Un coraggioso magistrato subisce pesanti minacce di morte dalla ‘ndrangheta: tra bene e male, un gruppo di giovanissimi alunni calabresi decide da che parte stare.
Non è la trama di un film, né la recensione di un libro, è la sintesi di storia vera, accade a Petronà. Il magistrato è il Procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, i discenti sono quelli delle scuole di Andali, Cerva e della stessa Petronà. All’indomani della scoperta dell’ennesimo piano ordito da mafiosi per uccidere il procuratore della Dda di Catanzaro e in occasione della settimana della legalità dal 23 al 27 maggio 2022, gli alunni dell’istituto comprensivo “Corrado Alvaro” di Petronà, dirigente scolastica Isabella Marchio, hanno promosso, dopo un’attenta ricerca su accadimenti e biografie, l’iniziativa “Caro Nicola, ti scrivo…”.
L’idea di fondo è stata quella di scrivere e mettete insieme quante più lettere di vicinanza e riconoscenza al magistrato calabrese che lotta ogni giorno contro le mafie con gli strumenti consueti della repressione e quelli inusuali della prevenzione. Risultato sorprendente: dieci lettere tra missive individuali e anche di gruppo. Mittenti: 135 alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado di Petronà. Tanti bambini e ragazzi dei tre paesi sanno ora chi è Nicola Gratteri, il quale non solo ha letto tutte le epistole, ma ieri pomeriggio, 29 giugno 2022, ha anche risposto ai discenti petronesi usando parole poco banali: “Leggere le lettere degli alunni e delle alunne di Andali, Cerva e Petronà, lettere piene di affetto e di vicinanza che denotano una grande sensibilità e un cammino nel futuro fatto di pulizia mentale e sani principi, ci fa sperare tanto in un cambiamento e in un miglioramento della qualità della società.” Nella aule dell’Istituto comprensivo di Petronà, l’educazione alla legalità è quasi una materia di scuola e, in passato, sono stati stigmatizzati i disvalori della ‘ndrangheta con, tra gli altri, relatori come: Don Luigi Ciotti, il procuratore Emilio Ledonne, Salvatore Borsellino, Maria Falcone, don Giacomo Panizza, i ragazzi di Locri, gli amici e il fratello di Peppino Impastato, i genitori di Dodò Gabriele, il poliziotto Renato Cortese e lo stesso Nicola Gratteri. Ce n’è abbastanza per asserire che in queste latitudini non tutti rispondono al male e alla violenza con la rassegnazione e l’indifferenza.
Enzo Bubbo