Carlopoli – La tappa del percorso “Il Cammino di Gioacchino da Fiore” è stata organizzata, in occasione del “Giubileo della Misericordia”, con il patrocinio del Parco Nazionale della Sila, dal progetto “Gedeone” e da “I Cammini del Sud” in collaborazione con “Gunesh, associazione culturale”, l’associazione “Conflenti Trekking” e il gruppo “Rivientu”.
Non si è trattato solo di un’escursione ma anche di un momento di riflessione e di raccoglimento spirituale.
La tappa autunnale de “Il Cammino di Gioacchino da Fiore” ha coinvolto il gruppo di partecipanti e si è svolta in due giorni (1 e 2 ottobre) con un percorso definito suddiviso nelle due giornate programmate.
Sono partiti dalla stazione ferroviaria di Soveria Mannelli, hanno percorso i binari abbandonati di un tratto della Ferrovia della Calabria, passando attraverso mille bellezze paesaggistiche, per arrivare in una suggestiva Abbazia di Corazzo di Carlopoli.
Immersi nell’oscurità della notte appaiono più imponenti i resti della struttura che si presenta illuminata appena da un falò, da candeline e sovrastata da un meraviglioso cielo stellato.
Per come riporta una nota, a firma di Roberta Gigliotti, diffusa per conto del progetto Gedeone che anima i luoghi del monastero, dopo una cena a base di prodotti tipici e di idromele, un fermentato ottenuto con una soluzione di acqua e miele, gli escursionisti si sono radunati all’ingresso della badia, attorno ad un fuoco che ha reso ancora più suggestiva l’atmosfera del luogo e illuminato di un chiarore particolare i maestosi ruderi e le antiche mura dell’Abbazia di Corazzo.
L’intero gruppo di partecipanti, sotto un cielo stellato ed una serata dal clima mite, sulla scia della “riscoperta della spiritualità del cammino” sono stati rapiti dall’incanto delle spiegazioni del professor Francesco Polopoli, reduce dal Congresso Internazionale di Studi di Italianistica presso l’Università EOTVOS Lorand (ELTE) di Budapest, nonché membro del “Centro Internazionale di Studi Gioachimiti” di San Giovanni in Fiore.
Polopoli ha affrontato la questione finita nello spazio corazzese da parte di Gioacchino da Fiore nella sua sete d’infinito.
Attraverso il richiamo etimologico, ha proposto corrispondenze linguistiche tra Corazzo e le lingue classiche, evidenziando il luogo dello spirito nel verbo dell’antico.
Proprio a Corazzo, a quanto risulta dalle indagini attuali, Gioacchino da Fiore ha compiuto due dei suoi miracoli.
A riguardo, Polopoli ha specificato l’attenzione statistica del taumaturgo sui problemi mentali, congratulandosi con il progetto Gedeone “per aver coniugato, anche alla luce di ciò, la valorizzazione del patrimonio artistico e l’igiene mentale”.
Dopo il pernottamento in una struttura convenzionata, nella seconda giornata gli escursionisti hanno ripreso il cammino con la tappa successiva come previsto nel programma, alla volta del Monte Reventino verso Conflenti per concludere il percorso con la visita e la messa nel Santuario della S.S. Madonna della Quercia di Visora.