di Luca Cervadoro –
Proprio così, Martin Scorsese considerato uno dei maggiori e più importanti registi della storia del cinema mondiale di tutti i tempi, deve una parte del suo successo all’antica terra di Maida nell’area centrale della Calabria in provincia di Catanzaro.
Infatti due dei suoi maggiori capolavori come “Quei bravi ragazzi” con Robert De Niro, Joe Pesci, Lorraine Bracco, Ray Liotta e Paul Sorvino (il New York Times, nel ’90, scriveva “beautifully cast”, elogiando protagonisti e comparse), Martin Scorsese: “Che avventura trasportarlo sullo schermo! Volevamo fare qualcosa di autentico, che rispettasse le pagine dal romanzo di Nick Pileggi”, e “Casinò” con Robert De Niro, Sharon Stone e Joe Pesci, sono stati adattati da Martin Scorsese per il grande schermo da due libri dello scrittore e sceneggiatore italoamericano Nicholas Pileggi figlio di un fratello di un’altro illustre Maidese Tony Pileggi “Il Pittore dell’Anima”, e anche cugino dello scrittore italoamericano Gay Talese.
Nicholas Pileggi è figlio di Nicola Pileggi, nato a Maida, emigrato negli Stati Uniti intorno al 1911.
Il padre di Nicholas Pileggi era un musicista cinematografico per film muti e in seguito possedeva un negozio di scarpe e successivamente uno di abbigliamento a Brooklyn.
La mamma era l’italoamericana, Susan De Paolo, sorella della mamma di Gay Talese.
Nicholas Pileggi ha iniziato a lavorare negli anni ’50 come giornalista per Associated Press e New York Magazine, specializzandosi nella denuncia di reati per oltre quattro decenni, è considerato un vero e proprio esperto del mondo della criminalità organizzata, cresciuto a Bensonhurst, nella piccola Italia di Brooklyn, era un ragazzo molto curioso e irrequieto, le sue indagini riguardavano soprattutto: poliziotti, criminalità, corruzione e un elemento che li tocca tutti: la mafia.
I libri di Nicholas Pileggi sono fatti principalmente di materiale che ha recuperato girovagando per le strade di New York City. Nicholas Pileggi è stato sposata dal 1987 fino alla sua morte nel 2012 con la collega autrice, regista, produttrice cinematografica e sceneggiatrice Nora Ephron (tra le sue opere c’è “Insonnia d’amore” con protagonisti Tom Hanks e Meg Rya , “C’è posta per te” con protagonisti Tom Hanks e Meg Ryan, “Vita da strega” con Nicole Kidman, e Julie e Julia”con Meryl Streep.
Nicholas Pileggi vive tra la sua casa di Manhattan e una casa nell’East End, suo cugino Frank era sposato con la violoncellista e artista statunitense, Charlotte Moorman; la coppia ha fondato e diretto l’annuale Avant Garde Festival di New York. Nicholas Pileggi ha ricevuto, insieme a Martin Scorsese, la nomination agli Oscar per “Quei bravi ragazzi”, pellicola ormai storica. Nicholas Pileggi ha anche scritto la sceneggiatura del film City Hall (1996), interpretato da Al Pacino. Ha lavorato come produttore esecutivo di American Gangster di Ridley Scott (2007) con Denzel Washington, un film poliziesco biografico basato sulla carriera criminale di Frank Lucas. È anche autore di Blye, Private Eye (1987), infine, ecco Vegas, serie televisiva ideata da Pileggi, con Dennis Quaid (al debutto come protagonista di un serial) a impersonare il cowboy Ralph Lamb, divenuto sceriffo e pedina fondamentale della lotta alla criminalità nella trasgressiva città del Nevada. Con un cast di tutto rispetto (oltre a Quaid, ci sono pure la Carrie-Anne Moss di Matrix e il Michael Chiklis di The shield, qui nei panni del villain).
Una carriera, quella di Pileggi, dunque, impreziosita da uno stretto legame con la settima arte. Qualche mese fa in un’intervista rispondeva così, alla domanda: “Se avesse potuto, Pileggi avrebbe fatto qualcosa di diverso? “Assolutamente no”, disse con una risata. “Penso che se sei un americano di prima generazione come me, devi tutto ai tuoi genitori immigrati che erano abbastanza coraggiosi da attraversare un oceano senza nulla in modo che i loro figli avrebbero avuto una possibilità di avere una vita migliore. E se hai avuto il tipo di ingenuità che ho avuto io il mio primo giorno da reporter e ho stretto un legame con estranei generosi in questo settore, devi considerarti benedetto. Ho incontrato il più grande gruppo di persone che avrei mai voluto incontrare nel settore dei giornali e delle riviste. Il giornalismo ha portato a libri e libri a film. È stata una vita da inferno. Lo farei allo stesso modo ancora”.
Oggi, all’età di 86 anni, Pileggi ha ancora l’istinto di un giornalista, ma è troppo impegnato con una serie di incarichi di film e sceneggiature televisive per essere un giornalista, sebbene legga i giornali ogni giorno.
“Penso che il Times e il Washington Post stiano facendo alcuni dei migliori rapporti nazionali che io abbia mai visto sui quotidiani”, ha detto. “Ma i rapporti locali hanno sofferto a causa dei tagli del personale. Mi mancano i giorni in cui leggevo Jimmy Breslin e Pete Hamill e Murray Kempton tre volte a settimana. Non ci sono più editorialisti sul lato della città, e questo è un peccato perché hanno contribuito a mettere a fuoco la città con buoni resoconti e ottima scrittura”.
Qualche anno fa in un’intervista Pileggi, raccontava come ha conosciuto Martin Scorsese: <<Il telefono squilla alle 23:30 circa. Nick Pileggi? Mi chiamo Martin Scorsese. Sono un regista. So chi sei. Ho appena letto il tuo libro. Lo cerco da anni. Beh, ho aspettato questa chiamata per tutta la vita!>>. Questo è Nicholas Pileggi.