di Giacinto Nanci –
Il Codacons ha lanciato una raccolta di firme con il motto: “Subito telecamere in scuole e case di riposo” per sbloccare la legge che autorizza l’impianto di telecamere in scuole e case di riposo per combattere gli abusi sui minori e sui più deboli. Io credo che i primi firmatari di questa petizione dovrebbero essere proprio gli operatori di ogni livello delle “case di riposo” di ogni tipo (parlerò solo di queste perché ne conosco i problemi anche se indirettamente).
Credo che gli operatori sanitari oltre a firmare la petizione dovrebbero chiedere che la legge una volta varata dovrebbe permettere, con tutte le cautele previste dalla privacy, la regolare pubblicazione sui mezzi di informazione di quanto registrato per rendere edotto il grande pubblico del fatto che il loro è un lavoro altamente usurante.
Si vedrebbe che: 1) gli operatori operano con assistiti che in numero rilevante, spesso gridando contemporaneamente (perché spesso gli assistiti hanno problemi di demenza e comportamentali) fanno ossessivamente richieste che non possono essere esaudite;
2) anche le cose che sembrano più naturali come la somministrazione dei farmaci e il vitto diventano una grande fatica e necessitano di strategie anche complesse;
3) la mobilizzazione e le cure personali degli assistiti, che spesso hanno gravi problemi di motilità, devono essere fatte obbligatoriamente in condizioni di inferiorità numerica da quella prevista,
4) sono tutte operazioni che pur sembrando semplici necessitano di una preparazione idonea che necessiterebbe di una continua formazione pubblica e gratuita (attualmente inesistente).
Il tutto con l’aggravante del fatto che nelle “case di riposo” gli operatori calabresi continuano a lavorare con turni stressanti per il sottodimensionamento del personale e percependo spesso il pagamento delle proprie retribuzioni con molti mesi di ritardo. Tutto ciò avviene anche e in gran parte per il fatto che la sanità calabrese è sottoposta dal governo, da ormai lunghi 10 anni, al piano di rientro sanitario e al commissariamento che sono non solo ingiusti ma anche dannosi per tutti i malati calabresi e specialmente per i più deboli cioè quelli delle “case di riposo”. Infatti dopo 10 anni di commissariamento della sanità calabrese uno dei LEA (livelli essenziali di assistenza) peggiore è proprio quello della disabilità che riguarda gli assistiti delle “case di riposo”.
La Calabria in questo settore spende di meno delle altre regioni specialmente del nord Italia anche a causa del piano di rientro. Dovrebbe essere il contrario perché la Calabria ha molta più disabilità rispetto alle altre regioni in quanto ha nei suoi 2 milioni di abitanti molti più malati cronici della media italiana. La disabilità in passato è stata gestita dalla “famiglia calabrese” che si è sostituita al welfare pubblico, ma oggi la “famiglia calabrese” non esiste più a causa della imponente ondata di emigrazione di giovani dalla Calabria verso le regioni del nord, ed è per questo che gli anziani calabresi oltre ad essere più malati e disabili resteranno più soli e senza il giusto numero di “case di riposo” capaci di accoglierli.
Tutto ciò per il fatto che la Calabria è la regione che riceve meno fondi per la sanità (nell’ultimo riparto è proprio l’ultima) mentre dovrebbe essere il contrario e dovrebbe essere una delle regioni che riceve più fondi. Ed è per questo motivo che, come ci dice proprio in questi giorni il tavolo ministeriale di verifica del piano di rientro, la Calabria ha ancora aumentato il suo deficit in sanità. Se dove ci sono molti più malati arrivano pochi soldi è normale che questi non possono bastare, è anormale invece che il governo continua a mantenere il commissario che ha il compito primario di risparmiare sulla spesa sanitaria calabrese che è già insufficiente. Abbiamo meno posti a disposizione e spendiamo meno delle altre regioni per la disabilità ma continuiamo ad essere in piano di rientro, non è difficile capire che il problema principale della sanità calabrese è prima di tutto il suo grave e ultradecennale sotto finanziamento.
Allora il Codacons che è organizzazione seria raccolga le firme anche per un giusto finanziamento delle sanità regionali oltre a quello delle telecamere nelle case di riposo che per come posto potrebbe sembrare offensivo per tutti quegli operatori che nelle condizioni che ho elencato fanno miracoli per garantire una assistenza almeno decente ai disabili. Con questa impostazione i primi firmatari saranno proprio gli operatori delle “case di riposo”. Fermo restando che gli abusi vanno severamente puniti in qualsiasi situazione commessi.
Dott. Nanci Giacinto medico di famiglia a Catanzaro