di Raffaele Arcuri –
Vicoli, scalinate ripide e angiporti, si presenta così Conflenti agli occhi miei e di mio fratello. Ci accolgono il calore e l’affetto di volti conosciuti: Antonella, Alessio, Maura.
Sono venuto per loro a “Felici e Conflenti” e per ascoltare la “Nostalgia” raccontata da Vito Teti.
Ci infiliamo subito tra i vicoli del centro storico e giungiamo in una piccola piazza che si riempie quasi subito di volti indigeni ma soprattutto di un gruppo nutrito di tedeschi. Mi colpisce Xenia, tedesca di Berlino, una ragazza con la zampogna sulla spalla, venuta qui dalla Germania a conoscere le tradizioni che noi stiamo perdendo.
Teti inizia a raccontarci di una nostalgia che appartiene alla dimensione del tempo, che ha a che fare con il tempo perduto più che con un luogo.
L’uso strumentale del passato è il rischio che si corre concretamente, ma esiste un’accezione positiva di nostalgia, rigenerativa, che consiste nel pensare al presente nei termini di quello che potrebbe essere o usando le sue parole: cercare piccole isole di intimità nel mare della sofferenza.
Abbiamo bisogno di nostalgia, conclude Vito Teti, ma anche di oblio, scegliere cioè cosa conservare e cosa dimenticare del nostro passato.
Dalla nostalgia può nascere un nuovo senso dei luoghi, un progetto di sviluppo per il territorio: 60 tedeschi che in questa terza edizione hanno abitato il centro storico, mostre, corsi di ballo, di organetto e di zampogna, escursioni, case riaperte.
A Conflenti hanno capito che la nostalgia, la memoria e le tradizioni possono trasformarsi in una strategia di sviluppo del territorio.
In tre anni di “Felici e Conflenti” sembra che, tra questi vicoli, il miracolo stia pian piano accadendo.
Felici & Conflenti – http://www.felicieconflenti.it/
Stage di danze e musiche tradizionali dell’Area del Reventino Conflenti (Catanzaro)
III Edizione dal 25 al 30 Luglio 2016