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Compagnia Carabinieri di Soveria Mannelli sequestrata canapa indiana: circa 4.800 piante nascoste e coltivate nel Reventino

Un nuovo colpo al traffico di droga nell’entroterra calabrese. È quanto riporta una nota pervenuta in redazione. All’alba dello scorso 5 settembre 2025, i Carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e delle unità cinofile antidroga, hanno messo sotto sequestro una coltivazione di canapa indiana dalle proporzioni impressionanti: circa 4.800 piante, nascoste in un’area impervia del comprensorio del Reventino, nella Sila Piccola catanzarese.
Le piante, di altezza variabile tra uno e due metri, erano pronte per essere lavorate e immesse sul mercato illegale. Il valore stimato? Oltre 2,5 milioni di euro, secondo gli inquirenti.

Cannabis tra i boschi: “Affare” da milioni di euro
Il ritrovamento rappresenta uno dei sequestri più rilevanti degli ultimi anni in zona. Le piante erano ben nascoste, probabilmente curate da tempo da manodopera esperta. Un sistema rodato, gestito da mani ignote, che ora i militari stanno cercando di identificare.
Sono infatti in corso le indagini per risalire ai responsabili, mentre il materiale sequestrato verrà distrutto dopo campionatura e analisi di laboratorio, utili a stabilire la percentuale di principio attivo (THC) contenuto nella cannabis.

Una “Calabria verde” che non piace alla legge
Non è la prima volta che le montagne del catanzarese si trasformano in nascondiglio per coltivazioni illegali di marijuana, sfruttando la conformazione del territorio, la scarsa accessibilità e – spesso – l’omertà. Ma le forze dell’ordine continuano a tenere alta la guardia.
La zona del Reventino si conferma quindi crocevia di traffici illeciti, ma anche di interventi mirati e tempestivi, grazie alla sinergia tra i reparti territoriali e le unità specializzate dell’Arma.

Presunzione di innocenza, indagini in corso
Come precisato dalle autorità, si tratta di un procedimento penale in fase iniziale. Non ci sono ancora responsabili accertati, e ogni persona eventualmente sottoposta a indagini deve essere considerata innocente fino a sentenza definitiva.
Il sequestro, tuttavia, è un segnale forte: la lotta alla droga in Calabria non guarda solo alla criminalità organizzata in senso stretto, ma anche ai micro-sistemi locali che alimentano l’economia illegale delle sostanze stupefacenti.

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