Soveria Mannelli – Lunedì 4 maggio, alle ore 18:00, ci sarà un sit-in di 30 minuti davanti all’Ospedale di Soveria Mannelli per protestare contro la possibile chiusura di alcuni “servizi chiave” che penalizzerebbe ulteriormente i cittadini di questo territorio.
A manifestare saranno appunto i cittadini del comune di Soveria Mannelli e quelli dei comuni vicini, supportati da rappresentanti degli altri tre “Ospedali di montagna” (Acri, San Giovanni in Fiore e Serra San Bruno) che risultano anch’essi penalizzati da un recente decreto del Commissario per la Sanità Massimo Scura.
Il sit-in è stato promosso e organizzato dal C.O.MO.CAL (Comitato Ospedali di Montagna Calabresi), il cui presidente, Alessandro Sirianni, si sta spendendo moltissimo in quest’ultimo periodo con una presenza massiccia sulle TV regionali, compresa RAI 3 Calabria, per spiegare, con competenza e chiarezza, le ragioni per le quali l’Ospedale di Soveria Mannelli, assieme agli altri “Ospedali di Montagna”, deve continuare a funzionare, erogando quei servizi di base e di prevenzione che fungono da veri e propri presidi sanitari in territori spesso isolati, per l’assenza o l’inefficienza di infrastrutture viarie e ferroviarie, e quasi sempre dimenticati dalla politica e dalle istituzioni.
Quanto sostiene Alessandro Sirianni, con il Comitato che rappresenta, è semplice e razionale: mantenere la diagnostica e il primo soccorso, in territori i cui cittadini dovrebbero altrimenti rivolgersi a strutture ospedaliere né vicine e né facili da raggiungere, rappresenterebbe un risparmio e non un aggravio di spesa per le casse disastrate della Sanità calabrese.
Non siamo forse sempre pronti a ripetere il famoso slogan “prevenire è meglio che curare”? Appunto, prevenire è anche economicamente più vantaggioso rispetto al curare: chiediamoci infatti quanto può costare all’erario una diagnosi precoce e quanto invece curare una malattia in uno stadio avanzato, per non parlare dei costi sociali che non possono essere neppure quantificati.
Ma per fare in modo che gli utenti della sanità di questi territori, e più in generale di tutta la Calabria, siano attenti ed educati alla prevenzione, bisognerebbe metterli nelle condizioni migliori per potervi ottemperare e non, al contrario, creare ostacoli che, in un periodo di crisi profonda anche economica, potrebbero far passare la salute in secondo piano rispetto ad altri più immediati problemi.
Ecco perché bisogna appoggiare il C.O.MO.CAL e passare quella mezzora davanti all’Ospedale, magari approfittandone per capire, tutti assieme, cos’altro si può fare per non disperdere un patrimonio conquistato dai nostri padri e ormai da troppi anni a rischio di annientamento.