E’ proprio il caso di ribadirlo: i nostri borghi, disseminati in maniera capillare nella valle del Savuto, non smettono di trasmettere emozioni. Un presepe vivente fiabesco, infatti, è quanto plasmato nel piccolo borgo di Bianchi, in provincia di Cosenza. Il villaggio, che non ha nulla da invidiare alla Svizzera, è stato la location perfetta di una rappresentazione letteralmente “autentica”. Le stradine, o meglio viuzze, del luogo hanno consolidato la buona riuscita di una Kermesse, ormai alla sua terza edizione, con un perimetro ben definito da parte dell’organizzazione.
Scorci mozzafiato, piccole abitazioni in pietra, un viaggio straordinario in un passato, troppo spesso dimenticato dalla frenesia dei nostri giorni. E ancora, i rumori di mestieri: ormai svaniti nel luogo percorso della vita, riportati alla luce e presentati alle nuove generazioni con una cura dei dettagli straordinaria. Sapori unici, una ricostruzione certosina di mestieri arcaici, questi, solo alcuni- per onor di cronaca-, dei pilastri e dei poliedrici aspetti, del presepe vivente di Bianchi.
Il presepe di Bianchi è un vero e proprio tuffo nella storia, una storia che trasuda ancora, da ogni angolazione possibile.
Scalinate, viuzze, finestre, abitazioni da fotografare per la rara bellezza e prestigio, rappresentano la ciliegina sulla torta della rappresentazione. Una sorta di macchina del tempo 4.0 ha permesso ai tanti fruitori di assaporare il passato, con una chiave di lettura rivolta alla fede.
L’iniziativa promossa dalla parrocchia di San Giacomo apostolo di Bianchi, con il parroco don Giuseppe Trotta, registra la collaborazione dell’amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco Pasquale Taverna, e il prezioso aiuto di diversi volontari e della popolazione Un modo per unire anche la collettività nella magica armonia del presepe vivente.
Ben due mesi di duro lavoro per “disegnare” un paesaggio della notte dei tempi. Il calzolaio, il contadino, le magare, la locanda, queste alcune delle scene ricostruite per l’occasione. Un forte stupore è stato espresso da parte dei tanti visitatori giunti per l’occasione dai paesi limitrofi e non solo. Il percorso elaborato in uno dei centri storici più belli dell’hinterland ha svelato aspetti nascosti ed intimi di un villaggio da “le mille e una notte”. C’era una volta e c’è ancora un luogo tutto da scoprire…il viaggio continua!
Omar Falvo
Giornalista pubblicista
Foto di Omar Falvo