
A quasi tre anni dalla suggestiva laurea condivisa tra zia e nipote — Pina Cerchiaro e Giuseppe Antonio Bagnato, avvenuta il 5 dicembre 2022 — infatti, Pina Cerchiaro ha concluso con lode il biennio di specializzazione in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, presentando una tesi dal titolo
Sarvata. Storie di donne nell’area del Reventino. Alla discussione erano presenti il direttore dell’Accademia Virgilio Piccari, la relatrice professoressa Lara Caccia e il correlatore professor Piero Zuccaro. Il lavoro ha ottenuto la valutazione massima di 110 e lode, riconoscimento che non premia solo un percorso accademico, ma celebra anche un’intensa attività di ricerca radicata nel territorio.
Sarvata si inserisce nel solco del progetto I Solchi del Tempo, avviato insieme a Bagnato e incentrato sulla valorizzazione del patrimonio umano e culturale del Reventino.
Al centro della nuova indagine di Cerchiaro c’è la figura femminile: donne che, con coraggio e determinazione, hanno segnato la storia locale e nazionale, spesso restando ai margini della narrazione ufficiale. La tesi intreccia la “macro-storia” — fatta di legislazioni, diritti conquistati e protagoniste nazionali — con la “micro-storia” delle donne comuni: contadine, brigantesse, madri, lavoratrici. Voci spesso dimenticate, ma che hanno saputo sollevarsi, combattere e seminare speranza per un futuro di emancipazione.
Il lavoro di Cerchiaro non si limita a ricostruire il passato: è un’indagine viva, che individua nel presente i segni concreti di un cambiamento in atto. Tra le realtà del territorio messe in luce nella tesi, spiccano i Centri Antiviolenza, come le associazioni Per Te e Demetra, che operano quotidianamente per offrire sostegno, tutela e consapevolezza alle donne.
Un altro spazio significativo per il confronto culturale e la sensibilizzazione è rappresentato dal gruppo di lettura della Biblioteca Luis Scalese di Serrastretta (CZ), dove la parola diventa strumento di resistenza e condivisione.
Cerchiaro analizza inoltre il ruolo dell’associazione Arsac, impegnata nella riqualificazione del territorio attraverso l’agricoltura e l’artigianato, con particolare attenzione all’antica arte della tessitura: una pratica millenaria, le cui origini affondano nella Magna Grecia, e che ritorna come eco profonda anche nella sua produzione artistica.
Nelle opere di Pina Cerchiaro, infatti, il gesto pittorico si intreccia al filo della memoria femminile, evocando trame, nodi e legami che richiamano da vicino le poetiche tessili di Miriam Schapiro e Maria Lai.
Come in un telaio invisibile, ogni groviglio, ogni segno sulla tela diventa simbolo di una ferita, ma anche di una possibile rinascita. L’arte si fa così spazio di ascolto e di riscatto, dove il personale diventa universale e l’intimo si trasforma in voce collettiva. Tra stratificazioni di colore e fili immaginari, Cerchiaro ricama storie di donne che hanno lottato, e continuano a lottare, per affermare la propria presenza nel mondo. E proprio come nei lavori della Lai o nelle composizioni femministe della Schapiro, anche nelle sue tele la materia non è mai neutra: è corpo, è voce, è atto politico.
In un momento storico in cui i casi di femminicidio, in Italia e nel mondo, continuano a crescere, il messaggio di Sarvata arriva come un sussurro potente, come un canto che risale le valli e le montagne del Reventino per farsi memoria, riscatto, futuro. Parlare di emancipazione non è mai un gesto scontato, e raccogliere queste storie è un atto di cura. Perché ogni donna, prima o poi, merita di sentirsi “sarvata”: salvata dalla dimenticanza, liberata dalla paura, riconosciuta nella sua interezza”.