
Il comitato “Pro ospedale del Reventino” si è fatto portatore delle istanze del territorio, per recuperare la piena funzionalità della struttura, in un incontro con il direttore sanitario Antonio Gallucci, tenutosi qualche giorno fa presso l’ufficio di direzione dello stesso ospedale. All’incontro, in rappresentanza del comitato, hanno partecipato il presidente Antonio Maida, il vicepresidente Alessandro Sirianni e un componente del direttivo Saverio Chiodo.
L’occasione è stata fornita dalle polemiche che si erano innescate subito dopo la forzata chiusura del reparto dialisi, a causa di un guasto tecnico, con conseguente esodo di medici, infermieri e pazienti verso l’ospedale di Lamezia Terme, al fine di garantire la prosecuzione del servizio di assistenza. Una vicenda che ha avuto, per fortuna, una conclusione felice, con la ripresa quasi immediata dell’attività del reparto.
Nel corso dell’incontro, i rappresentanti del comitato hanno avuto modo di elencare al direttore Gallucci tutte le carenze che l’ospedale lamenta, anche rispetto a quanto previsto dal decreto 64 del commissario Scura, sulla riorganizzazione degli ospedali marginali o montani.
Innanzi tutto, per quanto concerne i posti letto del reparto di medicina, è stato evidenziato che attualmente sono solo 12 a fronte dei 20 previsti dal decreto. Oltretutto, la situazione risulta essere perfino paradossale se si considera che il personale per tutti i 20 utenti potenziali sarebbe già in servizio presso l’ospedale.
Ma ancor più paradossale è che non siano stati affatto attivati i reparti di lungodegenza e riabilitazione, previsti anch’essi dal decreto Scura e sempre con 20 posti letto ciascuno.
Ma il comitato ha anche fatto rilevare le carenze in fatto di servizi, con la conseguente esigenza di potenziare la fisioterapia, con almeno un’altra figura di fisioterapista, la radiologia, con almeno un giorno in più di attività alla settimana rispetto ai due attuali, e la chirurgia, anch’essa attiva per soli due giorni a settimana invece dei cinque previsti.
Anche l’aspetto diagnostico andrebbe allo stesso modo potenziato, con una presenza quotidiana, almeno mattutina, delle figure dell’ortopedico, del ginecologo, del chirurgo e del cardiologo. Anche qui, il comitato ha suggerito le modalità con cui questo riassetto sarebbe possibile: conciliando l’attività di ambulatorio per i pazienti esterni con le consulenze specialistiche interne su richiesta del pronto soccorso.
Infine, sono stati evidenziati alcuni punti deboli sui quali sarebbe possibile intervenire facilmente e nell’immediato, dando la possibilità al pubblico di pagare il ticket anche di sabato, cosa attualmente impossibile, acquisendo un software che consenta la lettura delle ricette elettroniche dei medici di base ed evitando una sorta di intasamento diagnostico a Lamezia Terme, che dovrebbe provvedere alla lettura degli elettrocardiogrammi inviati in telemedicina, ma non sempre sembra riuscirci in tempi accettabili.
L’incontro, cordiale ecostruttivo, ha fatto registrare un atteggiamento positivo, che fa ben sperare,da parte del direttore Gallucci, interessato a fare tutto il necessario perl’ospedale e pronto ad adoperarsi affinché le istanze dei cittadini siano presein seria considerazione.
di Raffaele Cardamone