanitarie.
“C’è bisogno del pieno rispetto delle regole e delle normative vigenti – ha continuato il segretario nazionale Fismu – a cominciare dunque dalla riorganizzazione dei dipartimenti, con la nomina dei nuovi responsabili, come previsto. Si pensi, per esempio, all’azienda ospedaliera di Cosenza dove, nonostante ci siano le professionalità con i requisiti richiesti, il responsabile del dipartimento cardio toraco vascolare è stato incaricato ad interim anche per il dipartimento di chirurgia, creando non poca confusione e malumori. Da oltre due mesi alcune liste di attesa per interventi chirurgici sono ferme per palese carenza organizzativa”.
“La nomina dei capo dipartimento (o la riconferma di chi ha ben operato) – conclude Esposito – darà sicuramente nuovo slancio e nuova linfa. La sanità in Calabria è al palo da troppo tempo, bisogna dare un segnale forte con nuova energia e nuove idee. Gli operatori, ma soprattutto i pazienti sono stanchi di aspettare”.