Cari lettori è tempo di immergerci nuovamente nell’affascinante realtà della Calabria, una terra che, nonostante le sfide sociali e politiche, brilla di una ricchezza naturale, paesaggistica, storica, culturale e archeologica senza pari. La nostra regione poggia le sue fondamenta su una storia millenaria, intessuta di racconti, storie e testimonianze che, ancora oggi, si mostrano tangibili e visibili, aggiungendo ulteriore splendore, fascino, alla punta dello Stivale di quella che è stata la Magna Grecia e che adesso è la parte meridionale dell’Italia.
Oggi mi soffermerò sulla storia, o meglio il mito, del pugile locrese Euthymos, il pugile Eutimo, leggendarie le sue vittorie e le sue altre glorie era di nascita di Locri italica, che probabilmente in molti non conoscono. Questa leggenda affonda le sue radici in un remoto passato, un tempo lontano in cui gli eventi si intrecciavano con la fantasia e la memoria degli antichi e che risuona ancora oggi, pronta a essere riscoperta.
Alcuni dei nostri luoghi, un tempo celebri e popolosi, sono stati cancellati dall’incessante e inesorabile fluire del tempo. Tuttavia, la loro memoria è giunta fino a noi grazie al canto dei poeti, degli storici, dei geografi, dei navigatori e dei viaggiatori. Un esempio di ciò è la città magnogreca di Temesa, che ancora oggi, nonostante gli sforzi delle ricerche e degli studi, rimane uno dei misteri archeologici più importanti a livello internazionale. Si dice che la città esistesse già ai tempi di Omero, il quale raccontava che Atena, sotto le spoglie di Mente, re dei Tafi, si recò a Temesa per scambiare rame con ferro.
Attorno a questa città ruota anche la leggenda di Euthymos, un personaggio che si dice abbia vissuto tra il VI e il V secolo a.C. Ci sono diverse versioni di questa storia, ricche di elementi narrativi e descrittivi. È certo che il mito godette di una certa fama e fortuna, forse fino all’età volgare.
Si narra che Ulisse, dopo la conquista di Troia, vagando senza meta, fu spinto dai venti verso varie città d’Italia e Sicilia, e tra queste giunse a Temesa con le sue navi. Tuttavia, uno dei suoi marinai, ubriacatosi, violentò una giovane vergine. In punizione per questo oltraggio, l’uomo fu lapidato dagli abitanti del luogo senza ricevere degna sepoltura. Per tali motivi lo spirito dell’uomo iniziò a tormentare gli abitanti di Temesa, affliggendo indiscriminatamente persone di ogni età, finché essi decisero di abbandonare definitivamente l’Italia. Tuttavia, la Pizia (l’oracolo) non permise loro di abbandonare Temesa e li esortò a propiziarsi l’eroe, a dedicargli un recinto sacro e a erigergli un tempio, oltre a destinargli ogni anno la più bella vergine di Temesa come moglie. Dopo aver seguito le disposizioni dell’oracolo, i Temesani non furono più spaventati da quel fantasma.
Un giorno arrivò Euthymos, che venne a conoscenza della situazione e desiderò entrare nel tempio per vedere la vergine. Quando la vide, fu mosso a compassione e successivamente si innamorò di lei. La fanciulla gli giurò che lo avrebbe sposato se lui l’avesse salvata. Euthymos, quindi, indossò le armi e attese l’arrivo dello spirito. Lo sconfisse in battaglia e l’eroe, scacciato dalla terra, scomparve sprofondando nel mare. Euthymos ebbe così splendide nozze e per gli abitanti del luogo fu la liberazione dallo spirito per il resto del tempo.
La storia del pugile locrese, legata a Temesa, è un racconto che ci trasporta indietro nel tempo, tra eroi, spiriti e avventure epiche. È una testimonianza della vivacità e della profondità delle tradizioni e delle storie che hanno permeato la Calabria per secoli. Queste storie ci invitano a riflettere sul passato, a sognare di mondi lontani e ad apprezzare il magnifico retaggio che ci è stato tramandato. La Calabria, con la sua storia millenaria e il suo fascino intramontabile, continua a ispirare e affascinare, offrendo un tesoro di narrazioni che attendono solo di essere scoperte e tramandate. Sono queste storie che ci aiutano a preservare la memoria dei luoghi e delle persone che hanno plasmato la nostra terra, donando loro un’eternità che va al di là del fluire del tempo.
Samuele Anastasio