Caro Tito, come non essere lieti dinanzi alla splendida notizia che il prossimo dicembre 2021, cioè fra qualche settimana, uscirà il numero zero della pregevole e bella rivista quadrimestrale interamente a colori intitolata << LAMEZIA STORICA >> ideata e diretta dal nostro collega giornalista (nonché storico, pluri-scrittore ed ex-docente) Vincenzo Villella, con uno staff di tutto rispetto facente capo a “Grafichéditore” del lametino Antonio Perri !?!… Salutare una nuova nascita è sempre meraviglioso, pure perché c’è un migliore sguardo al futuro! E c’è veramente da gioire e da farne almeno il massimo possibile promozionale in un utile passaparola.
Grazie al prof. Villella, papà di questa nuova creatura cui auguriamo lunga e felice vita, ho avuto il privilegio di visionare le bozze quasi definitive del fascicolo di debutto. Un incanto, per i contenuti e la grafica. Una rivista da collezione per quanto è veramente bella ed interessante non soltanto per la nostra ricca cultura regionale ma anche per invogliare al turismo e alla conoscenza del territorio prima di tutto noi calabresi e, ovviamente, tutti coloro che (specialmente se veri intenditori) possano e vogliano immergersi (provenienti dal resto d’Italia e dall’estero) proprio nella terra dove è nato il nome ITALIA.
1 – BOZZA DEI CONTENUTI DEL NUMERO ZERO
Ecco, caro Tito, pagina per pagina (tra le 80 presenti) gli argomenti di questo fascicolo di esordio. Pagine 1- 3 – Redazionale * 4 – Lettere alla redazione * 6 – Il bel medioevo lametino – Non solo inferno anche paradiso * 15 – Santa Maria di Corazzo – Pulsante centro spirituale cistercense * 20 – Roberto di Grandmesnil – L’abate architetto dell’abbazia di Sant’Eufemia * 25 – La Veterana – La più antica chiesa di Nicastro * 28 – Il viaggio di Callisto II in Calabria (1121-1122) – Durante la sosta a Nicastro consacrò la cattedrale * 30 – La chiesa di S. Maria Cattolica a Maida – Costruita dai Basiliani * 32 – Per la rinascita dei borghi in Calabria – Da antico a nuovo valore di identità * 36 – Le case in rapillo a Decollatura – Prima rinnegate, ora riscoperte * 38 – Patrimonio etnobotanico del Reventino – Censite oltre cento specie spontanee * 41 – Nel Reventino il segreto della Calabria – La provenienza alpina della Calabria * 45 – Castiglione, millenario “libro di pietra” della storia – Il primo riferimento storico alla metà dell’XI secolo * 48 – L’oltraggio infame al monte Reventino * 50 – Gizzeria: un panorama urbano a forte mimetismo – Nata in epoca bizantina * 52 – Vena arbëreshe: minoranza etnico-linguistica – Le difficoltà di conservare l’identità storica * 56 – I vecchi mulini e la storia dei luoghi * 60 – Il mulino delle fate * 62 – L’epigrafe bronzea col decreto contro i Baccanali – Trovata a Tiriolo nel 1640 * 64 – La tomba fittile di San Sidero 66 – Il museo archeologico di Lamezia Terme * 68 – Il museo diocesano d’arte sacra * 72 – La battaglia di Maida – La prima sconfitta dell’esercito francese sulla terraferma * 76 – Una sinagoga in Calabria dopo 500 anni – Fondata a Serrastretta da Barbara Aiello, prima donna rabbino in Italia * 79 – Conferimento della cittadinanza onoraria di Squillace ad Armin Wolf * 79 – La civiltà di vergogna nella vecchia Nicastro.
2 – LO STAFF
Ed ecco i protagonisti di questa opera d’arte. Copertina: Antonello Villella * In copertina: Federico II, stupor mundi: statua bronzea dell’artista Maurizio Carnevali in via Garibaldi di Lamezia Terme – Foto Antonio Scalese * LAMEZIA STORICA Pubblicazione periodica quadrimestrale – Anno 1 – n. 0 * EDITORE: GRAFICHÉDITORE – Redazione e amministrazione: Via del progresso, 200 – 88046 Lamezia Terme – Tel. 0968.21844 – 3335300414 – Email: [email protected] * Direzione: via Luigi Longo, 3 – 88046 Lamezia Terme – Tel. 3497825462 – Email: [email protected] * Fondatore e direttore: VINCENZO VILLELLA * Direttore responsabile : ANTONIO PERRI * Direttore stampa: GIUSEPPE PERRI * Tecnici di produzione: MICHELE DOMENICANO, PEPPINO SERRATORE * Ufficio editoriale: NELLA FRAGALE * Stampa: tipolito grafiché.
3 – IL SALUTO DI PAPA’ VILLELLA
LA STORIA VALE IN QUANTO VIVE – “Vorrei raggiungere il maggior numero possibile di persone perché desidero comunicare ad altri lo straordinario piacere che procura la storia e perché sono convinto dell’utilità di una narrazione storica caratterizzata da un equilibrio, non facile da raggiungere, di intelligenza e di passione”.
Questa riflessione del grande storico Georges Duby è alla base del progetto di creare una rivista quadrimestrale di storia del territorio. La storia – è mia convinzione – trae la sua legittimazione dall’interesse e dalla capacità di ricezione del largo pubblico; esiste non per la formazione degli specialisti, ma per l’educazione dei profani, della gente comune, soprattutto dei giovani. Il titolo LAMEZIA STORICA non è restrittivo e limitato alla sola città nata dai tre ex comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia, ma intende riguardare tutto il comprensorio e la millenaria storia comune. Lamezia con tutti i comuni del comprensorio ha condiviso e condivide la cultura, le tradizioni, la storia. La rivista vuole evidenziare proprio questa identità storico-culturale ultrasecolare di un territorio dove non sono distinguibili confini fisico-geografici fra i comuni, ma, al contrario, esiste una polarità urbana che ha superato da tempo anche i confini amministrativi.
Per troppi anni il nostro territorio, come tutta la Calabria, ha obliato o addirittura cancellato le proprie origini nella convinzione che, così facendo, fosse possibile conquistare la modernità e mettersi al passo con gli altri. Ora non è più così perché si è presa coscienza che la forza e la risorsa di un popolo stanno nella capacità di saper rendere disponibili nel presente i valori del passato. La storia che vogliamo raccontare è quella richiamata dalla nuova filosofia dello SLOW TURISM, del turismo lento, sostenibile. Ci mettiamo nei panni di un turista che viene a visitare i nostri luoghi e che vuole conoscerne la vera essenza, godersi appieno il luogo visitato, conoscerne la storia, le tradizioni, gli usi, i costumi, in modo che gli rimanga un ricordo indelebile dei luoghi visitati, arricchendo la sua esperienza di emozioni e sensazioni indimenticabili. Non si tratta di ritrovare paradisi perduti di fronte alla modernità deviante. La riscoperta del passato e delle sue tradizioni non la intendiamo come nostalgica opera di museificazione di una ricchezza intangibile da ammirare con rimpianto, ma deve offrire alle comunità lo stimolo per ricercare un’identità rinnovata.
L’approccio corretto alla identità locale è quello che la assume e la fa propria attraverso gli strumenti della ricerca storica. Il registro di una corretta lettura dell’identità locale non è quello del tradizionalismo, bensì un approccio critico per recuperare la cultura del territorio per il presente in vista del futuro. Non si tratta, cioè, solo di rivendicare una identità, ma di costruirvi dei progetti. Occorre ricercare nuove connessioni tra la memoria storica delle comunità e le nuove vocazioni che possono scaturire nel territorio dai cambiamenti economici e sociali. Bisogna, cioè, valorizzare le tracce del passato in una prospettiva dinamica e di attualità. C’è tutta una cultura nei nostri paesi che deve essere riportata alla luce e riutilizzata affinché possa vivificare le comunità, dando loro la vita come nel passato. (Vincenzo Villella)
4 – IL SALUTO DELL’EDITORE ANTONIO PERRI
UNA NUOVA AVVENTURA. – Abbiamo accolto con convinzione ed entusiasmo l’idea di Vincenzo Villella di dar vita ad una rivista quadrimestrale di storia, che, partendo dal territorio lametino, riguardasse tutta la regione. Non una storia di reminiscenze e aneddoti localistici, ma una narrazione tesa ad evidenziare la identità dei luoghi, le loro vocazioni anche in una prospettiva di valorizzazione turistica. Far emergere il ricco patrimonio storico, artistico ed ambientale a beneficio sia degli abitanti dei luoghi, che, consapevoli o inconsapevoli, ne ignorano il valore e le potenzialità, sia del sempre più crescente turismo che ogni anno porta nella nostra regione migliaia di visitatori.
La nostra giovane casa editrice, fortemente convinta del valore della storia del nostro territorio, ha aperto ben tre collane di storia e di memoria. Questo perché sappiamo bene che una cultura che non valorizza e non trasmette la propria memoria è destinata alla cancellazione storica. Bisogna dare voce, immagine e identità al passato del nostro territorio. Una rivista, diretta non agli specialisti, ma a tutti, intende dimostrare il valore formativo della storia locale. Si propone anche di lanciare un messaggio agli insegnanti: l’insegnamento della storia locale contribuisce alla formazione civica dei futuri cittadini. La conoscenza della storia locale risulta utile e necessaria per superare il progressivo spaesamento che sembra caratterizzare sempre più soprattutto le nuove generazioni. Se il passato interessa poco, nascono generazioni senza radici, facilmente plasmabili. Questa nostra rivista, fatta di articoli stimolanti e di fotografie attraenti, certamente può far amare la nostra storia e la può far conoscere a chi viene a visitare i nostri splendidi luoghi. (Antonio Perri)
5 – L’OPEROSITA’ DI VILLELLA
Caro Tito, il nostro prof. Vincenzo Villella, l’ideatore e direttore della rivista quadrimestrale LAMEZIA STORICA, è una persona assai operosa, visti i risultati che si evincono leggendo il suo “Curriculum vitae”. Ne do soltanto un assaggio circa le opere più importanti, ma solo come giornalista, storico e socio della Deputazione di Storia Patria Calabria. Sono tante le sue pubblicazioni. Tra le più importanti: La Calabria della rassegnazione (tre volumi 1984,1985, 1986); L’albero della libertà (1987); Lotte per la terra e il lavoro in Calabria (1988); Chiesa, società e comunismo in Calabria nel secondo dopoguerra (1990); Trono, altare e sette nella Calabria risorgimentale (1997); Scheria, la terra dei Feaci. La piana lametina dalla protostoria alla modernità (2004);
La judeca di Nicastro e la storia degli ebrei in Calabria (2005); I briganti del Reventino (2006); Figli di nessuno, figli della colpa. Esposti, proietti e trovatelli nell’emarginazione sociale dei secoli XVIII e XIX in Calabria (2013); Giudecche di Calabria (2014); Joachim Murat. La vera storia della morte violenta del re di Napoli (2019); Genti e paesi del comprensorio lametino (2020); Arturo Perugini e la nascita di Lamezia Terme (2021). È stato direttore della collana “Ricerche e studi storici sulla Calabria” per la casa editrice La Modernissima di Lamezia Terme e responsabile della collana di microstoria calabrese NAUTILUS per InCalabria edizioni. Dal 1990 al 1996 ha diretto la pregiatissima rivista trimestrale di cultura meridionale “Il Corriere calabrese”. Attualmente è direttore della Collana di memorie e storia locale della casa editrice Grafichéditore di Lamezia Terme.
Chi vuole saperne di più, può visitare il sito << www.lameziastorica.it >> fondato e gestito interamente dal prof. Vincenzo Villella, nato a Conflenti (CZ) nel 1947. Pare che questo sito sia uno dei più visitati tra quelli esistenti in Calabria. E’ davvero immensa la produzione del nostro stimato Professore, il quale mi appare uno “stakanovista” di razza. Dobbiamo congratularci con lui per tutto questo indefesso lavoro che onora non soltanto la Calabria ma tutta la Cultura e la Memoria storica dell’universo-mondo! Complimenti, prof!
6 – SCAMBIO DI EMAIL
Caro Tito, sono assai entusiasta per l’uscita della rivista LAMEZIA STORICA come primo passo, spero, per qualcosa di più approfondito sulla CALABRIA PRIMA ITALIA che, a mio modesto parere, è la base fondamentale non soltanto per la storia e la cultura del nostro popolo e del nostro territorio, ma per il resto d’Italia e per l’intera civiltà umana. In tal senso c’è stato un breve scambio di email con il direttore Vincenzo Villella nel pomeriggio di ieri, giovedì 11 novembre 2021. Te ne do un resoconto.
Il prof. Villella alle ore 16.33 mi scrive: << Carissimo, allego il pdf (bozza da correggere) della rivista LAMEZIA STORICA in cui ho inserito l’articolo di Salvatore Mongiardo sul conferimento della cittadinanza onoraria della Città di Squillace al prof. Armin Wolf. Un caro saluto>>.
Dopo poco più di un’ora, alle 17.40 così gli rispondo: << Carissimo, ho sfogliato e sono rimasto incantato sia per la grafica che per i contenuti. Magari ogni comprensorio potesse avere un simile strumento culturale! Mi congratulo, quindi di vero cuore per così tanto lavoro!… (omissis) … Dalla primavera del 1982 insisto con le autorità regionali e nazionali sulla necessità di valorizzare il fatto storico che IL NOME ITALIA sia nato nell’Istmo tra i golfi di Lamezia e di Squillace. Ma sembra che ciò non interessi quasi a nessuno, nonostante sia uno dei nostri patrimoni storici di più grande importanza. Tanto che ho proposto di denominare la nostra Regione proprio CALABRIA PRIMA ITALIA. Tu non potresti occuparti di questo tema che, oltretutto, vede Lamezia protagonista assieme a Squillace?… Quasi due anni fa ho proposto di realizzare LA FESTA DEI DUE GOLFI (Lamezia e Squillace) che potrebbe avere anche un riscontro turistico e commerciale. Molti anni fa (quando Wanda Ferro era presidente della nostra Provincia di Catanzaro) ho proposto di realizzare LA MARATONA D’ITALIA da Lamezia alla Roccelletta di Squillace e/o viceversa, da mare a mare, sia competitiva che amatoriale; sarebbe una classica internazionale, più suggestiva e più significativa di quella di New York. Salvatore Mongiardo ha fatto IL CAMMINO DELLA PRIMA ITALIA in tre giorni, ed è cosa molto bella ed utile. Penso che sulla base di questa PRIMA ITALIA, l’Istmo potrebbe fondare tante belle iniziative a valenza regionale, nazionale e globale; anche di grande attrattiva turistica. Che ne dici?…. >>.
Il direttore Villella così mi ha risposto alle ore 18.23: << Carissimo, grazie per quanto scrivi e condivido le tue proposte. Ci sentiremo per telefono >>. Poi, alle ore 19.52 mi ha inviato la foto di copertina del suo libro “SCHERIA la terra dei Feaci. La piana lametina dalla protostoria alla modernità” pubblicato nel 2004 e presentato a Tiriolo assieme al prof. Armin Wolf (assertore di Ulisse in Italia e adesso, dal luglio 2021, presidente onorario del “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” di Squillace, promosso dall’assessore alla programmazione e al turismo Franco Caccia, sociologo, con direttore scientifico lo stesso Mongiardo). Come per dirmi, guarda che pure io mi sono interessato della “Prima Italia”. Ne sono lieto. Bisogna fare di più. Molto di più, pure perché sulla PRIMA ITALIA la nostra Calabria si gioca buona parte della sua identità e del suo futuro. Pure per questo mi appello particolarmente alle giovani generazioni! AttivateVi assai!…
Speriamo bene, infatti, caro Tito! Ho sempre ritenuto, fin dal 1982, che quella della “Prima Italia” possa essere una risorsa pressoché infinita per la nostra Calabria e per la zona dell’Istmo in particolare. Una risorsa che va utilizzata al massimo possibile, mentre adesso si sta sprecando come tantissime altre risorse calabresi. Ah, Calabria … una regione tanto ricca quanto povera, per miopìa! La Calabria deve ritrovare sé stessa se vuole significare e non essere più povera e disperata! Mi sembra che sia lo stesso discorso che fanno sia il direttore Villella che l’editore Perri. I quali vanno aiutati in tutti i modi per questa loro missione!
7 – SALUTISSIMI
Caro Tito, tra i nostri principali compiti di calabresi, prima di tutto, ed anche di giornalisti c’è quello di evidenziare e promuovere LA CALABRIA MIGLIORE a noi stessi e al mondo. Spero che il nuovo presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, attinga a tutto ciò e che, come promette lui, sotto il suo regno emerga davvero questa CALABRIA MIGLIORE, a cominciare dal suo inizio … dalla PRIMA ITALIA !!!…
Intanto che avvenga il miracolo tanto atteso da fin troppo tempo (forse da secoli), ti ringrazio per la gentilezza e la pazienza che hai usato ancora una volta nel pubblicare i miei “scarabocchi”. Domani 13 novembre è “Giornata Mondiale della Gentilezza”! Te la meriti tutta!!!! … BUONA GENTILEZZA A TUTTI !!! … E tanti cari saluti anche ai nostri lettori! Cordialità,
di Domenico Lanciano
ITER-City, venerdì 12 novembre 2021 ore 18.59 – Dal settembre 1967 il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del nostro deserto” – Tre foto mi sono state fornite dal prof. Vincenzo Villella, due sono state prese dal web.