Un giornalista calabrese sotto attacco sui social. Un post su Chiara Ferragni scatena un putiferio sul web riguardante il film documentario “Unposted” che racconta la vita dell’influencer e la sua carriera. L’effetto di un commento o di una frase diffusa sui canali sociali normalmente porta allo scambio di opinioni ma delle volte sconfina e supera il ritegno, con frasi e affermazioni che liberano i più reconditi, nascosti e repressi istinti “animaleschi”.
Lo raccontiamo su queste pagine, non certo per difenderlo, non ne ha bisogno, perchè Omar Falvo è una nostra valida firma, oltretutto collabora anche con varie riviste nazionali frequentando i set televisivi e personaggi dello spettacolo. L’intento invece è quello di porre alla riflessione come delle volte nel mondo virtuale alcune persone si trasformano e senza freni inibitori si sfogano sulla tastiera.
Un semplice post riferito all’uscita del nuovo film di Chiara Ferragni, pubblicato nelle scorse ore, ha scatenato l’ira del web. Protagonista della vicenda il giovane giornalista calabrese Omar Falvo, da anni impegnato sui set cinematografici con vari reportage su testate a tiratura nazionale che ha inteso rilevare: “La volgarità arrivata contro la Ferragni per un mio post mi fa rabbrividire”.
“Una figlia di papà”, “Quale sarebbe il suo talento?”, “Solo fortuna”. Sono questi alcuni commenti più magnanimi delle migliaia di messaggi che hanno risposto al post del giornalista. Una vera e propria onda di ostilità è esplosa nei confronti della giovane e talentuosa Ferragni.
“Sono veramente disgustato della cattiveria e delle volgarità scritte nei confronti della Ferragni, influencer e blogger italiana di successo”, ha affermato Omar Falvo.
“Dopo pochi minuti dalla pubblicazione del mio post per complimentarmi con Chiara, visto il successo al botteghino del suo film, la mia pagina Facebook è stata inondata di insulti. Purtroppo l’invidia è una brutta cosa, il rispetto dovrebbe essere alla base di tutto. Un personaggio può piacere o meno, ma questo non autorizza alle volgarità. La critica, sempre legittima, dovrebbe essere costruttiva ed avere sempre criteri di eleganza linguistica – ha affermato il giornalista – ma quelle che ho letto sono solo cattiverie gratuite ed ingiuste”.