La lotta al cinipide del castagno continua. Nei giorni scorsi si è conclusa la campagna di lanci dell’antagonista del cinipide galligeno del castagno condotta dall’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) su specifico incarico del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria. L’attività si inserisce nell’ambito del progetto regionale di lotta al temibile parassita del castagno che danneggia pericolosamente la vegetazione e compromette la fruttificazione delle piante. Nella serie di foto, a corredo dell’articolo, fasi dell’intervento condotto dall’esperta Vicenzina Scalzo dell’ARSAC.
In Calabria la prima segnalazione del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphylus) risale al 2009, in provincia di Reggio Calabria, da allora ha assunto carattere di endemicità. Ad oggi si registra la presenza della “Vespa Cinese” praticamente su tutto il territorio regionale nei castagneti da frutto e nei cedui.
Gli attacchi sono facilmente individuabili per la formazione sugli organi verdi dei castagni (germogli, foglie e infiorescenze) di vistose galle che si presentano come escrescenze tondeggianti, con superficie liscia e lucida, inizialmente di colore verde e in seguito rossastre.
Le galle localizzate sia sulle foglie che sui germogli apicali, compromettono, in modo più o meno grave, lo sviluppo degli organi colpiti. I germogli apicali con galle risultano più corti e con meno foglie rispetto a quelli non attaccati.
Le galle formatesi sui germogli disseccano nel corso dell’estate e dell’autunno e rimangono visibili sui rami anche per diversi anni.
Attualmente l’unica forma di lotta valida nei confronti del cinipide galligeno del castagno è rappresentata dalla LOTTA BIOLOGICA con l’impiego del parassitoide specifico Torymus sinesis, un altro piccolo imenottero di origine cinese limitatore naturale del cinipide.
Questo piccolo insetto di un bel colore verde metallico, compie una sola generazione all’anno (come il cinipide) e la popolazione è costituita sia da maschi che da femmine. La femmina si distingue chiaramente dal maschio per la presenza dell’ovopositore con il quale depone le proprie uova nelle galle del cinipide, ed in questo modo le sue larve distruggono quelle dell’insetto dannoso.
La lotta biologica si applica mediante il rilascio programmato nell’ambiente di questo antagonista con l’intento che l’organismo utile introdotto si insedi, si moltiplichi e si diffonda, svolgendo la sua azione di contenimento nei confronti del fitofago.
Gli oltre 400 lanci effettuati nelle scorse settimane hanno interessato tutte le aree castanicole delle 5 province calabresi e contribuiranno ad incrementare la popolazione del parassitoide Torymus sinesis introdotto nei nostri castagneti già da alcuni anni.
Anche i castagneti dell’area del Reventino sono stati interessati dai rilasci dell’insetto utile.
L’intento è quello di risanare il prima possibile i castagneti del nostro territorio e dare una risposta concreta alle tante richieste di intervento che vengono da parte di tanti castanicoltori che negli ultimi anni sono stati fortemente penalizzati dal flagello cinipide. L’efficacia della lotta biologica richiede tempi medio lunghi per realizzarsi e durante questo periodo è necessario attuare una gestione dei castagneti tesa ad evitare o ridurre il deperimento delle piante e il crollo delle produzioni con le conseguenti perdite economiche che queste comportano.
Non v’è dubbio, infatti, che il castagno riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane della Calabria, dove svolge un ruolo fondamentale, oltre che per la produzione dei frutti e del legno, anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico.