La paventata chiusura delle tre stazioni della “Calabro” a Decollatura e dunque l’esclusione dal passaggio dei treni dal centro della Presila catanzarese, al termine dei lavori di ammodernamento della linea Catanzaro-Cosenza, già in atto, ha fatto scattare un moto di protesta tra la gente. Esso è sfociato nella costituzione del Comitato pro Ferrovia di Decollatura, il cui inizio attività è stato sancito dall’assemblea cittadina tenutasi alcuni giorni fa.
Portavoce del Comitato, Giuseppe Musolino, coadiuvato da Aldo De Fazio, che, con il sindaco Raffaella Perri, lo storico Mario Gallo e Eugenio Adamo nipote omonimo del sindaco che ai primi del Novecento tanto si spese per ottenere la ferrovia, e al quale è stata assegnata per acclamazione la carica di presidente, formava il tavolo dei relatori.
Per l’occasione è stato dato avvio ad una massiccia raccolta di firme, che lascia ben sperare sull’ unità della cittadinanza in questa battaglia. “Decollatura ha una sua storia – hanno affermato i componenti del Comitato – e per il disastro della Fiumarella, in cui ha pagato il prezzo più alto in termini di vite coi suoi tantissimi giovani coinvolti e per il circolo virtuoso costruito in oltre 100 anni di continuo utilizzo del treno a scopi lavorativi e scolastici, dunque non può essere cancellata con un colpo di spugna”.
Durante l’assemblea è stata ricostruita la vicenda che ha portato allo stato delle cose attuale.
“La giunta Oliverio commissionò uno “studio di fattibilità”, costato ben 430mila euro, che aveva l’obiettivo di collegare velocemente Catanzaro e Cosenza. Ferrovie della Calabria, com’è noto, infatti, è una società controllata dalla Regione. Il progetto è rimasto nel cassetto degli uffici in Cittadella fino a quanto non si è presentata l’opportunità con i fondi Pnrr di intervenire sulla linea ferroviaria in questione. La Regione ha quindi indetto un bando di gara con la procedura del “dialogo competitivo” e ora starebbe concordando i dettagli con la ditta vincitrice dell’appalto.
Tutto normale, o quasi, se non fosse che la miglioria, di fatto, non c’è. Il tempo di percorrenza massimo tra Catanzaro e Cosenza nel bando è fissato in 110 minuti, quindi senza sostanziali riduzioni rispetto all’attuale; men che meno di sfiorerebbero i fatidici 60 minuti promessi da Occhiuto più volte durante le sue visite nel comprensorio del Reventino.
Per ottenere questo risultato, la ditta avrebbe proposto un nuovo tracciato che (ed è questo il motivo della diatriba) trascurerebbe, anzi taglierebbe completamente fuori, l’intero territorio di Decollatura. Il Comitato sostiene che queste grandi manovre consentirebbero di ridurre di appena 5-6 minuti (guadagno irrisorio), con un enorme spreco di risorse economiche che potrebbero essere destinate a interventi ben più razionali, il tragitto tra i due capoluoghi.
Come ha sostenuto nel suo intervento lo storico, Mario Gallo, “La ferrovia ha sempre avuto come scopo primario quello di far uscire le aree interne dall’isolamento e consentire ai loro abitanti di raggiungere i due capoluoghi e viceversa, non certo quella di collegare tra loro questi ultimi, anche perché la competitività della linea ferrata non eguaglierà mai quella del trasporto su gomma in fatto di tempi di percorrenza tra Catanzaro a Cosenza via autostrada”.
“L’amministrazione – ha ricordato il sindaco Raffaella Perri – ha già provato a interloquire con la Regione, ma con scarsi risultati. Per questo motivo si terrà un Consiglio comunale in seduta aperta (domani 26 ndr), che si terrà presso il locale Liceo scientifico “Costanzo”, nel quale sarà approvata una delibera condivisa e verrà individuata una delegazione che, con l’ausilio di cittadini, scuole e dei sindaci di tutto il territorio, chiederà un incontro urgente con il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto”.