di Maria Marino –
La Giornata Mondiale dell’Insegnante, istituita dall’UNESCO nel 1994, non è stato un giorno qualunque: non lo è stato affatto!
Nella data del 5 ottobre 2017 è stata celebrata la Giornata Mondiale dell’Insegnante, voluta 23 anni fa dall’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) per celebrare i docenti che dedicano il loro lavoro alla formazione delle generazioni successive, seguendone lo sviluppo, quanto più possibile, in maniera armonica sotto ogni aspetto: culturale, spirituale ma soprattutto psicologico; cercando di colmare eventuali carenze che gli ambienti di provenienza, familiari o sociali, inevitabilmente producono e valorizzando il potenziale cognitivo ed emotivo che ogni studente porta con se.
In fondo è questo il life motive del Docente: accendere quella fiammella della conoscenza, che arde nell’animo del singolo studente che ci viene affidato, ed alimentarla durante tutto il percorso formativo.
Una grande Dirigente Scolastica che ho avuto l’onore d’incontrare nella mia vita da docente, amava ricordare sempre a se stessa e a noi docenti, che “le famiglie affidano a noi i loro gioielli più preziosi, è nostro dovere averne la massima cura!”
Oggi, dopo anni da quell’incontro, viene spontaneo chiedersi: quale ruolo ha la scuola, quale il docente, quale la famiglia, quale la società nella sua interezza, nella formazione delle nuove generazioni? Dopotutto il Docente è solo il front line di un’azione formativa ed educante che non può e non deve essere solo sua, ma nemmeno di una sola delle parti che in quest’azione intervengono; gli stakeholders di essa sono diversi e a ciascuno compete un ruolo e precise azioni correlate, solo una rete in cui i rapporti e le correlazioni siano chiare, individuate e facilmente individuabili, può dare i migliori frutti e le migliori conseguenze all’azione principale per il raggiungimento dell scopo: formare i cittadini di domani.
E’ in questa rete di relazioni e di responsabilità che il Docente acquisisce e determina la sua prestazione professionale migliore, quella appunto di mediatore e di portatore delle istanze che la rete sociale richiede alla formazione; una rete però poco attenta alle ragazze e ai ragazzi, perchè tiene poco in considerazione che i destinatari non solo solo studenti da indottrinare come scatole da riempire, ma portatori anch’essi di bisogni ed aspettative da una società che purtroppo poco o nulla attenzione invece il suo futuro sociale: futuro che è anche un presente vivo e creativo, capace di sorprendere e stupire oltre ogni limite e dare il suo contributo alla costruzione del domani in maniera determinata, ancorché determinabile ma inascoltato il più delle volte..
Ecco perché oggi non può e non deve passare inosservata la figura del Docente: perché nella rete sociale suddetta, è l’unico a mostrare interesse sano e vero per i bambini e le bambine, per i ragazzi e le ragazze che nelle nostre scuole ogni giorno vivono e crescono in sapienza, in cultura, in competenza e in conoscenza, grazie proprio alla dedizione di Docenti che, nonostante i vari tentativi di trasformarli in freddi e cinici burocrati della formazione, continuano ostinatamente ad essere, e non ad apparire, scintille preziose per la mente ed il pensiero degli alunni loro affidati; il Docente che, nonostante l’estenuante fatica anche mal retribuita, continua ancora a credere nell’importanza unica e fondamentale del “laudendo docere”, di poter diffondere cioè la cultura attraverso canali non standardizzati, puntando tutto sul concetto dell’irripetibilità dell’essere umano; Docenti che credono fortemente nella necessità di avere la chance di confrontarsi con uno studente, di lavorarci insieme, di scegliere fianco a fianco il percorso migliore da seguire. E’ grazie ai Docenti che la scuola diventa uno spazio in cui l’insegnante diventa una vera guida e non una lontana e astrusa figura, isolata da tutto ciò che la circonda. Un ascoltatore a sua volta, davanti alla propria platea, in un’aula, spesso malsana ed insalubre, in cui lo studio diventa gioco, passione, interesse vero, in cui il binomio insegnare/imparare diventa per tutti un’opportunità ed un piacere.
E’ dunque il Docente a fare della formazione lo strumento di crescita e di sviluppo culturale e civile della società, nonostante questa continui ad ignorarne nei fatti, l’inestimabile valore della sua funzione, del suo ingegno e della sua capacità di fare di un gruppo di bimbetti una classe dirigente, ingegnosa e costruttrice di una società migliore e più attenta ai bisogni dei suoi consociati.
Onorare i Docenti oggi, per l’UNESCO dunque, e per i Docenti tutti, non è solo una pratica fugace e frivola, ma un momento di riflessione mondiale su una funzione strategica nello sviluppo delle civiltà e di autoperpetuazione dei popoli.
Una Docente (Orgogliosa di esserlo)
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