Il cantautore e musicista Tommaso Talarico, originario di Petronà, che ultimamente sta spopolando sui social con la sua ultima canzone: “Il giorno prima di partire”, un pezzo che tocca delle corde particolarmente sensibili per chi è e si sente calabrese a tutto tondo, ha voluto raccontarsi al suo pubblico attraverso le pagine de ilReventino.
Domanda: In quali circostanze è nata questa canzone?
Risposta: <<“Il giorno prima di partire” è una canzone che nasce in momenti diversi, che hanno finito per intrecciarsi e riemergere in un pomeriggio in cui mi trovavo a casa dei miei genitori, la casa in cui sono cresciuto e in cui conservo tutti i miei ricordi d’infanzia, nel paesino abbarbicato ai piedi della Sila Piccola, Petronà. In quel momento si sono coagulate impressioni e sensazioni che avevo provato in altre due occasioni. La prima sulla spiaggia di Riace, assieme alla mia compagna, in un giorno in cui tirava un vento fortissimo. Ricordo che quasi non sentivamo le nostre parole. Dietro di noi passava ogni tanto il treno. Davanti c’era un mare azzurro e profondo, pensai alle epoche lontane, pensai a come poteva essere stato quel luogo prima, molto prima, nella preistoria, a come il trascorrere del tempo poteva aver modellato quei luoghi e le persone che di lì erano passate. La seconda fu a Scilla, nel borgo di Chianalea, a ridosso del mare che ruggiva bellissimo e furioso. Immaginai i pescatori del futuro gettare le reti lì dove si poteva trovare il borgo sommerso, immaginai che i pescatori potessero ritrovare non solo oggetti materiali, ma echi del passato, sentimenti, storie. Tutte queste sollecitazioni si diedero appuntamento in quel pomeriggio a casa dei miei. Ero in preda al quel groppo in gola che si prova quando si deve lasciare un luogo amato, in Calabria si chiama “’a ‘picundrìa”. Mi capita tutte le volte. Così nacque la canzone, dentro a questo sentimento di nostalgia che abbracciava tutto, il passato e anche il futuro, ciò che è stato e ciò che sarà, nell’incedere implacabile del tempo. Questo sentimento individuale, nella composizione, si trasformò in sentimento collettivo: la partenza di chi lascia la propria terra in cerca di una vita migliore, e forse mai più farà ritorno>>.
Domanda: I tuoi collaboratori hanno subito creduto nella forza del pezzo?
Risposta: <<Feci sentire il pezzo a Gianfilippo Boni. Gli piacque e ci mettemmo al lavoro, io alla chitarra e lui al piano. Io ero reduce da un intervento chirurgico al polso che mi ero fratturato mesi prima, però suonai bene! Si può dire che fu buona la prima. L’arrangiamento è semplice in fondo, chitarra e piano, e poi tastiere e programmazioni di Gianfilippo. Ma questa semplicità non è figlia di una mancata volontà di approfondire o essere originali, c’è più una ricerca di autenticità, di verità, che passa attraverso il sottrarre più che aggiungere. Anche Bruno Mariani, che ha arrangiato e suonato la “coda” finale del brano, da me composta, in modo magnifico, era d’accordo in questo senso. Bruno Mariani, storico chitarrista e arrangiatore di Lucio Dalla, non è solo un grandissimo musicista. E’, come dice Gianfilippo, un creatore di mondi. Ho voluto lui perché sono un grandissimo ammiratore del suo lavoro con Dalla. Quando ho pensato alla “coda” avevo in mente “ On every street” dei Dire Straits, che ho scoperto essere uno dei suoi pezzi preferiti>>.
Domanda: Come è stata realizzata l’idea di utilizzare il dialetto di Petronà nella canzone?
Risposta: <<C’è, nella canzone, una parte composta nel dialetto del mio paese. È un canto, una preghiera quasi, di una donna di fronte al mare. Dopo aver cercato a lungo la voce adatta, Gianfilippo mi ha proposto Marilena Catapano, forse una delle interpreti toscane di maggior valore. Toscana ma di origini campane, infatti ha capito immediatamente come cantare in un dialetto non troppo dissimile da quello napoletano. E Marilena ha fatto una cosa strepitosa. Non ha solo cantato il pezzo in modo commovente, lo ha impreziosito inventando lei stessa delle armonie sovrapposte alla mia voce. È una cantante incredibile e una persona di grande disponibilità>>.
Domanda: E il videoclip come è stato realizzato?
Risposta: <<Non è facile raccontare per immagini una canzone di questo tipo. Anche qui mi sono affidato alla semplicità, quindi il filo conduttore sono i luoghi che per me rappresentano qualcosa, simbolici, e che in che qualche modo sono connessi a ciò che voglio dire. La regia è stata affidata ad un grande professionista originario del mio paese, Giovanni Folino, con la preziosissima collaborazione di Paolo Folino, suo figlio, e di Pietro Talarico, a cui si devono le magnifiche riprese con il drone. Oltre che grande professionista, Giovanni è un profondo conoscitore del territorio e anche un chitarrista jazz, un musicista. Ho pensato che avesse la sensibilità necessaria per questo lavoro, come poi ha dimostrato. Abbiamo girato il video tra casa mia, il centro storico di Petronà e la spiaggia di Steccato di Cutro, in due giorni. È ovvio che i primi due sono legati alla mia esperienza personale, invece ho scelto di girare le scene sul mare sulla spiaggia di Steccato di Cutro perché anche questo luogo, a mio avviso, ha una forte valenza simbolica, essendo stato il teatro di un’enorme tragedia, il naufragio di un’imbarcazione carica di persone che avevano lasciato, per i motivi più svariati, la loro terra. Volevo sottolineare, nella canzone e nel video, questo aspetto che lega tutti gli esseri umani, questa comunione di sentimenti e di destino. È un filo conduttore che attraverserà anche tutto il disco in preparazione, la ricerca dell’empatia perduta. Tutto ci riguarda, siamo noi quelle persone, siamo noi, in qualche punto imprecisato dello spazio tempo, quel destino che ci è apparentemente estraneo>>.
Biografia di Tommaso Talarico
Cantautore di origine calabrese, è nato a Catanzaro nel 1974. Nel 1997 è finalista al festival nazionale Cant’autori di Silvi Marina, diretto da Mario Castelnuovo, con due brani registrati solo chitarra, voce e armonica. In quegli anni comincia ad esibirsi nei locali della scena fiorentina, attività che si intensifica a partire dal 2006. Alla fine del 2016 esce il video de “Il tempo delle Favole” (per la regia di Claudia Sicuranza e Vittoria Spaccapietra), pezzo che fa parte dell’Album uscito due anni dopo e intitolato “Viandanti (canzoni da un tempo distante)”, RadiciMusic Records 2018. Il progetto, tra sonorità rock e canzone d’autore, si è avvalso della produzione artistica di Gianfilippo Boni e della collaborazione di numerosi musicisti tra cui Riccardo Tesi (già con De André e Ivano Fossati), Giuseppe Scarpato (chitarrista storico di Edoardo Bennato), Riccardo Galardini (Fossati), Lorenzo Forti (bassista di Laura Pausini, Irene Grandi, Gianni Morandi), Fabrizio Morganti (batterista di Irene Grandi e Biagio Antonacci) e Claudio Giovagnoli (Funkoff). Il disco ha avuto una buona accoglienza da parte della stampa generalista e di settore. Nel 2019 esce un nuovo singolo, accompagnato da un video, intitolato “La tua paura”.
Qui è possibile vedere il videoclip della canzone di Tommaso Talarico:
www.youtube.com/watch?v=6nLGarjCZAc
