L’artista Mario Migliarese ha preparato la presentazione del nuovo album che porta come titolo “Tra cìelu e mare”, ai lettori del sito www.ilReventino.it svela e spiega come nasce questo lavoro musicale, per farlo abbiamo raggiunto e posto alcune domande al cantautore in esclusiva per il sito ed ha fornito le risposte che di seguito provvediamo a pubblicare. Il lavoro sarà presentato ufficialmente presso il Chiostro a Lamezia Terme sabato 6 novembre 2021 alle ore 18,30. “Tra cìelu e mare” edito da Calabriasona, è una raccolta di canzoni in dialetto calabrese – quello usato dal poeta del Reventino, Michele Pane. L’album è una visione poetica e disincantata della nostra terra, delle emozioni suscitate da volti, luoghi e storie che la abitano.
– Mario puoi raccontare a i lettori de ilReventino.it come nasce questo ultimo lavoro musicale?
«L’idea di un album di canzoni nella lingua del Reventino, nasce nel 2018, anno in cui col poeta vernacolare Francesco Talarico, inizia un sodalizio artistico che mi porta ad approfondire la conoscenza linguistica locale e a sviluppare l’uso del dialetto nella canzone. D’ispirazione per l’uso di tale codice sono stati il poeta di Adami, Michele Pane, e il cantautore, Gianfranco Maruca, di Decollatura.
Durante il periodo di collaborazione con Francesco sono nate una parte delle canzoni che compongono la raccolta e con esse l’idea di realizzare un album che parlasse della mia terra e dei “luoghi” che hanno segnato la mia vita. L’ho fatto attraverso il filtro della memoria e delle esperienze vissute dagli anni dell’infanzia fino ad oggi». Clicca sul link sotto per avviare il video del brano “Tra cìelu e mare”.
– Di cosa parla, qual è il messaggio cioè c’è una traccia comune che segue il nuovo lavoro discografico?
«Il tema dell’album è racchiuso nel brano che gli dà il titolo: “Tra cìelu e mare”. Fra i due elementi è posta come sirena la nostra terra, stesa fra l’abisso ed il cielo, che metaforicamente incarna l’orrido e l’ammaliante bellezza, presenti in in essa.
Così, nelle canzoni “A Crozza e llu mare”, “stoccaturi”, “Tra cìelu e mare”, questi opposti si confrontano; a volte senza una sintesi, restando denuncia, altre volte lasciando che sia la saggezza del cuore o della natura a ricomporre la frattura.
Al centro ci sono sempre le vicende umane, i luoghi, le persone e i loro sentimenti, realtà che mi hanno forgiato e per le quali provo riconoscenza».
– Cosa ti aspetti come cantautore dal tuo pubblico e cosa intendi far arrivare a quanti ti ascoltano?
«Penso che nel profondo di ogni artista ci sia il bisogno di “condividere” il proprio mondo interiore, fatto di emozioni e sentimenti, e il desiderio di trasmutarlo negli altri attraverso l’arte.
Ecco spero che un pezzetto del mio mondo interiore, possa accompagnare il cammino di altre persone, e farle sentire parte di un mondo più grande che abitiamo e che ci abita e nel quale tutti siamo legati gli uni agli altri da un’unica trama».