E’ vero! Almeno talvolta ci rendiamo conto di quanto la memoria sia fondamentale per la nostra società, se sentiamo la necessità di indire un “giorno della memoria”, il 27 gennaio, per commemorare le vittime dell’Olocausto, e comunque di immaginare una serie sempre crescente di giornate celebrative per ricordare eventi storici che non abbiamo ancora intenzione di consegnare all’oblio.
Ma è vero anche che le nuove generazioni, oggi più che mai, sembrano stentare nella loro capacità di percepire appieno l’importanza della memoria, preferendo spesso vivere il momento privandosi della possibilità di attingere dalle esperienze del passato.
E si tratta di quella stessa importanza che è felicemente riassunta nella celebre asserzione dello scrittore cileno Luis Sepulveda: “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”; una frase che esprime molto bene il pensiero di un uomo che è stato costretto a combattere, come tanti altri, una feroce dittatura, quella di Pinochet.
Per fare in modo che la memoria prevalga sulla voglia di pensare solo al presente, a un semplicistico concentrarsi sul “qui e ora”, l’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Soveria Mannelli e Carlopoli ha pensato bene di organizzare una lezione sulla Shoah basata sulla testimonianza di Enrico Modigliani, il prossimo 17 gennaio alle ore 10:00, presso l’aula magna della Scuola Secondaria di Primo Grado di Soveria Mannelli.
Enrico Modigliani, che appartiene alla comunità ebraica di Roma, è tra i fondatori del “Progetto Memoria”, nato per iniziativa del “Centro di Documentazione Ebraica”, che si propone di ricercare e archiviare documenti che riguardino le persecuzioni antisemite in Italia e il contributo ebraico alla Resistenza.
La sua storia personale è comune a quella di tanti ebrei nel periodo più terribile del secolo scorso, quando le dittature nazifasciste proclamarono le leggi razziali e diedero luogo al più grande genocidio che la storia ricordi. In quegli anni, e più precisamente il 16 ottobre del 1943, egli aveva solo sei anni e dovette assistere alla deportazione degli ebrei romani nel campo di concentramento di Auschwitz da parte delle SS, salvandosi miracolosamente solo perché suo padre fu avvisato in tempo di quanto stava per accadere.
Il racconto di Enrico Modigliani, che ricorderà la propria storia e quelle di chi invece non riuscì a salvarsi dalla cattura e dalla deportazione, sarà quindi il modo giusto per riflettere sul giorno della memoria.
Ma in realtà, l’IC Rodari ha deciso di dedicare l’intero anno scolastico proprio alla vicenda degli ebrei romani deportati, soprattutto attraverso la consueta rappresentazione teatrale che assumerà appunto questo tema per il 2017. Sarà infatti rappresentata l’opera “La valigia” che, partendo dagli inizi della dittatura fascista a Roma, arriva a narrare, attraverso la storia di una ragazza “ariana” e di un ragazzo ebreo, cosa ebbero a subire gli ebrei romani durante la seconda guerra mondiale.
Per chiunque crede ancora che la Storia sia una buona maestra di vita e che bisogna ricordare gli errori e gli orrori del passato per evitare di commetterne di simili in futuro, questo sarà senza dubbio un momento importante, così come lo spettacolo teatrale che i ragazzi stanno preparando con i loro insegnanti e che ci regalerà senza dubbio una valigia piena di emozioni e occasioni di riflessione.
di Raffaele Cardamone