Vorrei ricordare a quelli più avanti con gli anni e far sapere, forse per la prima volta, ai più giovani, che si cominciò a parlare della Strada del Medio Savuto nella seconda metà dei lontanissimi anni ottanta del secolo scorso.
Della Strada che non c’è, ormai tutti la conoscono con questo nome, che in fondo ne racconta in pochissime parole la travagliata storia, si favoleggiava già da allora: doveva essere un’arteria stradale importantissima, perfino strategica, di cui – si diceva – erano già pronti il progetto di massima e i soldi per realizzarla.
Il suo tracciato avrebbe consentito di arrivare a Catanzaro in appena 20 minuti, ma anche al bivio di Coraci, bypassando i famosi 7 km di curve e permettendo di raggiungere rapidamente anche Cosenza.
Tutto ciò ci sembrava all’epoca pura fantascienza, di quella che purtroppo è rimasta sulle pagine degli Urania, o nei fotogrammi dei film di genere, e non si è mai avverata.
Sono passati 30 lunghi anni da allora e oggi si inaugurano – e sarebbe la terza volta, come da italico vezzo – o si “consegnano ai cittadini”, come dir si voglia, i primi 5 km di strada.
Facendo un calcolo approssimativo, da quando esisterebbe il progetto, sono stati realizzati circa 160 metri di strada l’anno. Un bel record in negativo, di quelli di cui noi calabresi, senza neppure troppi sforzi, sappiamo così bene fregiarci.
E allora assistiamo, inermi e inebetiti, alla consegna dei primi 5 km, restando sempre in attesa degli altri 25 km che darebbero un senso a questa strada; un senso che, come direbbe il buon Vasco Rossi, ancora non ce l’ha!
Solo che, continuando di questo passo, per vedere l’opera finalmente conclusa ci toccherà attendere l’anno 2167, quando magari sarà stato inventato il teletrasporto alla Star Trek.
Noi non ci saremo, ma qualcuno riderà ancora al posto nostro!
di Raffaele Cardamone