Circa l’etimo, anche nel caso di Panettieri, differenti sono le opinioni. Vincenzo Padula, ad esempio, nel porsi la domanda di che cosa volesse dire la voce Panettieri, in un saggio intento a individuare nel mondo preistorico la provenienza semitica della toponomastica calabrese e italiana, stampato a Napoli nel 1871 nello Stabilimento tipografico di P. Androsio, nel quale le sue etimologie risultano straordinarie, sostenne che il significato originario del termine Panettieri deriverebbe dall’ebraico “Paneth-Hother (superficie fumante)”, diversamente da quanto riportato in alcuni siti secondo il quale il termine Panettieri deriverebbe dal greco, affermazione peraltro avallata da una fugacissima chiosa nella quale l’autore così avrebbe scritto: “Panettieri. Se il paese non è antico, il nome è antichissimo. Παυαϰτεϱής significa «tutti insepolti». A riguardo, quanto riportato dal Padula non era altro che una sua considerazione su quanto scritto da Esichio di Mileto circa il termine Panatto dal quale il Padula pensava potesse derivare Panettieri.
Non mancano tuttavia coloro, come l’Alessio e il Rohlfs, che ritengono che il nome derivi dalla voce dialettale panetteri, ossia panettiere (fornaio), e perciò verosimilmente anche dalla creatività che gli abitanti del luogo avevano nel panificare. A seguito di quanto detto, come riportato dal sito comunale “Nel centro storico sorse presto uno dei primi forni ad uso pubblico del paese (che, dopo una fase di restauro, ospita oggi il Museo del Pane). E altri forni sorsero nel corso degli anni, fino a fare dunque dell’agglomerato un paese di panettieri. Inoltre, data la sua collocazione geografica lungo la direttrice di transito che da Corazzo conduceva alle alture silane, nelle fasi del suo sviluppo Panettieri deve essersi configurato come tappa obbligata durante i percorsi di transumanza e gli spostamenti di lavoratori stagionali, che ebbero nuovo impulso dalla nascita stessa del casale. In questo contesto la comunità deve aver maturato attitudini e vocazioni ricettive, e perfezionato le proprie abilità nella fabbricazione del pane. È ipotizzabile la presenza sul territorio di stazioni di sosta, tanto che uno dei rioni del nucleo originario conserva ancora oggi il nome di ’u cucinaru, e farebbe dunque pensare all’esistenza di un punto di ristoro”. I suoi abitanti sono denominati Panetteresi.
Come tutti i paesi del Meridione anche Panettieri, dalla seconda metà dell’Ottocento conobbe un progressivo e costante spopolamento dovuto alla forte migrazione, prima nelle Americhe, e successivamente a cominciare dagli anni ‘50-‘60 del secolo precedente anche in Europa e nell’Italia del Nord.
Urbanisticamente il borgo di Panettieri si presenta come la sagoma di un triangolo equilatero e si mostra frazionato in due parti costituite la prima dal Centro storico posto nella parte più bassa del suo territorio e la seconda come zona sovrastante del paese adoperata dal nuovo sviluppo edilizio abitativo. Due realtà che si integrano però perfettamente con quello che è la funzionalità del complessivo insediamento demografico anche allo scopo di realizzare le condizioni più favorevoli alla vita della comunità e delle sue attività produttive.
Proprio in relazione alle attività produttive vale la pena dare rilievo a come l’economia del luogo da sempre è stata supportata dalle principali attività produttive legate alla pastorizia, con la produzione di latticini e della lana, all’agricoltura con la coltivazione del lino, di granaglie, di cereali, di ortaggi in genere, patate, frutti in particolar modo castagne e all’artigianato. Importante anche l’attività boschiva grazie alla presenza delle diverse varietà arboree (castagno, quercia, cerro, ontano, carpino, pioppo, nocciolo selvatico, abete, duglasia, pino laricio e faggio) e alla lavorazione del legno per ricavarne in particolar modo aste di legno, pali, puntelli, pertiche e legna da ardere.
Il patrimonio architettonico poggia unicamente sulla presenza della Chiesa Matrice del borgo, dedicata a San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, Patrono del paese, anche se non mancano espressioni monumentali moderne come il Monumento rappresentato dalla figura di un Fante in bronzo, una Fontana Monumentale posta al centro di Piazza San Carlo, la rinomata fonte Jugale meta della popolazione, la statua di San Pio.
Riguardo la Chiesa, per quanto se ne conosce, la sua fondazione dovrebbe risalire come provato da alcune antiche attestazioni al 1635, mentre venne portata a termine nella seconda metà del XVIII secolo. Realizzata completamente in pietra, originariamente era costituita da un’unica navata nella quale albergava l’altare della Beata Vergine. Oggi, invece, il suo interno di scuola neoclassica si presenta a tre navate cui corrispondono tre rispettivi portali d’ingresso ad arco a tutto sesto, anche questi costruiti in pietra. Incastonata tra due torri campanarie si mostra con una facciata a capanna dai fianchi più abbassati. Misurata nella sua essenziale architettura preserva la statua di San Carlo Borromeo, Patrono del paese, di settecentesca scuola napoletana, quella della Madonna del Rosario del XIX secolo, dell’Addolorata, di San Michele Arcangelo, un Crocifisso oltre che alcuni dipinti su tela del Settecento che ricordano San Vito, Maria Santissima del Rosario, il Battesimo di Gesù, San Francesco di Paola, l’Annunciazione, i quattro Evangelisti, gli Angeli in adorazione Sant’Antonio di Padova opere del maestro Giorgio Pinna.
Per la cronaca si ricorda che la popolazione di Panettieri, per molti anni fu subordinata alle parrocchie di Castagna, Diano e Scigliano, la sua Chiesa di San Carlo, infatti, divenne Parrocchia solo nel 1705 grazie alle istanze della stessa popolazione, riconosciute poi dal vescovo di Martirano. La Chiesa, inoltre, fu danneggiata negli anni 1933, 1934 e 1938 come risulta dalla seguente comunicazione dell’Ing. Capo del Genio Civile al Podestà di Panettieri in data Cosenza, 7 gennaio 1939, che a riguardo così scrive: “(160) Data: novembre 1938. Comune di Panettieri. Descrizione: danneggiata la chiesa di San Carlo Borromeo. Stralci significativi: “Il vostro amministrato Rev. Don Carlo Talarico, con istanza del 26 dicembre u.s., ha denunziato a quest’ufficio che la chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo, ha subito danni nell’autunno 1933 e nel 1934, danni aggravati quest’anno negli ultimi giorni del novembre scorso e nei primi del mese corrente…chiede provvedimenti di sussidio…”.
Nel contesto sociale della comunità panetterese, come richiamo turistico economico, non sono da trascurare i due Musei presenti nel paese: il primo quello del pane, un luogo attraverso il quale si fa memoria dell’identità comunitaria con riferimento alla sua cultura contadina e nel quale è possibile, visitandolo, fare un salto nel passato venendo a contatto con i diversi arnesi e strumenti, compreso il forno, utilizzati per la panificazione e il particolare processo di produzione che dall’impasto porta alla cottura e alla vendita del pane; il secondo, invece, quello del brigante nel quale si può vivere un’esperienza unica alla scoperta delle vicende e della storia del brigantaggio in Calabria.
Infine a Panettieri non mancano alcune figure del luogo che nel tempo hanno ne hanno caratterizzato la sua storia. Tra questi si vogliono ricordare: Giosefatte Tallarico conosciuto come il “brigante buono e generoso” un personaggio che per le sue gesta alligna ancora nel ricordo generale del borgo e Agostino Sciacca conosciuto come Frate Antonio. Un monaco vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo al quale, per la sua semplicità vengono assegnati anche episodi miracolosi.
di Franco Emilio Carlino
BIBLIOGRAFIA
Franco Emilio CARLINO, Storia di un Territorio. Il Reventino Savuto, L. Pellegrini Editore, Cosenza, 2020.
Giuseppe Maria ALFANO, Istorica descrizione del regno di Napoli, presso Vincenzo Manfredi, Napoli MDCCXCVIII.
Gustavo VALENTE, Dizionario del luoghi della Calabria, Volume 2, M-Z, Edizioni FRAMA’S, Chiaravalle Centrale 1973.
Amato AMATI, L’Italia sotto l’aspetto Fisico, Militare, Storico, Letterario, Artistico, Volume Quinto ME-PE, Francesco Vallardi tipografo editore, Napoli 1868, pp. 923, 924.
PADULA, Protogèa ossia l’Europa preistorica per Vincenzo Padula da Acri, Volume unico, Stabilimento Tipografico di P. Androsio, Napoli 1871, pp. 388-389.
http://www.comune.panettieri.cs.it/citta/sez.asp?ID=13&CAT=La%20Storia&IDMac…