di Giovanni Petronio –
A Decollatura si è svolta, per il quarto anno consecutivo, la “Fiaccolata degli Angeli”, un vero e proprio momento aggregante per l’intera comunità che, in rigoroso silenzio, ha partecipato alla serata.
La fiaccola rappresenta la luce per gli uomini, una vera e propria bussola che, metaforicamente, vuole far nascere una speranza nelle loro tristezze e angosce.
L’iniziativa si è svolta lo scorso 4 agosto. Dopo un iniziale e breve momento di riflessione in piazza, il gruppo con le fiaccole accese si è mosso verso il cimitero, all’interno del quale erano state preparate quattro stazioni con 4 ceri a rappresentare altrettanti diversi momenti:
Il ricordo di tutti i giovani di Decollatura tragicamente scomparsi e l’importanza della vita in tutti i suoi aspetti. I bambini che ogni giorno soffrono o muoiono a causa della fame. Il ricordo dei ragazzi della Fiumarella, tragicamente scomparsi la mattina del 23 dicembre 1961. I giovani che ogni anno muoiono a causa del terrorismo, dall’Afghanistan all’Iraq, passando anche per l’Europa che, mai come adesso, ha visto una recrudescenza degli attentati di matrice islamista che hanno insanguinato la Parigi del Bataclan, così come la Nizza della Promenade des Anglais.
All’arrivo al cimitero, un percorso completamente illuminato ha accolto la folla, particolarmente colpita ma, non impaurita, dalla novità di entrare di notte all’interno di un luogo come quello. Uno dei momenti più intensi è stato certamente il ricordo dei mai dimenticati ragazzi della Fiumarella (qui il ricordo https://ilreventino.it/la-tragedia-della-fiumarella-e-lobbligo-morale-di-ricordare/).
Il 23 dicembre del 1961 rappresenta uno spartiacque nella storia di tutta la comunità, che soffre ancora adesso per una sciagura che poteva e doveva essere evitata. L’esempio di quei ragazzi che, si recavano a scuola a Catanzaro per studiare, deve rappresentare un monito forte per le nuove generazioni che, debbono serbare un ricordo intenso dell’avvenimento.
Altro momento forte è stato il pensiero che si è voluto dare alle vittime del terrorismo internazionale, al termine del quale il coro ha inteso affidare ogni preghiera per la pace alla Vergine Maria attraverso il canto Salve Regina.
Il parroco ha utilizzato poche parole, preferendo il silenzio della meditazione. Valore aggiunto di quest’anno sono stati i bambini che, nella cappella centrale, uniti in cerchio, hanno dedicato una Ave Maria a tutti i giovani che non ci sono più. Ricordare l’esempio di chi non c’è più è importante, perché si lega a qualcosa di certo che è il nostro passato, da cui si può trarre solo insegnamento per il futuro.