Dopo Serrastretta, Panettieri, Scigliano, Cicala, San Pietro Apostolo, Altilia, Settingiano, Petronà, Grimaldi, Miglierina, Pedivigliano, Sersale, Colosimi, Martirano Antico e Martirano Lombardo, Platania, Bianchi, Conflenti,Taverna, Gimigliano, San Mango d’Aquino, Motta Santa Lucia, Marcellinara, Tiriolo, Castagna e Carlopoli, Soveria Mannelli, Decollatura, Gizzeria, Castiglione Marittimo e Falerna e Nocera Terinese continua il nostro viaggio di conoscenza sulla storia dei comuni gravitanti nell’area storico – geografica del monte Reventino, le cui vicende sociali, politiche e anche storiche sono oggetto di particolare interesse di questo giornale web ilReventino.it.
Feroleto Antico sorge a 350 mt s.l.m. in una piccola vallata boschiva che si affaccia sulla Piana di Sant’Eufemia e oggi conta circa 2.020 abitati dispersi fra Capoluogo e le frazioni Cardolo, Galli, Jevoli, Polverini e Vaiola e le località Giacinti, Marcantoni, Pedia, Luciani, Scalo Ferroviario, Dipodi. Fa parte della provincia di Catanzaro ed è soggetta spiritualmente alla diocesi di Lamezia Terme (già Nicastro). Dista 9,4 km da Lamezia Terme Nicastro, 39,6 km da Catanzaro e 16,9 km da Serrastretta.
Prima di narrare brevemente la sua storia millenaria cerchiamo di capire il significato etimologico del nome Feroleto, il quale è stato interpretato con due ipotesi quali “1) Il nome Feroleto deriva dalla parola “ferula”, sostantivo latino che significa “canna”. La zona proliferava di canne, specialmente le sponde dei torrenti che delimitano il paese; 2) Il nome Feroleto deriva dalla parola ” Feroletum ” che significa “portatore di morte”; 3) “perciò venne chiamato Feroleto da Fero, et Lethum, che esprime “[portare] coraggio” (1)”.
Per la toponomastica delle frazioni e contrade le spiegazioni sono: prendono il nome (o soprannome) del primo abitante (ex Giacinti, Marcantoni, Luciani, Galli, Vaiola) oppure da spiegazioni etimologiche quali Jevoli dal latino Ebulum (italiano Ebbro) pianta medicinale simile al Sambuco; Polverini dal dialetto pruverinu cioè “nevischio”, Dipodi dal greco bizantino “dua podia” cioè “due colli”, Pedia dal greco bizantino “monte” e Cardolo del omonimo fiumiciattolo che ivi vi scorre per sfociare nel fiume Amato.
Per ciò che riguarda la sua storia pare che “La sua fondazione sembra sia avvenuta, nel IX secolo, a opera degli abitanti di un’antica località di origine enotra o ausona, i quali, per porsi al riparo dalle incursioni saracene, si sarebbero trasferiti in una zona più facilmente difendibile, cingendola di mura e munendola di un Castello, più volte distrutto e ricostruito.[…] Assegnata, verso la fine del Cinquecento, al duca Ferrante Caracciolo, dalla prima metà del XVII secolo passò sotto la signoria dei D’Aquino di Castiglione Marittimo, che vennero insigniti del titolo di principi (2)”; “Il Castello si ergeva nella parte alta, accanto all’antico convento dei padri Agostiniani, distrutto e mai più ricostruito; mentre nella parte bassa era stanziata la popolazione (adagiato il borgo); […] Il Castello dei d’Aquino, probabilmente risalente alla fine del secolo Mille, e forse ricostruito sui ruderi di una struttura antecedente, portava con se una piccola chiesetta, detta dell’Annunziata, adibita sia a luogo di culto che a piccola fortezza. Il Castello, che sorge nella parte più alta del borgo e domina l’intera valle, fu gravemente danneggiato dai terremoti del 1609 e soprattutto del 1638, quando crollarono i torrioni, i condotti di freno e la merlatura del castello, come riportato da alcune testimonianze dell’epoca. La struttura, che venne riedificata dai d’Aquino, fu in seguito trasformata in abitazione civile e quindi fortemente rimaneggiata da privati, i quali sono tutt’oggi proprietari (3)”.
Nonostante la scarsità di documenti, l’origine di Feroleto può essere spiegata anche come fondazione si in epoca molto antica dalle popolazioni che sfuggivano dalla costa lametina dagli assalti arabi ma anche da gente che volontariamente cercavano rifugio e protezione presso la Badia Ortodossa dei SS. Filippo e Giacomo (del cui complesso monastico oggi resta purtroppo solo il portale), che fu munita, almeno fino al XV secolo, di notevoli proprietà fondiarie bisognevoli quindi di coloni che le lavorassero per produrre reddito (Serrastretta sorse nel 1383 appunto nel fondo boschivo che era probabilmente di proprietà o della Universitas o della Badia dei Santi Fillippo e Giacomo di Feroleto).
Gli storici locali (Franco Falvo e il compianto Rodolfo Donato) fanno intendere chiaramente che Feroleto fosse un borgo ricco e prosperoso in età Medievale e Moderna, sia perché fu sede di titolo feudale (prima ducato nel 1589, poi principato nel 1647) oltre che del Baglivo per la riscossione delle tasse nel suo territorio prevalentemente agricolo-pastorale (frequenti erano infatti gli sconfinamenti e quindi gli scontri con i coloni della Mensa Vescovile di Nicastro per usurpazioni di terreni e ruberie di pascoli come si può leggere nelle relazioni vescovili del XVI -XVIII sec.) e nonostante la vicinanza con i grossi centri politici e commerciali quali Nicastro e Maida. Feroleto era quindi un centro vivace anche a livello di impegno civile poiché in Età Moderna vi erano attive 6 congreghe laicali oltre che una “Accademia Aquinate” formata da intellettuali. Ecco com’era Feroleto in età Moderna: “[…] occorre un altro castello, chiamato Feroleto habitatione molto buona, […] Incontra doppo un casalotto detto Lamato per cagione al fiume Lameto à se vicino; & appresso occorre ‘l fiume Pesipo, & un altro per nome S. Hippolito, per cagione ch’incanto al detto fiume era anticamente una Chiesa chiamata S. Hippolito, della quale si veggono insino ad hoggi alcuni vestiggij dell’antiche mura”(4); “Terra nella Provincia di Catanzaro, ed in Diocesi di Nicastro, situata in una pianura, d’aria temperata, e nella distanza di quindici miglia in circa dalla Città di Catanzaro, che si appartiene alla Famiglia d’Aquino Pico, col titolo di Principato. Ella col terremoto del mille settecentottantatrè fu molto danneggiata sì nella parte superiore, come inferiore(5); ““Feroleto è diviso in due Terre, cioè superiore e inferiore, poco meno di un miglio l’una dall’ altra distante. […] La situazione di Feroleto antico, essendo sovra di una scoscesa collina, esposta al Mezzogiorno, e per esser difeso a Ponente da un picciol fiume, a Levante da un profondo Vallone, e da un’aspra Montagna nel Settentrione, ci fa credere di essere stata edificata nell’ VIII Secolo da i Saraceni, perché stando in questo sito il Popolo radunato potea far fronte a’ molesti aggressori; (6)”.
Dunque abbiamo capito che Feroleto Antico fu borgo ricco e importante del Contado nicastrese e la sua decadenza avvenne a causa dei terremoti del 1638 e del 1783 che ne decimarono la popolazione, ne distrusse i monumenti più importanti ma che soprattutto favorì la dispersione della popolazione superstite fuori dal Borgo antico per fondare le frazioni e l’attuale Pianopoli.
Le frazioni, tutte fondate da genti di Serrastretta, si svilupparono a fine XVIII secolo quando i proprietari e/o coloni dei terreni decisero di abitarvi stabilmente. Solo Vaiola è citata già nel primo Catasto Onciario di Feroleto (1746) come sito abitato da 4 famiglie mentre Cardolo (citata nel Catasto del 1746 ma sicuramente come fondo agricolo non abitato) si è sviluppata come centro urbano dapprima con poche case in muratura dalla fine del XIX secolo poi si ebbe il boom soltanto dagli anni 60′ del XX secolo quando vi si trasferirono persone provenienti da Vaiola, Accaria di Serrastretta e da Nicastro (oggi Lamezia Terme). Curiosità: Fino al 1863 le frazioni oggi di Serrastretta Angoli, Migliuso e San Michele erano sotto Feroleto Antico.
Con la fine della feudalità (1806) Feroleto Antico “in conseguenza della nuova organizzazione amministrativa predisposta dal Generale Championnet viene contemplato come Comune nel Cantone di Nicastro. La legislazione francese, per effetto della legge 19 gennaio 1807, lo riconobbe Luogo, ossia Università, nel Governo di Nicastro. Successivamente, in seguito all’istituzione dei Comuni e dei Circondari, prevista dal decreto 4 maggio 1811, Feroleto veniva spostato nel Circondario di Serrastretta, nel quale rimaneva anche nel successivo assetto attribuito dal Borbone alla regione per via della legge 1 maggio 1816. Ed è in quel medesimo anno che Feroleto assumeva la corrente denominazione. […] Nel 1833 Feroleto vecchio venne elevato a Comune del Circondario e fino al 1845 fece parte del Distretto di Nicastro la cui distanza era di circa 8 Km (7)”. Soltanto nel 1930 finirà la secolare causa giudiziaria con Serrastretta per il possesso del fondo boschivo detto Montagnola, con la divisione bonaria al 50% dello stesso, usato fin dal XV secolo degli abitanti dei due comuni per gli Usi Civici. Ricordo che nel 1872 a Feroleto sorse una attiva Società operaia e Agricola per la difesa degli interessi della classe artigiana e contadina, modello per le altre località vicine e in generale fu sede nel tempo di un piccolo Ospedale (1930), di un Carcere, di Pretura, dell’Ufficio del Registro e di sezione dei principali partiti della Prima Repubblica (DC, PSI, PCI).
Segui la pagina fb de ilReventino.it
Oggi l’economia di Feroleto “si basa sulla produzione di cereali, frumento, ortaggi, olivo, uva, agrumi e altra frutta; è praticato anche l’allevamento di ovini, caprini, suini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti: alimentare, tessile, dell’abbigliamento, dei materiali da costruzione, della lavorazione del legno, della produzione e distribuzione di energia elettrica (8)”;”In passato Feroleto era un paese ricco di botteghe artigiane, nelle strette vie se ne contavano a decine; calzolai, fabbri, barbieri, sarti….Oggi purtroppo rimangono solo alcune di queste botteghe che hanno fatto la storia di questo paese. Feroleto era anche fiorente nelle maestranze locali, come testimoniano i palazzi gentilizi e i portali in pietra presenti lungo le vie del borgo (9)”.
Il patrimonio ecclesiastico di Feroleto Antico oggi è il seguente: chiesa parrocchiale (già arcipretale) di Santa Maria Maggiore (1531) e il Santuario della Madonna di Dipodi (1020 circa). Mentre le chiese delle frazioni sono le seguenti: a Cardolo vi è il Santuario di San Giovanni Paolo II (2003), a Vaiola di Santa Maria Immacolata (1830) che però fanno parte della parrocchia di Accaria (frazione di Serrastretta); Infine vi sono le chiese di Santa Maria Immacolata (1803) a Jevoli e di Santa Maria Assunta (1809) a Polverini che però sono parte di un’unica parrocchia (dal 1989) con la chiesa di San Michele della omonima frazione soggetta a Serrastretta. A Galli non c’è mai stata una chiesa propria poiché vicinissima alla borgata Accaria Rosario per cui si è sempre frequentato la chiesa ivi presente dedicata a Maria Santissima del Rosario.
Ricordo la presenza del Museo Storico Comunale presso Palazzo Cosentini, inaugurato nel 2014 su interessamento di Franco Falvo.
Oggi Feroleto Antico soffre la piaga dello spopolamento dovuta alla bassa natalità, l’emigrazione per mancanza di lavoro o trasferimento della residenza verso Pianopoli o Lamezia Terme.
Pianopoli sorge più in basso di Feroleto, a neanche 1,4 km di distanza, a circa 250 mt s.l.m. e oggi conta 2.613 abitanti. Non ha frazioni ma le località Vianova, Rizzuto, Palazzo, Martinico, Spranico e fa parte anch’ essa della provincia di Catanzaro e della diocesi di Lamezia Terme. Dista qualche kilometro in più delle località citate nella parte relativa a Feroleto Antico.
La sua storia inizia dopo il terremoto del 1638 che rase al suolo Feroleto Antico, sicché molti sopravvissuti non vollero riparare le loro case ma decisero di edificarne di nuove nella parte pianeggiante, detta fino ad allora “Coltura” dove vi erano proprietà terriere dei signori feudali d’Aquino che concessero l’uso delle loro terre per edificare case ad un canone annuo vantaggioso, sia nei pressi della antica chiesa di Santa Croce (oggi sconsacrata) e sia presso dove forse esisteva il Casino rustico voluto dall’Imperatore Federico II per la caccia ai falconi (l’attuale c/da Palazzo) e poi del convento dei Padri Agostiniani (fino al 1638) con lo scopo principale non tanto (e soltanto) di aiutare i loro vassalli ma principalmente di poter così incrementare il valore delle loro proprietà grazie alla presenza fissa di coloni non più stagionali ma stabili in situ.
Infatti dal 1638 il territorio di Feroleto Piano “[…] fu molto danneggiata sì nella parte superiore, come inferiore […]. In essa sono da marcarsi due Chiese Parrocchiali di mediocre disegno; e due Confraternite Laicali sotto l’invocazione di San Nicola di Bari, e della Vergine Addolorata. Le produzioni poi del suo territorio sono grani, grani dindia, legumi, frutti, vini, olj, castagne, ghiande, lini, gelsi per seta, cacciagione, e pascoli per greggi. La popolazione finalmente sì di Feroleto Superiore, come di Feroleto Inferiore ascende a duemila seicento cinquantasei sotto la cura spirituale, d’un Arciprete e d’un Parroco” (10); “Feroleto è diviso in due Terre, cioè superiore e inferiore, poco meno di un miglio l’una dall’ altra distante. Fu distrutto dal terremoto del 1783, […] una per un violento terremoto del 1638, caduti essendo molti edifici, e dentro a quelle rovine rimaste sepolte più di 70 persone, alcuni abitatori dopo quel flagello vollero fabbricare sulle antiche muraglie rovinate, ed altri o perché abborrirono l’antico suolo, o perché altrove credevano di stare più agiati, scesero in un’ampia pianura, dove col consenso del Padrone feudatario formarono la nuova loro abitazione, e la chiamarono Coltura (11)”.
Dopo la fondazione dell’allora Feroleto Piano, pochi furono gli eventi storici degni di nota. Infatti “[…] Alle baracche si sostituirono ben presto edifici in muratura e si dette così vita a un nuovo agglomerato urbano, cui fu dato il nome Feroleto Piano, perché sorto in una zona pianeggiante. Il toponimo attuale, assunto con un regio decreto del 1872, è composto di “piano” e “poli”, derivante dal greco “polis”, ‘città’. Infeudata alla nobile casata dei D’Aquino, principi di Castiglione Marittimo, dalla prima metà del Seicento alla fine del Settecento, passò poi al regio demanio. Inclusa nel cantone di Catanzaro, ai tempi della Repubblica partenopea, col nuovo ordinamento amministrativo disposto dai francesi, all’inizio del XIX secolo, fu inserita tra i comuni del circondario di Serrastretta. Alla restaurazione borbonica seguì una larga partecipazione ai moti risorgimentali (12)”. La strada provinciale che la collega a Feroleto Antico risale soltanto al 1920.
L’economia di Pianopoli oggi si regge “sulla produzione di cereali, foraggi, ortaggi, olivo, uva, agrumi e altra frutta, è integrata dall’allevamento di ovini, caprini, suini e avicoli. L’industria è costituita da aziende che operano nei comparti: alimentare (tra cui quello della conservazione di frutta e ortaggi), edile, dei materiali da costruzione (compreso il vetro), della lavorazione del legno e della fabbricazione di mobili e articoli in gomma (13)”.
Le chiese presenti nel comune di Pianopoli sono: la parrocchiale dedicata a San Tommaso d’Aquino (1646), la Madonna Addolorata (XVIII sec.), Sant’Agostino (2000) in località Palazzo e San Giuseppe (1994) in località Rizzuto.
Pianopoli è una piccola cittadina ma dotata di quei servizi essenziali (posta, farmacia, medico di famiglia, supermercati, negozi vari,strutture sportive e ricreative, biblioteca comunale) che ne fanno un luogo ideale ove risiedere se si è amanti della tranquillità (negli ultimi anni molto lametini hanno scelto di vivere qui).
Note
(1) http://www.comune.feroletoantico.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 30/07/2023) e Giuseppe Maria ALFANO, Istorica descrizione del regno di Napoli, Dai Torchi di Raffaele Miranda, Napoli 1823, p. 192
(2) http://www.italiapedia.it/comune-di-feroleto-antico_Descrizione-079-048 (URL consultato il 30/07/2023)
(3) http://www.calabriaorizzonti.com/index.php/borghi/catanzaro/124-feroleto-antico (URL consultato il 30/07/2023)
(4) Cfr G. MARAFIOTI, Croniche et antichità di Calabria, Ad Adunanza deli Uniti, Padova MDCI, p. 219b
(5) Cfr Abate Francesco SACCO, Dizionario Geografico-Istorico-Fisico del Regno di Napoli…, Tomo II, Presso Vincenzo Flauto, Napoli MDCCXCVI, p. 27
(6) Giuseppe Maria ALFANO, Istorica descrizione del regno di Napoli, Dai Torchi di Raffaele Miranda, Napoli 1823, p. 192
(7) https://uhocularu.wixsite.com/uhocularu/post/feroleto-antico-da-ducato-dei-caracciolo-a-principato-dei-d-aquino-pico (URL consultato il 30/07/2023)
(8) http://www.italiapedia.it/comune-di-feroleto-antico_Descrizione-079-048 (URL consultato il 30/07/2023)
(9) http://www.calabriaorizzonti.com/index.php/borghi/catanzaro/124-feroleto-antico (URL consultato il 30/07/2023)
(10) Abate Francesco SACCO, Dizionario Geografico-Istorico-Fisico del Regno di Napoli…, Tomo II, Presso Vincenzo Flauto, Napoli MDCCXCVI, p. 27.
(11) Giuseppe Maria ALFANO, Istorica descrizione del regno di Napoli, Dai Torchi di Raffaele Miranda, Napoli 1823, p. 192
(12) http://www.italiapedia.it/bacheca.php?vd=geoloc&istat=079096&comune=Pianopoli&prov=&sigla=CZ&NomeReg=Calabria&NReg=18#g_argt_2 (URL consultato il 30/07/2023)
(13) http://www.italiapedia.it/bacheca.php?vd=geoloc&istat=079096&comune=Pianopoli&prov=&sigla=CZ&NomeReg=Calabria&NReg=18#g_argt_3 (URL consultato il 30/07/2023)
Per saperne di più?
Sito web di Franco Falvo esaustivo per ciò che riguarda la storia, il patrimonio storico e religioso, tradizioni e curiosità su Feroleto Antico https://www.cittadiferoletoantico.eu/
Bibliografia essenziale su storia Feroleto Antico e Pianopoli
Franco Falvo Feroleto Antico, Il Passato, il Presente, Silipo & Lucia, Catanzaro, 1990; Feroleto Antico, come eravamo, supplemento a Storicittà n.51/1996, Pianopoli Storia e attualità, LaRondine, Catanzaro, 2009
Rodolfo Donato (a cura di), Feroleto Antico, Storie di Rioni e Contrade in Quaderni Feroletani 6, Edizioni Monograf, Vibo Valentia; Feroleto Antico, Spigolature Feroletane in Quaderni feroletani 9, Edizioni Monograf, Vibo Valentia e Il Catasto Onciario di Feroleto Antico del 1746 in Quaderni feroletani 3, Edizioni Monograf, Vibo Valentia; con Giuseppina Russo (a cura di), Pianopoli dalle origini ai giorni nostri Quaderni feroletani 4, Monograf, Vibo Valentia, 1996.
Filippo Bruni, Storia di Serrastretta dalle origini al 1938, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1980
Fulvio Mazza (a cura di), Lamezia Terme storia, cultura, economia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001
Sulla Badia dei Santi Filippo e Giacomo e Santuario Dipodi vedi Antonio Parisi, I Monasteri basiliani del Carrà, QualeCultura, Vibo Valentia, 2006 e Francesco Russo, La diocesi di Nicastro, C.A.M, Napoli, 1958
Sul Santuario di Dipodi on line è possibile consultare il link https://www.santuariodidipodi.it/
Ricordo che riferimenti storici sulla storia di Feroleto Antico e Pianopoli sono presenti consultando la pagina indice dei luoghi di molti libri che trattano della storia di altre località del Lametino o dell’ex comune di Nicastro.
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=matteo+scalise
Leggi tutti gli articoli de IlReventino.it su Feroleto Antico e Pianopoli: https://www.ilreventino.it/?s=feroleto+antico
Se volete comunicare con me per suggerimenti, correzioni, approfondimenti potete scrivere alla seguente mail del giornale [email protected] avente per OGGETTO Blabla…Storia!