Continuano gli approfondimenti storici tratti dagli argomenti di cui vi ho parlato nella video rubrica “Storie e tradizioni popolari lametine” conclusa lo scorso mese di aprile e da me ideata e condotta in diretta live ogni venerdì sulla pagina fb e instagram del Chiostro (dove potete rivederle ogni volta che vorrete cliccando sulla sezione “video”)
Oggi ampliamo i discorsi tratti dalle puntate 5, 8, 11 e 14 dove parlai precisamente di sanità, catastrofi naturali e terremoti, dei castelli e delle torri costiere nel comprensorio nicastrese.L’Ospedale di Feroleto Antico
Nella 5 puntata affrontai il discorso sulla storia dell’ospedale di Nicastro fra XIX e XX secolo, degli Hospitalia gestite dalle confraternite, sempre a Nicastro, fra il XVI e il XIX secolo e feci cenno ad un piccolo Ospedale esistente anche a Martirano a cavallo fra XIX e XX secolo. Purtroppo dimenticai di dirvi che è esistito anche un ospedaletto a Feroleto Antico; esso fu attivo fra il 1920 e il 1930 per interessamento del medico Francesco Donato (1870 -1936) uomo illuminato, sensibile alle questioni sociali (fu tralatro anche presidente della Società Operaia di Feroleto dal 1908 al 1914), che credeva nella scienza e nel progresso, sopratutto nella emancipazione morale, economica sociale dei feroletani più poveri e senza diritti che era, allora, il ceto sociale maggioritario.
I disastri naturali e i terremoti pre XVI secolo
Nella 8 puntata parlai delle calamità naturali e dei terremoti che afflissero il Nicastrese dal XVI al XX secolo, affermando che la scarsità di documentazione coeva dei secoli precedenti impediva di affermare con sicurezza quali fossero stati (se c’erano stati) i disastri naturali e i terremoti dei secoli precedenti al XVI secolo.
Oggi sono in grado di dirvi di più su questi secoli; nel 1029 ci furono pestilenza e carestia; il 29 giugno 1033 avvenne una eclissi solare che terrorizzò la popolazione; nel 1037 ci fu la peste; nel 1058 carestia e pestilenza da marzo a maggio e in più ci fu una invasione di Bruchi voraci che distrussero raccolti e pascoli; nel 1060 una spaventosa siccità da gennaio a maggio; nel 1067 per venti giorni fu visibile una cometa che terrorizzò la popolazione che credeva fosse giunta la fine del mondo; nel 1083 ci fu febbre mortale da agosto a settembre; nel 1085 carestia e peste mentre il 6 febbraio ci fu una eclissi solare che fece piombare l’oscurità assoluta per tre ore; nel 1102 anno di carestia e peste; nel 1106 ci fu la visione di una cometa per tutto il mese di febbraio; dal 3 gennaio 1117 e per 40 giorni ci furono scosse di terremoto continue; nel 1125 ci furono terremoti quotidiani per 15 giorni di fila; nel 1182 carestia e morte per fame; nel 1184 il 24 maggio scosse di terremoto: strage a Cosenza; nel 1202 carestia e fame; nel 1212 carestia e fame.
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I Castelli di Motta Santa Lucia e Serrastretta
Nella 11 puntata parlai dei Castelli nel comprensorio nicastrese quali (ancora oggi più o meno visibili) di Nicastro, Feroleto Antico, Martirano, Maida e Castiglione Marittimo. Dimenticai però di dirvi che ci furono dei “castelli” anche a Motta Santa Lucia e Serrastretta. Del primo oggi rimane solo la denominazione “Piazza Castello” poichè poco si sa storicamente parlando, se non che fu edificato sicurante fra il IX e XI secolo dalle popolazioni che si ripararono nell’entroterra per sfuggire alle incursioni arabe che infestavano le coste lametine e che nel tempo attorno ad esso sorsero le case che oggi costituiscono il “centro storico” di Motta Santa Lucia. Il secondo invece è chiamato impropriamente Castello poichè era più esattamente un “Palazzo”, ancora oggi visibile, dove i signori feudali, sopratutto i d’Aquino, d’estate usavano recarsi a villeggiare per sfuggire alla calura che affogava Nicastro e sopratutto ai miasmi malarici della Piana di Sant’Eufemia. Legate alla presenza del “castello” di Serrastretta vi sono leggende e sopratutto molti e importanti fatti storici che ne influenzarono pesantemente la vita cittadina fino alla sopressione definitiva della feudalità – e quindi del dominio dei d’Aquino – nel 1806.
Le Torri costiere di Curinga, Amato e Pizzo Calabro
Nella 14 puntata parlai delle torri costiere del Nicastrese, nello specifico quelle di Nocera Terinese, Amantea (CS), Falerna, Gizzeria, del Bastione di Malta a Sant’Eufemia Lamezia e pochissimo di quella sita a Curinga. Di quest’ultima vorrei dire che essa era descritta come piccola, tonda, senza ponte levatoio per accedervi e che era facilmente raggiungibile (presumibilmente a cavallo) dalla Abbazia di Sant’Eufemia. Ho omesso di parlare anche delle torri costiere site sia sul fiume Amato dove vi era una Torre a presidio dello scalo fluviale, nel XVII secolo sotto la giurisdizione della Universitas di Mayda e sia quella di Pizzo Calabro (VV) detta anche “del Bastione” e ancora oggi presente nel Castello cittadino, poichè aveva anche la funzione per i pescatori locali di vedetta nel periodo in cui passavano i branchi dei tonni.
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Per saperne di più?
Sull’Ospedale di Feroleto Antico si veda Franco Falvo, Feroleto Antico il passato il presente, Catanzaro, Silipo & Lucia, 1990 e Idem, Storicittà, n.23/1994.
Sui disastri naturali e terremoti pre XVI secolo vedi Vincenzo Villella, Lamezia Terme nella storia del Mezzogiorno, Lamezia Terme, InCalabria, 2018.
Sul Castello di Motta Santa Lucia vedi http://www.comune.mottasantalucia.cz.it/index.php?action=index&p=76 (URL consultato il 05/07/2021). Sul “Castello” di Serrastretta vedi Filippo Bruni, Storia di Serrastretta dalle origini al 1938, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1980.
Sulle Torri costiere di Curinga, Amato e Pizzo Calabro vedi Gustavo Valente, Le Torri Costiere della Calabria, Chiaravalle, Frama, 1972.
Leggi tutti gli articoli di Matteo Scalise qui: https://www.ilreventino.it/?s=blabla…storia%21
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