di Giorgio Durante –
Il mondo delle Confraternite e delle Congreghe è una realtà che va crescendo di numero e per attività di “salvaguardia” delle tradizioni enogastronomiche.
La quadara è tradizionalmente la lavorazione ultima del rito del maiale, la giornata conclusiva, di festa, quella della grande tavolata e dal menù con moltissime portate, dalle polpette di cavolo ripiene di carne di salsiccia, ai fegatini nella rete con il bastoncino di origano e l’alloro, al soffritto, il pranzo si concludeva con il pescare nella grande caldaia (quadara) le ossa e le frittole che lentamente si erano cotte durante lo scioglimento dei lardi.
Salvare la ricetta e il rito della frittolata, questa è la missione della Confraternita della Frittola calabrese “la Quadara”. Si tratta di un vero e proprio rito, che in tempi non lontani era propiziatorio dell’abbondanza, misurata dal numero dei capi che una famiglia poteva permettersi di macellare.
La Congrega della Frittola calabrese nasce dall’idea di un gruppo di amici di San Fili, in provincia di Cosenza, che rinnovano anche più volte l’anno il rito, Emilio Iantorno è il “Priore” promotore dell’iniziativa associativa, quello che all’inizio era un evento locale limitato a pochi comuni dell’entroterra cosentino, ha contagiato molti altri territori e oggi è perfino alla ribalta delle cronache nazionali. Infatti non è sfuggito al quotidiano nazionale La Repubblica, il fenomeno delle associazioni enogastronomiche e delle congreghe che si raccolgono sotto l’ombrello della FICE –Federazione Italiana Circoli Enogastronomici – al quale aderiscono pure altre associazioni calabresi come L’Accademia delle tradizioni enogastronomiche di Calabria e la Confraternita del baccala di Cosenza.
Ad oggi la preparazione della quadara è scritta nero su bianco in varie pubblicazioni a diffusione nazionale.
I nomi di paesi come, Bucita, San Fili, Cosenza si trovano in importanti eventi insieme a Gorgonzola, Valpolicella, Salento, Venezia, Modena ed altri.
Nell’ambiente delle Confraternite enogastronomiche e non solo, la frittola calabrese suscita curiosità ed interesse.
Afferma il “Priore” Emilio Iantorno e rileva con soddisfazione quanto di seguito viene specificato: “Il nostro lavoro, anche a favore della valorizzazione dei nostri territori, va avanti con allegria e bella gente… siamo contenti”.
Queste sono le iniziative da promuovere ed incentivare, spesso ignorate dalle istituzioni che propongono iniziative di dubbia efficacia ma che gravano per migliaia di euro sulle casse dei diversi enti.
I nostri territori sono riconosciuti per la ricchezza e diversificata offerta turistica fatta di archeologia, storia, ambiente ed enogastronomia, enogastronomia ricca di prodotti, piatti e vini che vengono da lontano e che hanno nei secoli subito positive contaminazioni dovute alle diverse dominazioni di cui ancora vi è traccia: i territori della Magna Grecia, quelli Arbëreshë ne sono attuale e viva testimonianza..
di Giorgio Durante