Caro Tito, ecco una bella notizia: da marzo 2024 il libro “Calabria la prima Italia” dell’americana Gertrude Slaughter nella sua traduzione italiana di Sara Cervadoro è già nella sua seconda edizione Meligrana di Tropea. Infatti, la prima edizione (uscita dalla tipografia nel novembre scorso) è andata esaurita in poco più di tre mesi. Ciò vuol dire che, piano piano, si fa sempre più largo l’idea e la consapevolezza delle nostre più remote origini italiane che hanno le loro radici proprio in Calabria, in particolare nell’Istmo tra i due golfi di Squillace e di Lamezia. Questo dato positivo ci fa ben sperare che pure le nuove generazioni siano interessate alla storia fondante del nostro oggi. Adesso con questa “Lettera n. 533” ti informo sul calendario delle presentazioni che si succederanno nei prossimi mesi.
1 – SOVERATO 17 MAGGIO ORE 18.00
La presentazione a noi più vicina è quella che avrà luogo nella Sala consiliare del Palazzo di Città di Soverato (CZ) alle ore 18.00 di venerdì 17 maggio 2024. Alla presenza dell’Editore Giuseppe Meligrana, terrà la relazione centrale il prof. Giulio De Loiro della vicina Satriano, di cui è stato vice-sindaco dal 1988 al 1990 e sindaco dal 1992 al 1994. De Loiro è un personaggio molto conosciuto nel nostro comprensorio, specialmente dalle tante generazioni (me compreso) cui ha insegnato (Latino e Greco) al Liceo Salesiano di Soverato, ma anche nella scuola media di Satriano Marina. Il prof. De Loiro ha al suo attivo diverse pubblicazioni a stampa; queste sono le più importanti: GENTE NOSTRA (Gli uomini e le donne dalle mani operose veri protagonisti della storia di Satriano) Rubbettino 2009; SATRIANO NEL ‘700 ATTRAVERSO I DATI DEL CATASTO ONCIARIO – Rubbettino 2011; SATRIANO E DON MIMMO BATTAGLIA IN UN ABBRACCIO D’AMORE – Sud Grafica Davoli 2017; CENTO ANNI DI DON BOSCO A SATRIANO – Sud Grafica Davoli 2019; SATRIANO- BRASCA ANDATA E RITORNO – Sud Grafica Davoli 2023.
Da qualche anno collabora con l’Associazione Culturale di Badolato “La Radice”, dove, nel 2015, si è tanto impegnato, assieme ad altri amici, alla pubblicazione de “La Platea dello Stato di Badolato”, un prezioso volume che offre ai lettori un interessante spaccato della storia medievale dei paesi del basso Ionio catanzarese. Essendo nato a Catanzaro il 06 maggio 1944, il prof. Giulio De Loiro fra qualche giorno compirà 80 anni tondi tondi. A Lui (e alla sua famiglia) i nostri più affettuosi e sinceri AUGURI di BUON COMPLEANNO e di lunga e buona vita.
2 – DAVOLI – BIBLIOTECA CALABRESE – LAMEZIA TERME
Altre presentazioni avranno luogo a Davoli, nel Vibonese e a Lamezia Terme. A Davoli (CZ) l’evento è già in fase di organizzazione da parte della Biblioteca Pubblica dei Vincenziani, diretta dal prof. Aldo Marcellino coadiuvato da un lodevole gruppo di professionisti locali, tutti volontari. Manca solo la data, che, ovviamente, renderemo nota a momento opportuno. Pure qui sarà presente l’editore Meligrana così come nel Vibonese dove si è già attivata la Biblioteca Calabrese, diretta dalla dottoressa Maria Teresa Iannelli, nota archeologa. Daremo più precise informazioni appena ci verranno comunicate. In divenire è pure la presentazione a Lamezia Terme, comunità che dovrebbe sentire più di tutti “la Prima Italia” di cui è stata cooprotagonista nell’antichità assieme a Squillace, ma ha dimostrato più volte di stentare a credere in sé stessa e a svolgere il ruolo datale dalla Storia.
Infatti, come ricorderai, per il giugno 2022 era tutto pronto per effettuare proprio a Lamezia Terme la “Prima Festa del Nome Italia” quando un’assessora della Giunta del sindaco Paolo Mascara è riuscita a far retrocedere dall’organizzazione il Comune e l’importante evento è stato così annullato per essere ripreso poi, l’anno seguente, a Davoli dove il 21 giugno 2023 si svolta con enorme successo tale Festa assieme al PREMIO PRIMA ITALIA. Quando si deciderà la “grande città” di Lamezia a dimostrare di esser degna della sua Storia che la vede cooprotagonista, assieme a Squillace, della Prima Italia?…
3 – LA FESTA DEL MARE IN MONTAGNA A DECOLLATURA?
Caro Tito, come ti ho informato e descritto più volte, nel 1992 ho proposto e contribuito a realizzare LA PRIMA FESTA DEL MARE IN MONTAGNA in Villacanale di Agnone del Molise … una manifestazione che avrebbe dovuto essere sia ecologica che gastronomica con la SAGRA DEL PESCE. Infatti, il 13 agosto 1992 per la parte ecologica il Vescovo di Trivento mons. Antonio Santucci ha celebrato Messa proprio a 1100 metri slm alle tre sorgenti di Rio Verde (un fiume affluente del Sangro) in Comune di Pescopannataro IS; mentre per la parte gastronomica ha debuttato con grande successo LA SAGRA DEL PESCE (sempre in montagna), evento che esiste ancora e che ogni anno attira in Villacanale di Agnone (750 metri slm) molte centinaia di appassionati, segnando sempre non il “tutto esaurito” (oltre 500 coperti, mentre le richieste a volte arrivano a quasi mille).
Perché proprio a Decollatura? … Perché nella zona della montagna di Decollatura esistono assai vicini le due sorgenti dei fiumi Amato (che sfocia nel Tirreno a Lamezia) e Corace (che si immette nello Jonio a Catanzaro Lido). Questi sono i due fiumi della Prima Italia poiché ne caratterizzano l’Istmo tra Lamezia e Squillace.
Sono i fiumi dei “Due Mari” e, quindi, dell’Istmo e della Prima Italia. Il prof. Vincenzo Viterbo si è inventato il “Premio Due Mari” per dare riconoscenza e riconoscimento alle cosiddette “eccellenze calabresi” che si fanno onore in tutto il mondo.
La prima edizione di tale Premio ha avuto luogo proprio a Decollatura il 23 agosto 2023 con vero grande successo.
Ritengo che la FESTA DEL MARE IN MONTAGNA legata ai due fiumi Amato e Corace e, quindi, ai Due Mari della Prima Italia possa essere un evento che, assieme alla SAGRA DEL PESCE (magari con le patate di Decollatura), potrà dare sicuro clamore e adeguata attrazione socio-turistica e valoriale alla zona del Reventino e all’intero Istmo. Ti ricordo che nell’estate 2021 ho avanzato eguale proposto alla comunità di Soveria Mannelli, nel cui comune c’è la sorgente del fiume Amato. Lo slogan? … IL MARE NASCE IN MONTAGNA … vale a dire che se teniamo puliti i fiumi pure il mare sarà più pulito. Ciò si presta a diverse valorizzazioni: non soltanto il turismo usuale ma anche un momento di educazione delle scolaresche come FESTA DEL MARE ALLE SORGENTI DELL’AMATO E DEL CORACE. Vedremo se tale idea-progetto-proposta verrà accolta e attuata da qualcuno. Rinnovo pure qui la mia disponibilità a collaborare.
4 – L’ANTIFESTA DEL LAVORO E INTITOLAZIONI GENERALI
Caro Tito, domenica 30 aprile 1989 ho realizzato in Agnone del Molise (Isernia) la prima edizione dell’ANTI-FESTA DEL LAVORO raccogliendo un gran numero di disoccupati, molti dei quali attorno ai trenta anni e spesso tanto oltre. A distanza di ben 35 anni quasi nulla è stato fatto per lenire le sofferenze e le enormi difficoltà di chi non ha lavoro. Tutti i Governi da decenni ripetono che nessuno viene lasciato indietro e da solo … purtroppo non è così … sono ancora troppi in questo Paese coloro i quali non hanno la dignità di un lavoro e di una vita normale. E spesso vengono pure denigrati come quelli del “divano” (fannulloni, inetti e scansafatiche). Pure così l’Italia paga il fatto che le culle sono vuote e che sempre più coppie di giovani convivono, non si sposano e non generano proprio perché non hanno i mezzi per poter mettere su famiglia. In tal modo l’Italia si sta depotenziando e dequalificando, rischiando molto nel confronto con le altre Nazioni. E la retorica euforica non la salva più.
In tal modo l’Italia (Paese dei paradossi e dei troppo forti egoismi corporativi, settoriali e politici) si avvia verso il declino e persino l’autodistruzione. Inoltre i più poveri e i più deboli rinunciano persino a curarsi poiché non si possono permettere la più costosa privatizzazione della Sanità o sono costretti all’emigrazione sanitaria e a tanto altro che costituisce un lento e silenzioso genocidio delle classi più basse e persino medio-basse.
Una specie di nuova “Rupe Tarpea”?… Infatti è in atto, contro lo spirito della Costituzione Italiana, una sottile distruzione dei cittadini non-tutelati per favorire i più tutelati (che solitamente sono quasi sempre clienti elettorali o filo-governativi) specialmente le classi medio-alte e i privilegiati. Inoltre, con il continuo spopolamento (in particolare con l’emigrazione delle forze giovani e di intere famiglie verso il Centro-Nord) il nostro Sud è destinato alla desertificazione e all’insignificanza, la quale sarà aggravata definitivamente e irrimediabilmente da quella cosiddetta Autonomia Differenziata che darà il colpo di grazia ad un Meridione spogliato dal 1860, tuttora depredato e mai risarcito.
Dopo L’ANTIFESTA DEL LAVORO ho pure evidenziato i troppi infortuni e morti sul lavoro. Così, lunedì mattina 02 maggio 2011, su mia proposta, a Belmonte del Sannio (Isernia) è stato intitolato a Francesco Paolo Longo (1917-1974) uno dei ponti più alti d’Europa, quello sul fiume Sente che unisce il Molise all’Abruzzo, per la cui edificazione questo operaio ha sacrificato la propria vita. Da allora non mi stanco mai di proporre alle Istituzioni e alle Autorità competenti di intitolare ai “caduti sul lavoro” ponti, gallerie, altre infrastrutture e persino aule di scuola e qualsiasi altra toponomastica. Però, constato che la società civile, istituzionale e politica, non è adeguatamente sensibile al dovere morale ed etico di onorare con una qualche intitolazione coloro i quali sono morti sul lavoro (oltre mille ogni anno nella sola Italia). Ho persino pregato di farsi promotore di tale proposta un alto consulente dello Stato per le Infrastrutture. Però la vedo troppo dura. Non si ha la dovuta sensibilità per tali aspetti della vita e della morte delle persone, specialmente di coloro che sacrificano la propria vita per il bene comune. E le famiglie restano senza un minimo di conforto etico e morale da parte della società. Invano, quindi, ho lanciato da oltre dieci anni il progetto delle INTITOLAZIONI GENERALI a persone che muoiono per renderci più comodi e felici. Purtroppo la nostra Società e il nostro Stato sono, tutto sommato, ancora assai poco etici.
E la dimostrazione che ciascuno di noi, la nostra Società e il nostro Stato siamo fin troppo poco etici ci proviene da ciò che accade in questi due anni travagliati dalle guerre in Ucraina e in Medio-Oriente. C’è gente che tifa per l’uno o per l’altro contendente (come se fosse una partita di calcio), ma pochi manifestano davvero per il disarmo, per un mondo in pace senza più né armi né guerre. E’ da pensare che non abbiamo sufficiente cognizione di cosa sia una guerra, perché altrimenti ne avremmo un tale e tanto orrore che scenderemmo in piazza a manifestare in modo così deciso e determinato che qualsiasi Potere avrebbe paura di armarsi. Al seguente paragrafo 5 ti trascrivo il messaggio-invito che Salvatore Mongiardo (il nostro filosofo di Soverato e scolarca a Crotone) ha appena inviato ai suoi amici-seguaci per la NONA GIORNATA MONDALE PER LA DISTRUZIONE DELLE ARMI 2024. Ne ho celebrata una pure io il 10 giugno 2018 in Agnone del Molise, distruggendo le armi giocattolo nella forgia Mazziotta alla Ripa.
5 – CROTONE IL 16 GIUGNO PER LA ROTTAMAZIONE DELLE ARMI
Care Amiche e cari Amici, venti di guerra da Ucraina e Medio Oriente minacciano la devastazione totale e allarghiamo le braccia rassegnati, convinti che il mondo è stato sempre violento e non cambierà mai. In effetti, negli ultimi seimila anni ci sono state guerre, stragi, eccidi, devastazioni e distruzioni senza numero. Ma prima non era così e lo dimostrano le numerose ricerche di eminenti archeologi, genetisti, linguisti e antropologi, in primo piano due donne: Marija Gimbutas e Riane Eisler. Dal 1950 a oggi sono state trovate molte migliaia di statuette, tombe, dipinti, vasellame, altari e villaggi che testimoniano che le popolazioni dell’Antica Europa vivevano in comunità pacifiche guidate dalle donne: non c’era sottomissione dei maschi alle donne le quali trattavano tutti in modo materno come figli e figlie. Quel periodo neolitico durò circa quattromila anni, dall’8000 al 4000 a. C., durante il quale non c’erano armi né fortificazioni né guerre in quella Età dell’Oro o Paradiso Terrestre che non sono una leggenda, ma la testimonianza di un’epoca realmente esistita. In seguito, dal nord-est del continente euroasiatico arrivarono a cavallo i bellicosi indoeuropei che sottomisero l’Antica Europa e portarono schiavitù, guerre, eccidi, potere di vita e di morte sulle persone e tolsero inoltre alle donne ogni libertà. La letteratura scientifica al riguardo è enorme, ma noi suggeriamo la lettura del testo più accessibile, il famoso libro di Riane Eisler: IL CALICE E LA SPADA.
Dal 2016 la Nuova Scuola Pitagorica ha celebrato ogni anno una giornata dedicata alla distruzione di tutte le armi. Vari motivi si sono accampati per fare una guerra: la difesa dei confini, i diritti dinastici, lo spazio vitale e le religioni che non hanno portato quella pace che i popoli desiderano, ma che i governi non sanno o non vogliono attuare. Per questo motivo noi pitagorici affrontiamo il problema delle guerre dai mezzi con i quali esse si combattono: le armi. Senza armi non si possono fare le guerre, e allora dobbiamo distruggere le armi, perché siamo stanchi di vivere sotto l’incubo della devastazione e con scarsi mezzi: le immense risorse destinate alla produzione di armi potrebbero permettere la vita gratis a tutti. Quest’anno 2024 l’incontro si terrà presso gli stabilimenti della ditta di rottamazione metalli MOSMODE, dove distruggeremo con un martello su un’incudine armi giocattolo al grido di: Basta armi, basta guerre! È un gesto fortemente simbolico che invita i popoli ad arrivare alla distruzione reale delle armi, orrenda eredità di un passato che noi decisamente rifiutiamo.
GIORNATA MONDIALE PER LA DISTRUZIONE DI TUTTE LE ARMI
DOMENICA 16 GIUGNO 2024 ALLE ORE 11
CROTONE – Località San Giorgio, Via Fiume Esaro, 34
Le donne generano la vita e la proteggono in ogni situazione: la salvezza dell’umanità è nelle loro mani. Noi uomini saremo al fianco delle donne e le aiuteremo ad andare al potere non per fare quello che gli uomini hanno fatto finora, ma per rendere la vita un’avventura bella e festosa come fu quando esse guidavano la società. Viste le numerose sollecitazioni che riceviamo, pensiamo di ripetere l’incontro a Roma e Milano, ma voi tutti, cittadini e organizzazioni, potete proporre e attuare incontri simili, manifestazioni e cortei pacifici nei luoghi dove vivete. Nessun governo al mondo potrà resistere a un sommovimento di uomini e donne che chiedono una pace vera attraverso la distruzione di tutte le armi come cannoni, bombe tradizionali e nucleari, mezzi corazzati terrestri, sottomarini, missili e droni, aerei e navi militari. Noi siamo pronti ad aiutarvi: contattateci! Vi manderemo per tempo la locandina dell’evento. Un’antica espressione latina incitava: Carthago delenda est, bisogna distruggere Cartagine. Noi oggi diciamo: Arma delenda sunt, bisogna distruggere le armi. Evoè! Firmato da Salvatore Mongiardo, Scolarca: 348 782 0212 – Marco Tricoli, Presidente: 335 796 7230 – Rosa Brancatella, Consigliere: 331 687 0963 – http://www.nuovascuolapitagorica.org – Crotone 20 aprile 2024
6 – STATUA DI RE ITALO ALL’AEROPORTO DI LAMEZIA TERME
Caro Tito, quasi in contemporanea, stamani mando la seguente breve nota-stampa ai principali giornali web calabresi: Domenico Lanciano, conosciuto anche come colui che nel 1986 ha messo in vendita Badolato borgo per salvarlo dallo spopolamento, è il fondatore-responsabile dal 1982 dell’Associazione culturale CALABRIA PRIMA ITALIA ed organizzatore dell’omonimo premio assegnato ogni 21 giugno a coloro i quali, personaggi ed aziende, portano avanti Re Italo, pure come colui che ha dato nome all’Italia proprio in questi luoghi dell’Istmo tra i Golfi di Lamezia e di Squillace ben 3500 anni fa. Lunedì 14 marzo 2022 ha proposto di erigere una statua monumentale a Re Italo da collocare al centro della Cittadella Regionale di Germaneto di Catanzaro come simbolo dell’unità regionale e italiana.
Adesso, lo stesso Lanciano propone di dotare di una medesima statua di Re Italo il piazzale di ingresso e di uscita dell’aeroporto di Lamezia Terme per dare il benvenuto a chi arriva e augurare il buon viaggio e l’arrivederci a chi parte. Poiché l’Aeroporto internazionale di Lamezia è la principale porta della Calabria, sarebbe altamente significativo che sia proprio il padrone di casa, cioè Re Italo, ad accogliere idealmente chi arriva e a salutare chi parte, ovvero milioni di passeggeri ogni anno, molti dei quali provenienti dall’estero nonché tanti nostri emigrati. Inoltre, una tale statua aumenterebbe il decoro della stessa stazione aeroportuale, abbellendola, e resterebbe il simbolo più attinente della identità sia calabrese che nazionale, così come la statua di Leonardo da Vinci è un ottimo biglietto da visita per l’Aeroporto intercontinentale di Fiumicino a Roma. A tal fine si sta cercando di costituire un vero e proprio Comitato.
7 – SALUTISSIMI
Caro Tito, spero proprio tanto che tutti gli italiani, in particolare noi calabresi, possiamo prendere sempre più piena coscienza del valore della nostra antichissima origine italica che forma la più autentica identità territoriale e nazionale. In tale troppo importante operazione di consapevolezza è essenziale il coinvolgimento ed il protagonismo delle Scuole e delle Università, così come di tutte le Stazioni educative e promozionali, persino sportive e aziendali. Tutto dovrebbe tèndere alla maggiore e migliore diffusione dei nostri valori, degli ancora poco noti e immensi giacimenti culturali per una Calabria, un’Italia, un’Europa e un Mondo davvero pacifici, liberi e democratici … di quella “democrazia etica e sissiziale” inventata e realizzata proprio da Re Italo nella “Calabria Prima Italia” di 3500 anni fa e poi diffusasi in tutto il Mediterraneo e valida ancor adesso, anche se con qualche non sempre opportuno rimaneggiamento troppo mercantile.
Avremo modo di continuare con tale discorso poiché è troppo importante per tutti noi. Per il momento passo ai saluti, ancora e sempre ringraziandoti per la possibilità che ogni volta mi dai di esporre e partecipare mie notizie e considerazioni. Spero altresì che i nostri gentili lettori facciano un utile “passaparola” riguardo l’imminente presentazione del libro “Calabria la prima Italia” che avrà luogo venerdì 17 maggio ore 18.00 nella Sala consiliare del Palazzo di Città di Soverato (con la relazione del prof. Giulio De Loiro e il conseguente dibattito). Appena certe, darò pure le date delle altre prossime presentazioni di Davoli, di Lamezia e del Vibonese. Grazie ancora alla docente americana Gertrude Slaughter che ha scritto con grande amore il libro “Calabria the first Italy” poi pubblicato dall’Università del Wisconsin (USA) nel luglio 1939 (ben 85 anni fa). Grazie alla sua traduttrice Sara Cervadoro. E grazie all’editore Meligrana che con tanta dedizione ha creduto in questa quanto mai necessaria e utilissima pubblicazione in italiano di un libro che sta lasciando stupiti, meravigliati e persino commossi i suoi lettori per i sorprendenti contenuti e l’orgoglio delle origini. Alla prossima “Lettera n. 534”. Cordialità,
di Domenico Lanciano
ITER-City, lunedì 29 aprile 2024 ore 06.33 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web o mi sono state date dagli interessati.