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La Abramo Customer Care, con sede anche a Settingiano, chiede il concordato preventivo, mettendo a rischio circa 3000 posti di lavoro

La Abramo Customer Care, che ha sede anche a Settingiano, chiede il concordato preventivo, mettendo a rischio circa 3000 posti di lavoro.

Ne ha dato notizia la stessa azienda, che ha informato le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistyel Cisl e Uilcom Uil. Di questi 3.000 posti di lavoro a rischio, più della metà sono in Calabria. L’assessore del comune di Settingiano, Marco Gigliotta, difende i lavoratori e tutte le famiglie coinvolte in questa difficile situazione.

La scelta attuata dall’azienda, secondo l’assessore Gigliotta, rischia di degenerare in una situazione di molta incertezza sul futuro di tutti i lavoratori.
Non vogliamo scendere nei particolari della vicenda, andando alla ricerca delle motivazioni dello stato in cui si trova l’azienda – continua l’assessore  Gigliotta – bensì si richiede con la massima urgenza l’intervento del Ministero del Lavoro per l’apertura di un tavolo di crisi, così come è intervenuto in casi analoghi accaduto al centro-nord.

Risulta evidente che se ciò non dovesse avvenire le distinzioni tra nord e sud si acuirebbero e, ciò, anche per mano della classe politica nazionale attuale.
Si tratta del mancato accredito degli stipendi, una cosa che al giorno d’oggi potrebbe rappresentare la ciliegina sulla torta per tutti i nostri territori, per la crisi che stiamo attraversando anche a causa dell’emergenza Covid, e che, pertanto, metterebbe ulteriormente in ginocchio il tessuto socio-economico della nostra Regione.
È per tali motivi che si richiede con immediata urgenza l’intervento serrato della classe politica Regionale e Nazionale al fine di addivenire ad una soluzione garantista per i tanti lavoratori, che da sempre sono parte del cuore pulsante delle nostre economie locali nonché fondamentali fonti di sostentamento per le rispettive famiglie.
Si delinea evidentemente una situazione di incertezza che appende ad un filo la vita economica e occupazionale di oltre 3000 lavoratori.
Per questo – conclude Gigliotta – tutti noi dobbiamo difendere la dignità di questi lavoratori: perché la loro dignità è anche la nostra.

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