Sabato 11 e domenica 12 giugno, nei comuni di Decollatura, Soveria Mannelli e Carlopoli, la Sezione Intercomunale del Reventino dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), ha raccolto le firme per il NO al Referendum Costituzionale che si terrà il prossimo mese di ottobre e per l’abolizione della Legge elettorale detta “Italicum” ad esso strettamente collegata, in un disegno complessivo del governo teso a creare un forte squilibrio tra i poteri dello Stato, in opposizione evidente alla volontà e alle lungimiranti precauzioni che i nostri Padri Costituenti avevano ritenuto opportuno di dover prendere.
Inoltre, la locale sezione dell’ANPI annuncia prossime iniziative sul territorio entro la fine di giugno e soprattutto a partire dal mese di agosto e cioè in prossimità del Referendum Costituzionale, che si è reso necessario proprio perché le riforme non hanno avuto in Parlamento la cosiddetta “maggioranza qualificata” e cioè ottenuta con una percentuale superiore ai due terzi dei parlamentari.
Ecco quindi come si esprime l’ANPI, in un volantino redatto allo scopo e distribuito per spiegare ai cittadini del Reventino le ragioni del NO alle modifiche costituzionali:
<< Ci sono tre comportamenti che emergono da sempre in ogni Stato quando si devono affrontare crisi generali di natura politico-economica: i governanti, in politica estera, se la prendono con gli altri; i governanti, in politica economica interna, se la prendono con i “diritti” conquistati dai lavoratori ed emanano leggi che ne smantellano le tutele; i governanti, in politica istituzionale, se la prendono con la Costituzione.
Anche da noi sta succedendo questo. Per sfuggire ai reali problemi della crisi in atto, che è di natura politico-economica, generale e nazionale, il Governo Renzi ha avviato, a occhi bendati, una baraonda contro la Costituzione ancora vigente. Annunciando il referendum con un ricatto: o vincerà il SI o si “dimetterà”, come se dopo di Lui potesse “finire il mondo”; allarmando gli elettori, come se la bocciatura delle modifiche provocasse la permanenza di “immobilismo”, da addebitare al “bicameralismo perfetto”, e gli “inciuci”; allettando gli elettori sulla demagogica questione dei “costi della politica”.
Sono argomenti falsi e ingannevoli. In verità si stravolge l’equilibrio dei poteri a vantaggio dell’Esecutivo-Presidente del Consiglio (oggi Renzi, domani chi lo sa) che, con una legge elettorale distorsiva della rappresentanza, avrà poteri spropositati che assorbono il potere legislativo e assoggettano il potere giudiziario, aprendo ad avventurismi autoritari e reazionari.
Il “bicameralismo perfetto” non è vero che crea immobilismo, e non consente di “fare leggi”: è vero invece che l’Italia ha fatto più leggi dell’Inghilterra, della Francia e della Germania messe insieme! Si fanno infatti troppe leggi e magari troppo sbagliate. Con le modifiche resterà un bicameralismo imperfetto con la conseguenza di procedure più conflittuali tra Camera e nuovo Senato (che avrà temporanee maggioranze variabili a ogni turno elettorale di gruppi di Regioni). Cosa fare allora per velocizzare le procedure legislative? Basta modificare i Regolamenti.
Gli “inciuci” sono oggi favoriti da comportamenti trasformisti. 385 parlamentari hanno cambiato “casacca”. Alcuni, premiati, hanno incarichi di Governo! Nascono dalla decadenza del costume politico, etico e culturale e non dalla Costituzione.
Le modifiche più che ridurre i costi (20-30 milioni), riducono gli spazi di democrazia istituzionale. Il Senato resta, composto da consiglieri regionali e alcuni sindaci coperti da immunità e impegnati su due fronti (?) sempre a carico del denaro pubblico, con rimborsi, indennità, spese di funzione e di permanenza ancora di più non controllabili preventivamente. Se si vogliono davvero ridurre i “costi della politica” ci sono tanti aspetti e settori in cui intervenire.
Non c’è bisogno di restringere la rappresentanza e amputare le istituzioni democratiche costituzionalmente nate dalla Liberazione.
Difendiamo le finalità democratiche, l’integrità e l’equilibrio delle istituzioni repubblicane volute dalla Carta Costituzionale. >>