Carlopoli – Continuano senza pausa gli incontri culturali programmati nella rassegna Intermundia CulturAttiva organizzata dall’Associazione Culturale COSMOS 3. Lo scorso 22 agosto nella Sala Convegni del Centro Visite “Monaco”, nel Parco Nazionale della Sila, si è svolto un seminario dedicato all’Archeologia tenuto dall’archeologo Francesco A. Cuteri che ha ben illustrato al pubblico che gremiva la sala la storia e il lavoro da svolgere sull’Abbazia di Santa Maria di Corazzo a Carlopoli. L’esaustiva lezione dell’archeologo è incominciata con una breve, ma necessaria premessa sulle origini della Calabria, puntando l’attenzione sulle influenze bizantine che ancora oggi caratterizzano diversi centri della regione. Il controllo di Bisanzio è stato infatti fondamentale per la storia della Calabria che da allora divenne un luogo di incontro tra Oriente e Occidente, per la sua strategica posizione geografica; un luogo quindi in cui diverse culture si sono unite, si sono confrontate e influenzate a vicenda generando così un proficuo scambio di idee e dando vita ad un popolo, quello calabrese appunto, che ancora oggi mostra evidenti alcuni caratteri di questa positiva fusione. La lezione è proseguita con la storia dei Normanni e le vicende legate alla conseguente latinizzazione della Calabria.
Francesco Cuteri è riuscito così a catturare l’attenzione del pubblico con i suoi racconti e mostrando alcune immagini. L’archeologo si è poi soffermato sull’Abbazia di Corazzo, sottolineando la necessità della presenza dell’archeologia in questo incantevole posto, ossia il bisogno impellente di iniziare campagne di scavo archeologico che possano finalmente riportare in luce ciò che rimane per poter avere ulteriori informazioni di fondamentale importanza per gli studi e la ricerca scientifica di un luogo che, sin dalla sua fondazione ebbe da subito un ruolo centrale nel periodo di massima diffusione del monachesimo. L’abbazia fu realizzata dai monaci benedettini nell’XI secolo e poi ultimata dai monaci cistercensi nel XII secolo vicino il fiume Corace, essa divenne infatti un punto di riferimento e di incontro per i monaci cistercensi che provenivano da ogni parte d’Europa e che avevano costruito diverse strutture sparse nel continente avendo come centro la cittadina francese di Cîteaux, in Italia ricordiamo l’Abbazia di Casamari, di Fossanova, di San Galgano, solo per citare quelle più note. Tali abbazie presentano le stesse forme: si trattava di vasti complessi monumentali costruiti in territori dominati da una folta vegetazione che li circondava, costituiti da una chiesa e da diversi ambienti dove si svolgeva la vita dei monaci i quali svolgevano al loro interno diverse attività, oltre che naturalmente, quella della preghiera. Santa Maria di Corazzo si inserisce dunque in questa fitta rete di storia, religione e arte e, nonostante ormai sembra essere ridotta a rudere, a causa anche delle vicende che purtroppo la colpirono, ricordiamo infatti che diversi terremoti la distrussero nel tempo, stravolgendone quindi l’aspetto originario, ancora oggi conserva un indiscusso fascino “romantico” dovuto anche al suggestivo luogo in cui essa sorge, un luogo in cui arte e natura entrano in perfetta simbiosi e dove quindi la presenza dell’uomo non ha assolutamente modificato il paesaggio, anzi al contrario si è perfettamente adattata ad esso, rendendolo ancora più bello.
Una giornata intensa quella del 22 agosto iniziata la mattina alle ore 11.00 con una visita in situ dell’Abbazia a cura de “Il Progetto Gedeone”. Un gruppo di visitatori è partito da Villaggio Mancuso con una navetta messa a disposizione gratuitamente da COSMOS 3 grazie alla gentile concessione dell’Associazione “Vita Preziosa” di Taverna, per l’interessamento dell’amministrazione, che ha così contribuito attivamente al progetto “Intermundia”, mentre un altro cospicuo gruppo ha raggiunto autonomamente il sito in questione. Il Progetto Gedeone è costituito da un gruppo di volontari che mettono a disposizione il loro tempo e le loro risorse per poter valorizzare e far conoscere l’Abbazia, occupandosi soprattutto dei vasti terreni che circondano la stessa con il fine di coltivare e produrre alcuni prodotti agricoli quali l’origano, oltre che sperimentare diverse colture come ad esempio quella del pregiato e raro zafferano. Un’idea che aiuta a riprendere, anche idealmente, il giardino che i monaci avevano creato intorno all’Abbazia, essi infatti si autosostentavano grazie alla produzione di diversi prodotti agricoli. Dunque un’importante esperienza che caratterizza il nostro territorio che COSMOS 3 non poteva non includere in quella parte della rassegna dedicata alla “CulturAttiva”, quindi un esempio virtuoso, da prendere come modello, di cittadinanza attiva che cerca di riappropriarsi dei propri spazi per riprenderli, valorizzarli e renderli fruibili e anche produttivi secondo un progetto sostenibile che da una parte aiuta a far conoscere il bene culturale e dall’altra, naturalmente, difende la natura e il paesaggio circostante. I visitatori sono rimasti incantati da questo luogo magico e spirituale, ripercorrendo anche alcune tappe della vita di Gioacchino da Fiore, abbate di Corazzo per un periodo, aiutati dai volontari che hanno accolto tutti con cordialità e con un forte senso di ospitalità. Nella prima parte dell’incontro si è svolta la visita guidata dell’Abbazia, Antonio Scardamaglia ha infatti illustrato i caratteri principali della struttura oltre che della vita dei monaci mentre Silvana Amoroso insieme ad altri volontari ha pazientemente aspettato il gruppo consigliando alcuni prodotti quali miele, marmellate e origano che aiutano anche “Il Progetto” ad autofinanziarsi per le diverse attività pensate in tutto l’anno per far rivivere questo meraviglioso posto.
I membri di COSMOS 3 si ritengono molto soddisfatti della giornata appena trascorsa soprattutto per l’apprezzamento mostrato da alcuni visitatori. Ancora una volta la collaborazione tra diverse realtà e lo scambio divengono protagonisti assoluti di Intermundia: professionisti del settore, associazioni come, nel caso specifico, “Vita Preziosa”, il Progetto Gedeone e le amministrazioni coinvolte, hanno infatti collaborato, ognuno con i propri mezzi, per la diffusione della conoscenza culturale e per la buona riuscita dell’evento.
La visita all’Abbazia di Corazzo è stata preceduta, nell’ambito degli incontri culturali programmati nella rassegna Intermundia CulturAttiva, lo scorso 20 agosto dal convegno di presentazione della mostra “Sia Luce” dell’artista esponente della Fiber Art Rosa Spina ospitata dal 5 al 31 agosto nel Museo della Natura del Centro Visite “Monaco”. Il convegno ha visto gli interventi di Bruno Bevacqua (Storico dell’Arte e curatore della mostra), di Rosa Spina (Artista e curatrice della mostra), Antonio Falbo (Collezionista e Critico d’Arte), delle poetesse Marisa Provenzano e Carmela Costanzo, il tutto introdotto e coordinato da Laura Dominici (Storica dell’Arte e Giornalista di Fimmina TV, media partner di Intermundia che ha inoltre curato con pregevoli servizi ed interviste l’intera giornata). Durante il convegno sono stati messi a punto dai vari relatori i caratteri che distinguono l’arte così originale di Rosa Spina la quale, come una novella Penelope, tesse le proprie tele con grande maestria dando vita ad opere dal pieno sapore mediterraneo. Essendo il 2015 l’anno che l’UNESCO dedica alla Luce, anche l’arte di Rosa Spina ha voluto omaggiare la Luce, elemento fondamentale nella vita che, nella tradizione artistica, ha avuto sempre una grande rilevanza, basta infatti ricordare le opere dei più importanti artisti della Storia dell’Arte che si sono sempre dovuti confrontare con essa.
L’incontro nella Sala del Centro Visite “Monaco” si è concluso con alcuni interventi, oltre a quello di Bruno Bevacqua (Storico dell’Arte e Presidente dell’Associazione COSMOS 3), di Francesco Cuteri e del pubblico che incuriosito ha rivolto molte domande all’archeologo, sono intervenuti: alcuni membri de “Il Progetto Gedeone”; Maria Antonietta Sacco (Assessore alla Cultura del Comune di Carlopoli); Emilio Verrengia (Consigliere della Provincia di Catanzaro), Salvatore Tozzo (Vicesindaco di Magisano), tutti volti a trovare delle possibili e ulteriori soluzioni per la tutela e la valorizzazione del sito. Così per qualche ora il Centro Visite “Monaco” è divenuto un luogo culturale di confronto e conoscenza. Nel pubblico presenti anche alcuni rappresentanti dell’amministrazione di Taverna, comune che ospita il Centro Visite, il consigliere Giuseppe Pascuzzi e l’assessore Rosario Amelio.
Ricordiamo che il prossimo imperdibile appuntamento dedicato questa volta alla Storia dell’Arte e al Restauro si svolgerà il 25 agosto alle ore 17.30 presso la Chiesa monumentale di San Domenico a Taverna. In questo incontro dal titolo Due calabresi a Malta. Gregorio Carafa committente dei dipinti di Mattia Preti: per il quarto centenario della nascita del Gran Maestro dei Cavalieri di Malta Gregorio Carafa (1615-2015) Sante Guido (Storico dell’Arte e Restauratore) e Giuseppe Mantella (Restauratore) forniranno importanti informazioni non solo su Mattia Preti, ma punteranno l’attenzione soprattutto sulla figura meno nota, ma non meno importante, di Gregorio Carafa, in quanto ricorre il quarto centenario dalla sua nascita. A seguire, dalle ore 21.30, una visita alle chiese di San Domenico e Santa Barbara, che per l’occasione resteranno aperte fino alle 23.30, tali visite saranno curate dall’Associazione COSMOS 3. L’Associazione ricorda che anche per questo incontro giorno è previsto un servizio di navetta gratuito con partenza da Villaggio Mancuso e destinazione Taverna.