
Saranno due i collegamenti per
“Buongiorno Regione” programma in onda su
Rai Tre Calabria, curati dalla giornalista
Emanuela Gemelli, in diretta da
Decollatura nei pressi dei piloni rimasti “incastonati” nella pianura di
Santa Margherita che avrebbero dovuto sostenere la striscia d’asfalto della strada del
Medio Savuto meglio nota come
“la strada che non c’è “.

Gli attivisti del
Comitato “La strada che non c’è”, sorto a
San Pietro Apostolo che dal 2011 si occupano dell’argomento di cui è presidente
Domenico Mazza, saranno presenti nel programma
“Buongiorno Regione” che andrà in onda
giovedì 23 novembre 2017 alle ore 7.30 in diretta su
Rai Tre per parlare dei lavori incompiuti in
Calabria, tra cui anche quelli della ormai famosa arteria stradale che avrebbe dovuto
collegare Catanzaro e Cosenza attraversando l’entroterra delle due province nella
zona centrale della Calabria.

Nel corso del programma ci sarà un collegamento da
Decollatura, da località
Santa Margherita, dove con la giornalista
Emanuela Gemelli saranno presenti gli attivisti del
Comitato “La strada che non c’è”, i cittadini e le associazioni che potranno testimoniare la grave problematica che vive il territorio per la mancata realizzazione di questa importante opera e sarà anche l’occasione per chiedere il completamento della suddetta
strada a scorrimento veloce, strategica per tutta la regione, nel più breve tempo possibile.

La
Rai sta dedicando, tutti i giorni dal 20 al 25 novembre, dei servizi di approfondimento sulle opere incompiute o incomplete di tutta Italia, e nel corso della trasmissione che da il buongiorno ai calabresi, ben diretta dalla sede dal bravo
Riccardo Giacoia, sarà dato spazio alla storia di questa arteria viaria posta al centro del territorio calabrese
. Gli obiettivi delle telecamere saranno nuovamente puntati sulla situazione della strada ancora da completare.

Ricordiamo che questa infrastruttura doveva collegare l’autostrada (in provincia di Cosenza) con la strada dei due mari (provincia di Catanzaro) e che i
lavori sono iniziati a fine anni ottanta e
ad oggi ne sono stati aperti solo quattro chilometri circa su più di
trenta chilometri complessivi e la stessa, se completata, darebbe una grande boccata di ossigeno ad un importante comprensorio con un bacino di utenza di più di
20.000 abitanti dove
le strade rimaste aperte sono obsolete e con numerosi divieti al transito ai mezzi pesanti, ed è nello stesso tempo fondamentale per tutta la Regione.