<< I rapporti tra Intelligence e Magistratura hanno segnato profondamente le vicende della nostra Repubblica. Eppure si è ancora poco indagato su un tema così rilevante, che anima da anni il dibattito politico.
Oggi più che mai c’è bisogno di una risposta forte delle élite pubbliche per fronteggiare il terrorismo e la criminalità che rendono sempre più incerta la vita dei cittadini. Pertanto, tra Intelligence e Magistratura, occorre passare dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria.
In questo libro, con un taglio divulgativo ma rigoroso, si evidenzia un aspetto centrale per le democrazie del XXI secolo, dove sarà l’Intelligence a determinare chi vincerà o perderà la sfida del futuro. >>
Queste parole, tratta dalla prefazione del giurista Carlo Mosca dicono molto sul contenuto del nuovo libro di Mario Caligiuri, professore all’Unical e vicesindaco di Soveria Mannelli, dal titolo “Intelligence e magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria”, pubblicato da poco dalla casa editrice, anch’essa con radici profonde a Soveria Mannelli ma dal respiro nazionale, Rubbettino.
Il libro intende indagare su alcune delle zone oscure che ancora permangono nella storia giudiziaria, più o meno recente, della nostra Repubblica: dal golpe Borghese a Gladio, fino al recentissimo caso Contrada: accuse e procedimenti che si sono risolti nel nulla, dopo anni caratterizzati da “false verità” processuali.
L’autore offre ovviamente la sua chiave di lettura, con l’intento soprattutto di contribuire a stimolare un dibattito, con l’intento di fare finalmente chiarezza su un tema decisamente controverso quale è quello, appunto, del rapporto tra Intelligence e Magistratura.
La presentazione del libro da parte dello stesso autore è stata tra l’altro ospitata nelle pagine de “Il piacere della lettura”, il settimanale culturale di Qn, ideato da Bruno Vespa e Andrea Cangini.