Rispolverare la propria tesi di laurea, a distanza di 20 anni, è un’operazione editoriale che ha senso quando l’argomento trattato non risente affatto del passare del tempo, ma anzi acquista nuovo interesse.
È ciò che ha fatto la saggista Giuseppina Marasco, al suo esordio come scrittrice, che qui affronta una tematica quanto mai attuale, aderente alla tendenza di una – forse troppo tardiva – valorizzazione dei beni culturali presenti in Calabria, anche nella direzione di un possibile e auspicabile potenziamento del turismo culturale.
In questo caso si parla di una particolare scuola pittorica che ha operato anche in Calabria e lasciato abbondanti tracce della sua azione.
A un pittore calabrese di fine Ottocento, cosentino per l’esattezza, è toccata la sorte che oggi tocca ancora a molti nostri giovani di talento che riescono a trovare la loro piena realizzazione fuori dalla Calabria.
Si tratta di Enrico Salfi, che ha prima studiato e poi operato soprattutto a Napoli, presso la prestigiosa scuola di Domenico Morelli, assieme a un altro pittore, in questo caso di origini siciliane, Paolo Vetri, per poi comunque fare ritorno in Calabria dove ha realizzato numerose e importanti opere.
L’autrice, laureata in lettere moderne e appassionata di storia dell’arte, ha analizzato l’operato artistico, con particolare riferimento a quanto realizzato in Calabria, di tutti e tre i pittori, svelando anche dei “gialli” che caratterizzano alcune opere misteriosamente scomparse dai luoghi in cui avrebbero dovuto trovarsi e che avrebbero dovuto custodirle gelosamente.
Viene così denunciata l’inerzia delle istituzioni, facendo registrare lo stato di degrado di alcune opere o evidenziando che altre sono in restauro ormai da oltre vent’anni.
Il recupero della memoria degli artisti calabresi, o che comunque hanno operato in Calabria, e delle loro opere, in questo caso pittoriche, è operazione decisamente meritoria che ha peraltro giustificato ampiamente la presentazione pubblica del volume, cui hanno partecipato, oltre all’autrice e al moderatore Filippo Cardamone, don Maurizio Franconiere, rettore della chiesa monumentale S. Domenico e direttore del Museo Diocesano di Catanzaro, e il professore di storia dell’arte, Francesco Volpe.
di Raffaele Cardamone