Era il 18 luglio 2006, a distanza di più di 10 anni, intendiamo ricordare la partecipazione alla Traversata dello Stretto a nuoto compiuta dal soveritano Vincenzo Carnuccio.
All’attuale ingegnere, dipendente di una società che fornisce servizi e soluzioni IT, noi de ilReventino.it abbiamo chiesto di “riportare a galla” le sensazioni e le emozioni provate per comprendere e apprendere cosa ha rappresentato quella intensa tappa di vita.
<<Per me il 18 luglio 2006 è ancora una data “impressa nella memoria” incisa nei ricordi>> riferisce a ilReventino.it il non più giovanissimo nuotatore, artefice della non certo facile impresa di cimentarsi (tra l’altro resa più ardua per un uomo di montagna anche se porta geneticamente per le origini del padre le radici marine degli avi della costa ionica) nell’impegnativa traversata a nuoto dello Stretto di Messina, infatti, per come ci racconta, svelando alcuni particolari reconditi ricordi, l’esperienza ha rappresentato più di una semplice sfida sportiva ma soprattutto una percorso formativo e di crescita psico-fisica che di sicuro ha costituito un arricchimento caratteriale ma ha anche contribuito ad accrescere la consapevolezza di ricercare e conoscere i propri limiti e le proprie capacità.
<<La traversata a nuoto dello Stretto, sognata sin da bambino, è stata molto più di una esperienza sportiva, ha rappresentato, infatti, sia durante la sua preparazione, sia durante il suo svolgimento, un percorso di crescita e di consapevolezza. Il nuoto può essere una passione per molti ma, per me, è il nuoto in acqua libere (in particolare in mare) a essere generoso di insegnamenti e sensazioni>>.
Vincenzo Carnuccio, aggiunge <<non si può nuotare in mare a prescindere; non si può nuotare in mare non “sentendo” la variabilità del momento; non si può nuotare in mare senza adeguarsi e, allo stesso tempo, osare; attendere e sfidare, farsi tutt’uno e farsi altro; in poche parole non si può nuotare in mare senza imparare, ogni volta!>>.
Vincenzo mentre parla sembra ripercorrere con la mente, come in un film, la sequenza dei vari momenti vissuti. <<La traversata, organizzata da una associazione animata da una signora statunitense (Mary Iokken), aveva scopo non competitivo (l’importante era arrivare) ed aveva come accompagnatore Giovanni Fiannacca, classe 1946, un mito dello stretto, detentore (per 40 anni!!!) del record di traversata di ottenuto nel 1975 con il tempo di 30’50” e, nel 2006, ancora detentore del record.
Partimmo quasi alle 10:00. Fiannacca predisse vita facile sino a metà percorso e poi correnti avverse… e così fu!!! Non arrivammo tutti, 2 partecipanti (su circa 26 partecipanti) tedesche si spaventarono per la profondità delle acque e si ritirarono dopo poco. Furono organizzati 2 gruppi. Io partii con il gruppo dei “più veloci” quindi circa 5 minuti dopo il primo arrivando, se ben ricordo, tra i primi 10 in meno di un’ora.
Ricordo con gratitudine i miei “accompagnatori” di Soveria Mannelli (la sera prima bagordi a Taormina sino alle 2 di notte) che mi hanno incitato alla partenza (in Sicilia) e chi mi attendeva in Calabria (ancora amici e parenti di Soveria Mannelli e di Monasterace).
Chissà magari nel 2042 (o un po prima) potrò ripetere l’esperienza insieme a mio figlio in acqua (se a lui piacerà) accompagnati da mia moglie e da chi vorrà essere dei nostri… nonni, amici di mezza età e amici giovani. Sarebbe una soddisfazione ancora maggiore della prima esperienza che rimane indimenticabile>>.
Da parte di tutto il gruppo de ilReventino.it un augurio che il desiderio si possa realizzare ed anche un grazie per le belle sensazioni che ha voluto regalare a tutti i lettori.